Pittura, letteratura e fotografia non mancheranno ma sarà soprattutto la cosiddetta settima arte il filo conduttore di tutte le opere in esso custodite. Quale città, dunque, se non Fondi che ha dato i natali a uno dei padri della corrente che avrebbe ispirato i più importanti intellettuali del Novecento? Il Museo del Neorealismo, come deliberato dal Consiglio regionale del Lazio nella seduta notturna dello scorso 5 agosto, sorgerà presso il chiostro di San Domenico e oltre a raccogliere una miriade di frammenti dell'intensa attività del regista fondano Giuseppe De Santis, sarà un luogo di studio e divulgazione. L'obiettivo, del resto, è soprattutto quello di far conoscere e rivivere alle giovani generazioni la straordinaria temperie culturale che, a cavallo della seconda guerra mondiale, ispirò gli autori di capolavori riconosciuti in tutto il mondo.
Non c'è da stupirsi se il progetto ha entusiasmato Carlo Verdone, nei giorni scorsi venuto a Fondi per celebrare i cento anni dalla nascita di De Santis. Una delegazione ha quindi accompagnato il regista romano a visitare gli spazi dell'ex convento di San Domenico spiegandogli come, più o meno, sarà il Museo. «Abbiamo lavorato sodo per ben dieci anni e finalmente ci siamo riusciti ha annunciato l'Associazione intitolata al regista di Riso Amaro - i prossimi anni saranno tutti dedicati al progetto del Museo, affinché possa aprire il prima possibile le sue porte ai tanti appassionati di cinema». Il polo museale, come ricordato dal consigliere delegato del sodalizio, l'avvocato Virginio Palazzo, nasce da una proposta che il famoso critico e sceneggiatore Tullio Kezich avanzò nel 2007, a dieci anni dalla morte del regista fondano. Si tratta, in definitiva, di un progetto di grande rilievo nel panorama della cultura cinematografica internazionale, con un valore simbolico aggiuntivo perché realizzato in un territorio periferico dove sono però nati e vissuti protagonisti della letteratura (Libero de Libero, Tommaso Landolfi, Giuseppe Bonaviri), del cinema (Vittorio De Sica, Carlo Ludovico Bragaglia, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi), ma anche dell'arte come Domenico Purificato e Umberto Mastroianni.
Barbara Savodini
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