Zona gialla tutte le Regioni da lunedì: nuove pagelle, solo la Valle d'Aosta resta arancione

Zona gialla tutte le Regioni da lunedì: nuove pagelle, solo la Valle d'Aosta resta arancione
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 12 Maggio 2021, 06:57 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 09:23

Da lunedì è prevedibile una Italia tutta gialla, con la sola eccezione della Valle d'Aosta. Salvo sorprese, l'andamento del contagio e il crollo dei nuovi casi positivi e dei ricoveri, consentiranno un rilassamento delle misure di contenimento. Resta però un nodo: il sistema dei colori attuale e il peso che ha l'Rt nel calcolo dei livelli di rischio, rappresenta una costante spada di Damocle che potrebbe trascinare in arancione molte regioni, anche a fronte di scostamenti del numero di casi poco importanti. Sia chiaro: già oggi l'indice di trasmissione non è una sentenza senza appello che ti porta in arancione se sei sopra 1 o in rosso se sei sopra a 1,25. Il sistema di assegnazione dei colori prevede anche altri parametri, come i posti letto occupati o l'incidenza. Ma senza correttivi tempestivi il peso dell'Rt risulterà eccessivo in questa fase dell'epidemia.

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Il vertice

Questa mattina si svolgerà un vertice tra il governo e le Regioni, che si presenteranno con una proposta di modifica. Da una parte faranno una concessione alla necessità di mantenere alta la guardia: oggi scatta l'allerta se per i pazienti Covid la percentuale di riempimento dei reparti di area medica è sopra il 40 per cento, delle terapie intensive sopra il 30; nel nuovo protocollo stilato dalle Regioni gli indici scendono a 30 e 20.

Se ci fermassimo qui, sarebbe più semplice per una Regione finire in rosso o arancione. Ma la proposta inserisce come elemento di riferimento anche l'incidenza (vale a dire il numero di nuovi casi positivi ogni centomila abitanti su base settimanale). Ci saranno tre fasce di rischio e quella di livello maggiore scatterà quando saremo di fronte a una incidenza che supera quota 150. Il rischio intermedio è tra i 50 e 150. Il rischio basso è sotto 50. Per capire, prendendo come punto di riferimento i dati della settimana scorsa (che però negli ultimi giorni si sono abbassati): 17 regioni sarebbero a rischio intermedio (ma quel numero già venerdì, quando uscirà il nuovo report, sarà più alto). Un altro elemento che andrà a definire la formula sarà anche la percentuale di diffusione del vaccino in ogni Regione. Osserva il professor Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano: «In questo nuovo scenario in cui ci stiamo addentrando con il procedere della vaccinazione di massa, l'indice di contagio Rt è un parametro la cui importanza dovrebbe essere ridimensionata».

Nella prima fase dell'epidemia una diffusione massiccia del virus presentava un conto certo e drammatico sul fronte dei ricoveri e dei decessi. Oggi, con 17 milioni di italiani che hanno ricevuto almeno una dose e una fetta consistente degli over 70 protetti, il virus circola tra soggetti il cui livello di rischio di decesso e di ricovero è più basso. Per questo va rivisto il sistema che fa scattare l'allarme. Anche se tutti gli esperti concordano: il calcolo dell'Rt resterà utile per vigilare sulla circolazione del virus e segnalare, ad esempio, l'arrivo di una variante che porti a una accelerazione improvvisa del contagio. Conclude l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini, coordinatore della commissione Salute della conferenza delle Regioni: «La discussione con il governo andrà avanti anche in queste ore. Vanno modificati i parametri decisionali. Ma dobbiamo completare il confronto per venerdì, i nuovi parametri già dovranno essere conosciuti per decidere i prossimi colori».

 

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