Lombardia, Marche, Piemonte, tre province di Romagna e Frosinone in zona arancione, Sardegna bianca

Lombardia zona arancione (e stretta per altre 4 regioni), Sardegna bianca. Emilia Romagna pronta a chiudere le scuole
di Giuliano Pani
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Sabato 27 Febbraio 2021, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 10:36

Zona rossa, arancione, gialla e bianca cambiano i colori delle regioni. Da lunedì primo marzo passeranno in area arancione le Regioni Lombardia, Piemonte, Marche, la provincia di Frosinone e tre province dell'Emilia. In area rossa le Regioni Basilicata e Molise. La Sardegna passa in zona bianca. Lo prevedono le nuove ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia. È intanto in corso il tavolo di confronto tra Ministero della Salute, Iss e Regione Sardegna per definire le modalità attuative del passaggio. A questo quadro vanno aggiunti i lockdown locali come quelli che scatteranno nelle province di Frosinone, Pistoia e Siena già sabato e le misure da arancione scuro in provincia di Bologna e Brescia.

La Regione Sardegna ha già preso visione dell'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza con cui si certifica la zona bianca per l'isola. L'assessore regionale della Sanità Mario Nieddu questa mattina ha partecipato a una videoconferenza con il ministro Speranza, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il direttore generale del dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.

Adesso il presidente della Regione Christian Solinas dovrebbe adottare una sua ordinanza che prevederà riaperture graduali e controllate, e comunque concordate costantemente con il Ministero e il comitato tecnico scientifico.

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Emilia Romagna pronta a chiudere le scuole

«Chiusura delle scuole? Se ci sono aumenti dei contagi Covid soprattutto nella fascia della popolazione più giovane, ascoltando i sindaci dei territori e le Ausl, sono pronto a firmare ordinanze restrittive come fatto per Bologna e Città Metropolitana giovedì scorso». Lo ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a margine di un'iniziativa nel Reggiano. L'ordinanza da 'arancione scuro' per il Bolognese e quattro comuni del Ravennate - rispetto alla fascia arancione che riguarda la regione nel complesso - prevede la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, fatta eccezione per le scuole dell'infanzia.

Sarà estesa dal 2 marzo e per due settimane la zona arancione scuro a tutti i comuni della Ausl Romagna escluso il distretto di Forlì. È quanto rende noto la Regione Emilia-Romagna, il cui provvedimento interesserà, quindi le province di Rimini e di Ravenna e il Cesenate. D'intesa con i sindaci, spiega una nota, la Regione adotterà una nuova ordinanza per circoscrivere e contenere la crescita del contagio da Covid. Previsto lo stop agli spostamenti anche all'interno dei comuni e ad attività ricreative e sport. Attività didattica a distanza al 100% per le scuole e l'Università, in presenza i servizi 0-3 anni e scuole d'infanzia.

L'ordinanza che prevede l'ingresso in zona arancione scuro per i comuni dell'area dell'Ausl Romagna con l'esclusione di quelli del distretto di Forlì arriverà tra domani e lunedì, avrà la firma del presidente della Regione e sarà analoga a quelle già approvate per la Città metropolitana di Bologna e l'Imolese. La decisione è stata presa oggi dopo le riunioni fra i sindaci dei territori coinvolti, insieme a Regione e Ausl Romagna. Il provvedimento, spiega la Regione, «è più restrittivo rispetto alle misure nazionali in vigore per la zona arancione in cui è collocata tutta l' Emilia-Romagna dal 21 febbraio scorso, e deriva dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l'andamento del contagio in costante crescita, anche fra i giovani e nelle scuole». Le restrizioni introdotte, viene spiegato ancora, «sono le stesse previste dall'ordinanza in vigore nei comuni del Bolognese: no agli spostamenti, anche all'interno del proprio comune, e anche per visite a parenti e amici, se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità, e limitazioni alle lezioni in presenza, sul modello di ciò che in sostanza avviene in zona rossa». Quindi, viene puntualizzato, «da martedì 2 marzo, l'attività didattica si svolgerà esclusivamente a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per l'Università, mentre rimarrà in presenza per i servizi educativi 0-3 anni e le scuole d'infanzia. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona». In ambito sportivo, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l'attività sportiva svolta nei centri sportivi all'aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all'aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Infine, sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemica.

Frosinone

Intanto, come detto, la provincia di Frosinone sarà zona arancione a partire dalle ore 00.01 di lunedì 1 marzo. E’ in corso la predisposizione dell’ordinanza a seguito della relazione epidemiologia della Asl di Frosinone e del Seresmi – Spallanzani.

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Scattano misure più dure, paura esplosione dei contagi

La stretta riguarderà la vita di tutti i giorni di tutti gli italiani. Da lunedì prossimo, 1° marzo, quando la Basilicata diventerà zona rossa, la didattica a distanza sarà obbligatoria in tutte le scuole lucane. Lo si è appreso a Potenza al termine di una riunione dell'Unità di crisi regionale. L'ordinanza viene firmata dal presidente della Regione, Vito Bardi. E grande preoccupazione c'è a Milano in vista del weekend. «Comportatevi in modo adeguato al difficile momento»: è questo l'appello con cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala chiude un video su Facebook in cui invita i milanesi, nell'ultimo fine settimana giallo prima che la Lombardia rientri in zona arancione, al rispetto delle regole annunciando che comunque ci saranno controlli più decisi. «Siamo in arancione da lunedì ma avendo un week-end di giallo e bel tempo - ha spiegato - vi chiedo di tenere un comportamento corretto».

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Il monitoraggio settimanale del ministero della Salute fotografa un'Italia sempre più in difficoltà a causa della diffusione delle varianti del Covid e dagli esperti arriva un nuovo invito a mantenere e anzi rafforzare i provvedimenti restrittivi: «alla luce del chiaro trend in aumento - dice l'Istituto superiore di sanità - sono necessarie ulteriori e urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi» locali «per evitare il sovraccarico dei servizi sanitari». Indicazioni che potrebbero tradursi in una nuova stretta nel Dpcm in vigore dal 6 marzo, che il governo sta mettendo a punto in queste ore. I nuovi passaggi di colore, come annunciato dall'esecutivo nella riunione con le Regioni di giovedì per andare incontro alle richieste dei presidenti e delle categorie economiche sul territorio, entreranno in vigore non più la domenica ma il lunedì. Un'apertura che però non placa le polemiche visto che il governatore della Lombardia Attilio Fontana torna a chiedere il superamento del sistema delle fasce. «È arrivato il momento che i tecnici ci dicano in modo chiaro e definitivo come superare questo stillicidio settimanale con regole stabili e sicure». Il governo ha già detto però che i colori resteranno anche con il prossimo Dpcm - «un sistema alternativo non c'è» è stata la risposta della ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ai presidenti - e che non è possibile per ora riaprire.

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Paura per i contagi in aumento

I numeri sono d'altronde impietosi. I casi giornalieri sono tornati sopra i 20mila, il tasso tra tamponi e positivi è salito al 6,3%, ci sono ancora 253 morti in 24 ore. Non solo: dieci regioni hanno un Rt superiore all'1, in cinque il rischio complessivo è alto e in otto il tasso di occupazione in terapia intensiva è sopra la soglia critica. «È fondamentale - dice l'Iss - evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo familiare e rimanere a casa il più possibile». Con buona pace dei governatori e del leader della Lega Matteo Salvini, le restrizioni dunque rimarranno, a partire dalla chiusura dei ristoranti la sera, di piscine e palestre. Unico spiraglio è quello che arriva dal Comitato tecnico scientifico pe cinema e teatri: gli esperti, ha detto il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, hanno dato l'ok alla riapertura in zona gialla dal 27 marzo. In realtà il Cts ha solo validato il protocollo, riducendo ulteriormente la capienza prevista (al 25%, massimo 200 persone al chiuso e 400 all'aperto) e, soprattutto, ha ribadito che dovrà comunque essere fatta una valutazione in base alla situazione epidemiologica 15 giorni prima. Lo scontro con i governatori potrebbe ore spostarsi sulla scuola. Diversi presidenti hanno espresso la volontà di chiudere o mettere tutti gli studenti in Dad, alla luce dell'incidenza delle varianti, e alcuni lo hanno già fatto, come Vincenzo De Luca in Campania o Francesco Acquaroli nelle Marche. Ma sia il ministro della Salute Roberto Speranza sia la Gelmini hanno già ribadito che non si può chiedere la riapertura di attività commerciali da un lato e la chiusura delle scuole dall'altro. Il governo ha comunque chiesto al Comitato tecnico scientifico un punto sulla diffusione del contagio nelle scuole e di esprimersi su quali debbano essere le regole per le zone arancioni.

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Cosa cambia

Nelle zone rosse chiudono barbieri e parrucchieri. È una delle poche novità contenuta nella bozza del nuovo Dpcm che il governo ha inviato alle Regioni. «Sono sospese le attività inerenti servizi alla persona, diverse da quelle individuate nell’allegato 24», tra parentesi però è riportato che dall’«allegato 24 vengono eliminati i servizi dei saloni di barbiere e di parrucchiere». Questi servizi invece resteranno operativi sia nelle zone gialle, sia in quelle arancioni. Confermato invece il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino per impedire le serate tra più gruppi familiari non conviventi o con amici.

RISTORAZIONE

Giù la serranda alle 18, alt all’asporto per i bar Bar e ristoranti potranno continuare a operare in zona gialla solo fino alle 18, dopo di che per i ristoratori sarà consentito l’asporto fino alle 22 quando scatta il coprifuoco. Asporto vietato invece per i bar, in modo da evitare assembramenti fuori dai locali. Bar e ristoranti, ma anche negozi, devono indicare con un cartello posto all’ingresso il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale. Tra le norme confermate c’è la chiusura dei parchi tematici e di divertimento e delle sale giochi.

PALESTRE E PISCINE

Niente nuoto e ginnastica, lo sport solo all’aperto Nonostante i protocolli messi a punto (solo palestra individuale e 10mq per ogni nuotatore in vasca) resteranno chiuse palestre e piscine. Ma resta consentito «svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, purché nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri». Vietato invece lo sci (per i timori innescati dalle cabinovie, dai rifugi e dalla vita in albergo) e ogni sport da contatto come calcio, calcetto, pallavolo, pallacanestro etc. svolti da atleti non professionisti o di interesse nazionale.

SECONDE CASE

Vietato andarci nelle zone rosse o arancione scuro In base alle ultime Faq di palazzo Chigi chi vive in Regioni di colore giallo o arancione può raggiungere la seconda casa anche se si trova oltre i confini della propria Regione, ma non se in zona rossa o arancione rafforzato. Può farlo un nucleo familiare per volta, senza amici al seguito, e soltanto se la casa è di proprietà o in affitto da prima del 14 gennaio. Nelle zone rosse invece non è possibile raggiungere la seconda casa e il divieto vale anche per le Regioni “arancione rafforzato”. In ogni caso fanno premio le ordinanze locali.

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