Zona arancione: Lombardia, Piemonte, Liguria, Sicilia e Calabria verso cambio colore. Lazio giallo

Sale l'occupazione di posti letto nelle terapie intensive e nei reparti ordinari

Zona arancione: Lombardia, Piemonte, Liguria, Sicilia e Calabria verso cambio colore. Lazio giallo
di Stefania Piras
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 18:40

A Roma sono ricomparse le tende della Protezione civile fuori dal Pronto soccorso dell'ospedale di Tor Vergata. Un filtro d'emergenza al boom di richieste e accessi che la Regione Lazio sta registrando in questi giorni a causa della variante Omicron. Lo abbiamo raccontato qui. Se c'è un'immagine che descrive bene la zona arancione, infatti, è questa. Le tende da campo montate fuori dagli ospedali che, come nelle precedenti ondate, stanno andando in affanno per curare i pazienti Covid (trascurando gli altri).  Anche il Lazio rischia di entrare in zona arancione nelle prossime settimane se la situazione peggiorerà. Più probabile un'accelerazione verso l'arancione per Lombardia, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Piemonte e Liguria. Anche la provincia autonoma di Trento ha numeri da zona arancione: i posti letto in rianimazione sono occupati al 31% (la soglia dovrebbe essere il 20%) mentre i ricoveri sono ancora sotto il 30% ma hanno subito un rialzo del 3% nel giro di 24 ore. Particolarmente critica la situazione in Valle d'Aosta dove oltre la metà dei posti letto di tutta la Regione sono occupati da pazienti Covid (il 58%). In Veneto il 20% delle rianimazioni è occupato, mentre i ricoveri si attestano al 25%. In Friuli Venezia Giulia i ricoveri sono stabili al 28% e la pressione sulle terapie intensive si abbassa (-2% rispetto a ieri) ma è comunque al 21%. Stesso valore per le terapie intensive della Toscana (21%). La Campania registra un aumento lieve (1%) delle rianimazioni e arriva al 12% della saturazione, mentre un quarto (25%) dei reparti ordinari sono occupati da pazienti Covid. La Puglia vede aumentare le quantità di entrambi le voci e ha il 10% dei reparti intensivi pieni e 17% di quelli ordinari. 

Ma è l'Italia stessa che facendo la media dei nuovi ingressi nelle terapie intensive e dei nuovi ricoveri si sta tingendo di arancione.

Non è purtroppo un buon segnale.

Vuol dire che il sistema sanitario rischia la congestione, ed è importante saperlo per capire cosa sta succedendo in questi giorni negli ospedali.

Questa è la situazione a livello nazionale. I reparti ordinari (che come recita l'aggettivo andrebbero destinati alle cure ordinarie) sono pieni al 27%. Mentre il 18% delle rianimazioni in tutta Italia ospitano pazienti Covid. Sono percentuali alte, in grado di ingolfare gli ospedali come stanno dicendo primari e dirigenti da settimane. Walter Ricciardi, un'ora fa (ore 12)  su Twitter: «La situazione negli ospedali è drammatica soprattutto per i pazienti oncologici i cui interventi chirurgici che sarebbero urgenti vengono rimandati, il personale è ridotto e stremato, serve proteggere i nostri sistemi sanitari con un insieme combinato di misure». Per entrare in zona arancione devono essere destinati ai malati Covid almeno il 30% dei letti ordinari e il 20% di quelli di terapia intensiva. E come si vede nel tachimetro qui in basso, l'Italia si sta avvicinando a questi parametri. 

Le regioni che hanno contribuito in maniera significativa ad alzare la media nazionale sono quelle destinate a finire presto in zona arancione. Vediamo perché. 

Lombardia

Il 30,6% dei posti letto negli ospedali lombardi è occupato da pazienti Covid. Ancora sotto il limite del 20%, invece, l'occupazione della terapie intensive. Altissima l'incidenza dei nuovi positivi su ogni centomila abitanti, pari a 2.710.  Il 10 gennaio scorso su 8.235 accessi ai pronto soccorso lombardi, 642 sono stati classificati come sospetti Covid (7,8%). Lo stesso giorno, la distribuzione delle dimissioni dei pazienti sospetti Covid per codice triage restituisce un ulteriore elemento di criticità per la rete ospedaliera: un quarto dei codici erano rossi e arancioni (il 26% per la precisione). Ci sono inoltre «tante assenze del personale per contagi, isolamenti e quarantene e per le conseguenti prestazioni rimandate», ha sottolineato ieri Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. In alcuni reparti c'è anche un 10% di personale in meno. La giunta lombarda ha deciso di riaprire l'ospedale in Fiera a Milano per i pazienti Covid: sarebbe la terza riapertura della struttura dopo quella fra aprile e giugno 2020 per la prima ondata e quella fra l'ottobre 2020 e giugno 2021.  

Lazio

Il Lazio non ha raggiunto formalmente i parametri della zona arancione ma ci si sta avvicinando: i ricoveri sono aumentati e da ieri un quarto dei reparti ordinari è occupato da pazienti Covid. Le terapie intensive sono piene al 21%. «Nel Lazio abbiamo oltre un migliaio di operatori sanitari, tra medici e altri professionisti che in questo momento sono positivi a Covid-19. Tutto questo manda ancora di più in affanno il servizio sanitario perché, alla carenza di personale che già esiste, si aggiunge l'ulteriore riduzione del numero di persone che può lavorare per garantire l'assistenza ai cittadini». Lo ha detto il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, spiegando che «non sempre le infezioni si prendono all'interno delle strutture sanitarie, dove i protocolli sono molto rigidi. Purtroppo la circolazione virale nella popolazione al momento è elevata e i rischi crescono ovunque».

Lazio, bollettino oggi 12 gennaio: 12.027 casi (5.063 a Roma) e 15 morti. D'Amato: quasi 5mila contagi in meno in 7 giorni

Calabria 

In Calabria aumentano gli ingressi in terapia intensiva (+2) e anche in ricoveri (+2%) raggiungendo i parametri della zona arancione. Il 20% delle terapie intensive e il 38% dei reparti ordinari è occupato da malati Covid. «La situazione, con l'aumento dell'afflusso in pronto soccorso, è peggiorata soprattutto negli ultimi tre o quattro giorni paghiamo quanto accaduto fra Natale e Capodanno, quando si rimane a casa, ci si cura poco e si arriva qui in condizioni da ricovero». «Il quadro, dunque, è in evoluzione, ma fortunatamente gli ospedali stanno ancora rispondendo discretamente bene, tranne là dove la percentuale di positivi è elevatissima». È la fotografia del dottor Pino Pasqua, direttore dell'Unità operativa complessa Terapia intensiva e Rianimazione dell'ospedale «Annunziata» di Cosenza, nonché direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza. L'11 gennaio degli 884 accessi ai pronto soccorso calabresi 170 erano sospetti Covid (19,23%). 
 

Liguria 

La Liguria, secondo i dati Agenas di ieri, ha i numeri per entrare in zona arancione. Rianimazioni al 20% e ricoveri al 38%. 

Sicilia

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell'Anci Sicilia auspica maggiori restrizioni. «Considerata la gravità della situazione sulla quale si è già espresso anche il Comitato tecnico scientifico della Sicilia, auspicando un'eventuale zona arancione o addirittura rossa per l'intera Isola, essere informati, in tempo reale, sull'andamento dei contagi nei nostri territori rappresenta un elemento fondamentale per consentire l'adozione di eventuali misure di contenimento urgenti e necessarie». I numeri sono da zona arancione: 20% delle rianimazioni occupate (aumentate del 3% in 24 ore) e il 32% dei posti letto ordinari occupati da pazienti Covid. 

Piemonte 

Anche il Piemonte ha oltrepassato le soglie della zona gialla e attualmente ha numeri da zona arancione. Rianimazioni occupate al 24% (con un aumento del 2% rispetto ai nuovi ingressi registrati il giorno precedente) e reparti pieni al 33%. Non c'è un ricorso massiccio ai servizi di emergenza come 118 o pronto soccorso, tuttavia i servizi registrano unn alto tasso di richieste di aiuto legate al Covid. Per capire: il 10 gennaio scorso su 121 accessi ai pronto soccorso piemontesi, 33 erano classificati sospetti Covid (il 27%). 
 

Abruzzo

L'Abruzzo è in zona gialla, oggi registra un balzo di nuovi ingressi nelle terapie intensive: +4% rispetto a ieri. Non supera la soglia del 20% (quella per entrare in zona arancione insieme al tetto del 30% per i ricoveri) ma ci si avvicina. I ricoveri sono al 26%. Da inizio pandemia a oggi in Abruzzo si sono contati 151mila contagi. Di questi, il 30%, quasi uno su tre sono emersi negli ultimi dodici giorni. 

Umbria 

L'Umbria è in zona bianca e ha un terzo dei letti nei reparti ordinari e infettivi occupati da malati Covid. Le terapie intensive ieri hanno registrato un 3% in più di pazienti. «I dati ci dicono che siamo tra le regioni italiane ad avere la migliore risposta a questa quinta ondata, caratterizzata dall'elevata diffusività della variante Omicron. L'Umbria è tra le regioni ancora bianche e più sicure. Anche se l'evoluzione non ci lascerà sicuramente tranquilli gli umbri possono restare certi che questa resterà regione sicura e cercherà di ridurre al minimo l'impatto del Covid» ha affermato ieri la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante l'Assemblea legislativa riferendo in aula in merito all'emergenza sanitaria.

Marche

Le Marche sono in zona gialla dal 20 dicembre e il presidente Francesco Acquaroli due settimane fa parlava di «zona arancione inevitabile». E invece il contenimento dei contagi sta funzionando tenendo i reparti ordinari sotto la soglia di occupazione arancione. «L'introduzione della mascherina e l'attenzione che tanti cittadini marchigiani hanno posto nei loro comportamenti, anche nel periodo festivo, sono stati un elemento che ha ridotto la crescita della pandemia nella nostra Regione, anche numericamente: basta confrontare i dati e credo che questo possa essere un elemento di assoluta novità rispetto al trend del virus». Secondo Acquaroli, i marchigiani «mettendo in campo un atteggiamento di assoluta responsabilità, ci consentono oggi di essere tra le migliori regioni» per incidenza.

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