Ponte Morandi, il racconto di Davide: «Ero sepolto sotto le macrerie, ho scavato a mani nude»

Davide, sbalzato dal Ponte Morandi: «Un volo di 30 metri, non dormo più». Il racconto terribile
di Domenico Zurlo
2 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Ottobre 2018, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 18:16

È precipitato nel crollo del Ponte Morandi lo scorso 14 agosto ed è sopravvissuto. Un evento che ha provocato la morte di 43 persone. Tanti sono stati i racconti dei testimoni pubblicati dai media e la paura di chi c’era e ha visto tutto: tra loro c’è Davide Capello, un giovane che al momento del crollo è letteralmente precipitato dal ponte, un volo di 30 metri.

LEGGI ANCHE Genova, il giudice riapre la strada sotto il moncone del ponte Via libera alle linee ferroviarie
LEGGI ANCHE Crollo ponte a Genova, dal 2013 più di 10 i viadotti crollati in Italia

Davide ha raccontato al quotidiano Libero quanto gli è accaduto, che è qualcosa di vicino ad un miracolo: «Percorrevo il Morandi, il ponte è caduto giù: sono stato sbalzato dall’auto e mi sono trovato in bilico sul pilone numero 9 - le parole di Capello, ritrovatosi tra il cemento e il sostegno di un pezzo di viadotto - in una specie di bolla d’aria che è stata la mia salvezza, perché ha attutito lo schianto».




Un racconto scioccante e terribile quello di Davide Capello: «Quando ho capito di essere ancora vivo, ho iniziato a scavare con le mani tra i detriti per procurarmi una via di fuga - continua - ho scavato con affanno per 5 o 6 metri, mi sono trovato fuori. Ricordo il silenzio sinistro e la desolazione di auto e camion schiacciati, si sentiva solo il rumore della pioggia battente».
 



Davide, vigile del fuoco di 35 anni, è rimasto praticamente illeso: ma come spesso accade, i danni di quel crollo li sente eccome. Intanto, nell’attesa di tornare a fare il vigile del fuoco, si occupa del settore giovanile del Genoa: Capello è infatti un ex portiere, passato anche dal Cagliari oltre che da diverse squadre di categorie minori. «Ho problemi legati al sonno e altri di cui preferisco non parlare - dice - C’è chi mi aiuta per uscire dall’incubo. Per ora non ho ripreso a lavorare, la mia condizione non me lo permette».
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA