Torino, 57enne ucciso con un punteruolo: in casa aveva una serra di marijuana

Lite in casa, 57enne ucciso con un punteruolo di metallo
3 Minuti di Lettura
Sabato 20 Luglio 2019, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 22:09

Droga e soldi. Sono le piste investigative che i carabinieri della compagnia di Ivrea stanno seguendo per individuare il movente dell'omicidio avvenuto la scorsa notte a Vistrorio, in Canavese (Torino). Alberto Diatto, 60 anni di Biella, al culmine di una lite, ha colpito con un punteruolo di metallo Roberto Moschini, 57 anni, nel cortile di casa di quest'ultimo. L'assassino ha inferto due colpi mortali al fianco sinistro della vittima: due stilettate precise e chirurgiche. Il 57enne non ha avuto scampo.

Lite nella notte con la moglie e l'amica, muore 57enne: «Bastonato e soffocato in casa»

L'agguato si è verificato poco dopo mezzanotte in via Cairoli, proprio di fronte al municipio del paese. La mattina prima Diatto si era già presentato a Vistrorio minacciando il padrone di casa. Voleva dei soldi, qualcosa come 5.000 euro, e aveva finito per bucare le gomme dell'auto di Moschini, parcheggiata proprio nel cortile dove i due si sono affrontati poche ore dopo, nel cuore della notte. Durante la colluttazione, il biellese ha estratto il punteruolo e ha colpito a morte il 57enne.

 

 


Alcuni vicini di casa hanno sentito il trambusto e, richiamati dalle urla della vittima, hanno telefonato al 112. L'assassino ha tentato la fuga ma è stato bloccato sulla piazza del municipio da alcuni residenti - tra questi anche il vigile del paese - poco prima dell'arrivo dei militari della compagnia di Ivrea che lo hanno tratto in arresto. Per Moschini, invece, non c'è stato niente da fare. Quando l'equipe medica del 118 ha raggiunto Vistrorio, il suo cuore aveva già smesso di battere. Diatto, di professione infermiere, probabilmente sapeva dove colpire: è stato freddo e determinato, oltre che molto preciso.

Secondo le indagini i due si conoscevano da tempo perché il biellese, per anni, ha vissuto a Ivrea, dove la vittima dell'agguato lavorava. Perso il posto, Moschini si era ritirato in Valchiusella dove viveva da solo e tirava avanti grazie a lavoretti saltuari. Gli investigatori hanno trovato al secondo piano di casa una serra artigianale per la coltivazione di marijuana, un discreto quantitativo di stupefacente e qualche migliaio di euro in contanti. Il sospetto è che il 57enne arrotondasse con lo spaccio nella zona. Ed è per questo motivo che gli inquirenti sono convinti che il movente dell'omicidio possa essere ricondotto a un giro di droga.

© RIPRODUZIONE RISERVATA