Uccise da chi amavano, spesso dentro la propria casa. Accoltellate, soffocate, colpite con un martello o un cacciavite. Ammazzate a 30 come a 60 anni: perchè la violenza sulle donne non ha età. Nel 2019 sono stati 111 i femmincidi, in calo rispetto ai 141 del 2018 ma una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). E sono cresciute anche le vittime in ambito familiare che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).
E' una strage infinita quella descritta dal report "Un anno di Codice Rosso reati spia e femminicidi" realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale. Nel periodo 1 gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d'urgenza dalla casa familiare.
I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l'omicida ha fatto in prevalenza uso di un'arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l'uso di un'arma da fuoco, l'asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l'avvelenamento. Come per i reati spia, anche per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.
Revenge porn
Sono 718 le denunce per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn. L'81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l'83% maggiorenni e per l'89% italiane), episodi distribuiti nell'anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.
Dei quattro delitti introdotti il 9 agosto 2019 dal cosiddetto 'Codice Rossò, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all'8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o la misura precautelare dell'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare.
Il lockdown
Nel periodo gennaio-settembre di quest'anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano un calo dei reati spia (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali), rispetto allo scorso anno.
«La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un'azione di polizia, richiede una crescita culturale. È una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle istituzioni, alla scuola, alla famiglia». Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre. L'obiettivo è quella di fornire un'analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché «ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un'approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo», sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.