Catania, infermiere uccide due pazienti per ripicca: l'ospedale lo aveva trasferito

Vincenzo Villani Conti ha iniettato Diazepam a una 80enne e a una 65enne

Catania, infermiere uccide due pazienti per ripicca: l'ospedale lo aveva trasferito
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 22:28

Erano ricoverate all’ospedale di Catania per essere curate. Non erano gravi, non erano in pericolo di vita. Sono state uccise da un infermiere insoddisfatto, arrabbiato con l’azienda sanitaria perché era stato più volte trasferito da un reparto all’altro. Con una vendetta insensata ha ucciso due persone innocenti, due donne di 65 e 80 anni, alle quali ha iniettato, di notte quando nessuno poteva vederlo, dosi eccessive di Diazepam e Midazolam. Questa è la ricostruzione della procura della Repubblica di Catania che ha disposto l’arresto di Vincenzo Villani Conti, 50 anni, infermiere del reparto di Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza, accusandolo di omicidio premeditato pluriaggravato. Le vittime, secondo ciò che si legge nell’ordinanza del gip, sono state scelte casualmente. Una sorta di roulette russa crudele.

RESPONSABILITÀ
Ora però serviranno anche altri approfondimenti.

Lo fa capire l’assessore regionale alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza: «Ho chiesto al direttore generale dell’azienda sanitaria di avere una relazione. Voglio comprendere la ragione per cui questo infermiere è stato trasferito da due reparti. La magistratura farà il suo corso, ma l’attività ispettiva dell’amministrazione è comprendere se questi trasferimenti dovevano fare scattare l’alert e se a seguito di questi dovevano essere presi provvedimenti». In altri termini: queste due morti potevano essere evitate? L’infermiere poteva essere fermato prima che uccidesse le pazienti? Era seguito da due psicologi, che lo hanno denunciato dopo avere raccolto le sue confidenze. Ma non poteva essere sospeso prima dal servizio invece di limitarsi ai trasferimenti se davvero c’era il sospetto che l’uomo avesse dei problemi psicologici? La direzione dell’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania ha spiegato: «Con riferimento ai gravi reati contestati all’infermiere abbiamo fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’autorità giudiziaria, trasmettendo la documentazione sanitaria e ogni elemento richiesto».

Ma come è possibile che, dopo la prima morte, nessuno si sia accorto di nulla? Risale al 2 dicembre del 2020. Secondo la procura di Catania, Villani Conti sa che nella farmacia dell’ospedale di Catania non c’è un sistema di tracciabilità, per cui preleva due farmaci, il Diazepam e il Midazolam. Il primo è una benzodiazepina che serve per alleviare l’ansia, gli spasmi muscolari e le convulsioni. Anche il secondo è una benzodiazepina, vale a dire uno psicofarmaco, usato per la sedazione. Villani Conti agisce quando è in servizio di notte e inietta importanti quantitativi di entrambi i medicinali in una paziente. La donna muore, ma nessuno sospetta di nulla. Nessuno interviene. Trascorrono poche settimane e il 16 gennaio l’infermiere ripete l’azione, con gli stessi farmaci. Non scrive nulla nelle cartelle cliniche e sa che quei medicinali sono controindicati per la patologie delle pazienti. Tempo dopo però Villani Conti - che nella sua pagina Facebook si presenta come originario di Reggio Calabria, single, e mostra foto in eventi pubblici anche al fianco del principe Emanuele Filiberto di Savoia e immagini di se stesso con lo slogan “Io resto a casa” risalente al tempo del lockdown - si confida con i due psicologi che lo hanno in cura. Parla delle due pazienti morte.

FOLLIA
Gli psicologi denunciano tutto alla la procura, spiegano che l’uomo ha mostrato di essere «mosso nel suo lavoro da uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio dei superiori». Soprattutto parla della sua frustrazione per i vari trasferimenti da un reparto all’altro, li vede come una sorta di bocciatura del suo lavoro, un arretramento del suo status professionale. Dopo la denuncia degli psicologi, la procura apre un’inchiesta, la squadra mobile di Catania indaga, vengono eseguite delle intercettazioni. Sono riesumati i cadaveri. Le autopsie rilevano la presenza di quantitativi anomali dei farmaci. Secondo la procura l’infermiere ha «pianificato accuratamente l’azione criminosa in tutte le sue fasi». E nell’ordinanza di custodia cautelare il gip conclude: «Conti ha ucciso per la frustrazione provata dopo il trasferimento nel reparto di Chirurgia, trasferimento vissuto come una regressione professionale».
 

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