Nel mirino c'era la casa, non i soccorritori che hanno perso la vita durante l'intervento: di questo sembrano convinti gli investigatori che indagano sull'esplosione di Quargnento in cui tre vigili del fuoco sono morti ed altri due sono rimasti feriti, insieme ad un carabiniere. «Omicidio plurimo» e «crollo doloso di edificio» i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla procura di Alessandria, al momento contro ignoti.
Alessandria, esplode una cascina: due vigili del fuoco morti, tre feriti. I carabinieri indagano: ipotesi dolo
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Dunque, nonostante il modus operandi possa far pensare a un attentato eversivo - con la doppia deflagrazione, la prima utilizzata come esca e la seconda letale - le piste al momento privilegiate riconducono ad un ambito familiare: si pensa in particolare a dissidi tra il proprietario dell'abitazione e il figlio, con cui sembra non corra buon sangue, e ad un tentativo di incassare i soldi dell'assicurazione del fabbricato. Ma la cautela è d'obbligo: «le indagini proseguono a 360 gradi e nulla viene tralasciato», afferma un investigatore. L'unica cosa certa è che non si è trattato di un incidente: «l'esplosione è stata voluta e deliberatamente determinata. È un atto doloso», ha detto senza mezzi termini il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri.
Alessandria, chi erano i tre vigili del fuoco morti nell'esplosione
Quello che è successo e le modalità dell'azione - in un Piemonte culla dell'antagonismo, anche violento - hanno fatto subito pensare a un attentato volto a colpire le forze dell'ordine che sarebbero intervenute sul posto: la prima esplosione, secondo modalità ormai collaudate in ambienti dell'anarco-insurrezionalismo, sarebbe così servita da richiamo; la seconda ad uccidere. Insomma, una trappola. E il ritrovamento sul posto di fili elettrici e di una sorta di timer avrebbero avvalorato questa ipotesi. Che però gli inquirenti hanno a stretto giro bollato come «infondata»: «non è terrorismo». Un edificio disabitato di un piccolo centro, questo è il ragionamento, non è il target di chi normalmente rivolge le proprie azioni contro caserme o siti 'istituzionalì. Inoltre, l'innesco e il 'timer' trovati vengono definiti estremamente rudimentali e non è affatto detto che la seconda esplosione sia stata voluta: la dinamica descrive piuttosto un modo di agire pasticciato e improvvisato. Naturalmente gli accertamenti degli artificieri e degli specialisti del Ris diranno di più sulla tecnica adottata, ma i carabinieri che indagano sono fiduciosi di arrivare alla conclusione del caso prima dell'esito di queste indagini tecniche. Due, in particolare, sono le piste al momento privilegiate.
La prima riguarda i rapporti tra il proprietario dell'abitazione e il figlio, che non vengono descritti come idilliaci.
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