Veronica Amistadi, morta con il figlio precipitando dal ponte. L'ultima telefonata alla sorella e quel biglietto per l'ex compagno. Indagine per istigazione al suicidio

Ritrovati senza vita sul greto del torrente Noce, al piedi del ponte di Mostizzolo, in Trentino. L'apertura del fascicolo per instigazione al suicidio è un atto dovuto e servirà a fare piena luce sulle cause che hanno portato alla tragedia

Veronica Amistadi, morta con il figlio precipitando dal ponte. L'ultima telefonata alla sorella e quel biglietto per l'ex compagno. Indagine per istigazione al suicidio
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Lunedì 22 Maggio 2023, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 08:41

Veronica Amistadi, manager di 41 anni, madre. È stata trovata morta - nella notte tra sabato e domenica scorsa - sul greto del torrente Noce, al piedi del ponte di Mostizzolo, in Trentino.

Ha deciso di farla finita, almeno così pensano gli investigatori che propendono per l'ipotesi del suicidio. Portando con sé il suo piccolo, suo figlio di 4 anni. 

 

Veronica Amistadi, si indaga per istigazione al suicidio

Una scelta, se di scelta si è trattato, su cui nessuno - inquirenti in testa - si arroga il diritto di pronunciarsi.

Ma sulla quale si vuole, si deve fare chiarezza. Per far luce sulle ragioni che hanno portato a quel gesto estremo. Ed è per questo che la Procura di Trento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti sulla sua morte e quella del piccolo. L'ipotesi di reato è istigazione al suicidio. Si tratta di un atto che permetterà di effettuare tutti gli accertamenti del caso.

LE INDAGINI

Perché Veronica lo ha fatto? C'è qualcuno dietro questo gesto? Perché ha deciso di portare con sé il figlio? A tutti questi interrogativi si cercherà di dare risposta. L'apertura del fasciolo per instigazione al suicidio è un atto dovuto e servirà a fare piena luce sulle cause che hanno portato alla tragedia. Qualche ora prima di lanciarsi dal ponte di Mostizzolo, Veronica aveva chiamato la sorella al telefono. Una conversazione come le altre nella quale provavano ad organizzare una gita insieme al lago di Garda.

La donna, residente a Trento ma originaria di Roncone, nel Comune di Sella delle Giudicarie, si è lanciata dal ponte con il figlio avuto nell'ambito di una relazione conclusa da tempo. Prima di compiere il gesto estremo, la donna ha lasciato nell'auto un biglietto, all'interno del quale vi sarebbe anche un esplicito riferimento al complicato rapporto con l'ex compagno. I corpi senza vita della 41enne e del figlio sono stati individuati dai carabinieri della compagnia di Cles sul greto del torrente Noce, dopo che un automobilista di passaggio ha segnalato, intorno all'una di notte, la presenza di un veicolo fermo con le luci accese nei pressi del ponte. Le operazioni di recupero, svoltesi a partire dalla 4 di notte, una volta individuati i cadaveri, hanno richiesto l'impegno di squadre specializzate del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco e del personale sanitario, intervenuto con l'elicottero di emergenza. L'identificazione delle due vittime è stata possibile grazie ai documenti trovati nell'auto.

CHI ERA VERONICA
La donna si occupava di marketing internazionale per alcuni marchi molto conosciuti, con incarichi di alto livello anche per una multinazionale estera attiva nel settore farmaceutico. Nelle scorse ore, il sindaco di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli, ha incontrato la famiglia delle due vittime, esprimendo la vicinanza dell'intera comunità. Anche il parroco del paese, don Celestino Riz, ha voluto diffondere un videomessaggio per esprimere il proprio cordoglio ai parenti delle vittime. Non è la prima volta che il ponte di Mostizzolo, che sovrasta una forra di circa 90 metri sul torrente Noce, poco prima che il corso d'acqua s'immetta nel lago di Santa Giustina, è al centro di una tragedia personale. Il ponte collega la strada statale 43 della valle di Non con la strada statale 42 del Tonale e della Mendola. In Trentino si registra un dato di suicidi superiori alla media nazionale, con 58 casi solo nel 2022.

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