Venezia, tornano a splendere i giardini del Palladio: il Rinascimento “green” della Giudecca

A guidare i lavori, che continueranno fino alla primavera del 2024, l'archistar paesaggista Paolo Pejrone

Venezia, tornano a splendere i giardini del Palladio: il Rinascimento “green” della Giudecca
di Laura Larcan
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 20:36

VENEZIA - Il momento migliore è il tramonto. L'avrà pensato anche Andrea Palladio, l'archistar del Rinascimento veneziano quando concepì la basilica del Santissimo Redentore sulla Giudecca dopo la peste del 1577. Veniva definito come il paradiso in terra. Una cornice speciale, di pace francescana, per godersi il panorama più inedito sulla laguna della Serenissima. Lo scenario è quello di un'oasi di armonia, dove la natura appare addomesticata dall'estro umano, gareggiando con la nobile architettura. Siamo nei giardini segreti di Venezia, mai aperti al pubblico.

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Venezia, i giardini del Palladio tornano a risplendere


Un ettaro di patrimonio green, tra orti, serre, antiche officine, cappelle, laboratori di botanica, apiari per produrre miele, uliveti per ottenere l'olio. È il tesoro sconosciuto della Giudecca, incastonato nell'area del convento della basilica del Redentore, chiesa famosissima per la collezione di capolavori d'arte, primo fra tutti, il Tintoretto. Ora grazie ad un complesso restauro sta per essere svelato al grande pubblico. L'operazione rientra sotto l'egida della Venice Gardens Foundation presieduta da Adele Re Rebaudengo che spicca nei Comitati Privati Internazionali impegnati per la salvaguardia del patrimonio verde Venezia, cui si deve già il recupero dei Giardini Reali. E vanta risorse per 5,5 milioni di euro grazie a fondi del Pnrr e ad una cordata di mecenati. A guidare i lavori, che andranno avanti fino alla primavera del 2024, è stato chiamato un archistar paesaggista come Paolo Pejrone.

Il progetto è ambizioso e un filo romantico, che dal restauro filologico botanico e architettonico punta anche ad una nuova gestione sulla scia della concessione ventennale d'accordo con la Curia provinciale dei Frati Minori Cappuccini in accordo col Ministero della Cultura. La violenta acqua granda del 2019 (di 187 drammatici centimetri) aveva lasciato una devastazione. Il recupero è iniziato due anni fa. E fervono i lavori. «Saranno messe a dimora più di 2700 esemplari di alberi e piante», annuncia Adele Re Rebaudengo. Collezioni botaniche, sentieri, strutture architettoniche, angoli pittoreschi. Il cortile degli ulivi dà il benvenuto abbracciando il visitatore con i suoi chiostri. Il grande giardino-orto è il cuore pulsante dello spettacolo.

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Pergole


«L'estro di Pejrone - racconta Adele Re Rebaudengo - è al servizio della storia: torneranno qui le antiche pergole di tradizione veneziana: in legno di castagno avvolte da uva, rose, glicine, begonie, confezionano un percorso di 400 metri al riparo di calura estiva o vento invernale». Le danze acquatiche delle ninfee in omaggio all'Oriente saranno accolte dalla grande vasca centrale, richiamo per uccelli e api. Si supera la cavana, il ricovero delle barche dei frati, e si arriva ai giardini sulla laguna, protetti dai pitosfori e roseti. Qui, trovano cura e dedizione le preziose arnie. L'aspetto particolare è che tutto è all'insegna della sostenibilità. ll giardino è concepito per accogliere il soggiorno di uccelli e animali, per coltivare e produrre piante, ortaggi, miele, olio, per ottenere energie rinnovabili e riciclare scarti organici. Il credo francescano è intatto.

 

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