Variante Covid, test a tappeto: analisi su chi è arrivato da Londra a dicembre

Nuovo Covid, test a tappeto: analisi su chi è arrivato dalla Gb a dicembre
di Mauro Evangelisti
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Martedì 22 Dicembre 2020, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Chi nelle ultime due settimane è stato nel Regno Unito deve contattare l’azienda sanitaria locale ed eseguire il tampone. Solo nel Lazio sono 2.000 i cittadini reduci da un viaggio in Gran Bretagna che devono eseguire i test, come disposto dall’ordinanza del ministero della Salute per individuare la presenza della variante inglese di Sars-CoV-2. Altri 500, secondo il governatore Marco Marsilio, sono in Abruzzo. In Lombardia si ipotizza che vadano eseguiti i tamponi a 1.500 persone provenienti da Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Luca Zaia, d’accordo con Speranza, ha firmato una sua ordinanza.

Il presidente del Veneto - regione dove aleggia il sospetto che l’inattesa impennata dei contagi possa essere stata causata dalla diffusione di B.1.1.7, vale a dire il virus mutato che spaventa il Regno Unito e l’Europa per la straordinaria velocità di trasmissione - ha chiesto ai laboratori di andare oltre, di eseguire a campione il sequenziamento dei tamponi che sono risultati positivi nell’ultimo mese (tra quelli collegati a viaggi in Gran Bretagna).

In questo modo si capirà se ad accelerare l’epidemia in Veneto sia stata l’imprevista diffusione della variante inglese.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità una persona infettata dalla nuova variante contagia in media 1,5 altri soggetti, rispetto a un tasso di riproduzione dell’1,1 per le altre varianti note in Gran Bretagna. Il nuovo virus è anche in Italia: la paziente 1 è un’agente dei servizi segreti. Domenica il Policlinico militare del Celio aveva annunciato che il tampone di una donna, risultata positiva, aveva consentito di sequenziare la variante britannica. Ieri è emerso che si tratta di una 42enne che lavora all’Aise (servizi segreti esterni), ha sintomi lievi ed è in isolamento domiciliare con il compagno, 45 anni, inglese, ex assistente militare di un ufficiale britannico. Per ora la mutazione del virus è stata trovata solo sulla donna, che ha una carica virale alta. Intanto, il sottosegretario Carlo Sibilia ha spiegato che si sta valutando anche l’ipotesi di bloccare i voli da Olanda e Lussemburgo.

Il problema è che oggi, quando si eseguono i tamponi molecolari, si scopre se una persona è positiva, ma non si può comprendere se il virus è quello modificato. Prima dello stop ai collegamenti con il Regno Unito, negli aeroporti italiani sono stati eseguiti i test a chi domenica è arrivato da oltre Manica. Anche se prima di imbarcarsi molti passeggeri avevano eseguito un tampone, allo sbarco sono stati trovati numerosi positivi. Uno a Roma, sette a Napoli, uno a Trieste, tre a Bari, solo per fare alcuni esempi. In totale sono una quindicina, ma fino a quando non saranno completate le operazioni di sequenziamento nei laboratori non si potrà sapere se il virus trovato presenta la nuova variante.

Al termine del vertice tra gli esperti dei paesi dell’Unione europea, l’Ecdc (l’agenzia per il controllo e la prevenzione delle malattie) ha diffuso una serie di raccomandazioni: i laboratori europei devono aggiornare i nucleotidi usati nei vari metodi diagnostici del Sars-Cov-2 (tamponi molecolari e test antigenici rapidi). Per gli esperti non è necessario chiudere le frontiere di Schengen, ma restano bloccati i voli dal Regno Unito. Secondo l’Ecdc la variante inglese circola già da un mese in Europa (e non solo). La caccia alla variante britannica, però, è complicata. L’ordinanza di Speranza, la stessa che ha bloccato l’ingresso in Italia a chi proviene dalla Gran Bretagna, è valida fino al 6 gennaio e recita: le persone che hanno soggiornato «nei quattordici giorni precedenti» nel Regno Unito sono obbligate a comunicare immediatamente «l’avvenuto ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria e a sottoporsi a test molecolare o antigenico». È un obbligo, ma nessuno va a cercare queste persone e, dunque, tutto dipende dal senso civico. 

L’Italia ha i mezzi per una operazione massiccia di sequenziamento del virus? Spiega il professor Carlo Federico Perno, professore di microbiologia all’UniCamillus e al Bambino Gesù di Roma: «Sarebbe importante partire con una massiccia operazione di sequenziamento per comprendere quanto questa variante si sia diffusa nel nostro Paese. L’Italia è in grado di farlo, i centri ci sono. Mancano però i finanziamenti. Con le risorse adeguate, si può fare». Secondo il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico, «adesso che la conosciamo, possiamo sorvegliare questa nuova variante. I laboratori per potenziare il sequenziamento ci sono, serve unione di intenti».

Ieri c’è stata una apparente frenata del numero di nuovi casi in Italia, ma in realtà il tasso di positività è aumentato: 10.872 infetti trovati, ma su appena 87.899 tamponi molecolari, dunque siamo al 12,4 per cento. I decessi sono stati 415, mentre diminuiscono i posti occupati da pazienti Covid negli ospedali: 2.731 in terapia intensiva e 25.145 negli altri reparti. Ma anche ieri 161 persone sono entrate in terapia intensiva e il flusso, ogni giorno, appare costante.
 

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