Un'azienda solida, attiva sulla provincia di Varese da 80 anni, con il bilancio in attivo e commesse in arrivo, rischia di chiudere a causa del caro energia per il diniego da parte del fornitore di energia elettrica a dilazionare una bolletta di circa 2,5 milioni di euro, maggiorata del 337,5% rispetto al 2021. La storia di questo imprenditore preoccupato per la sua azienda e per le decine di famiglie che dipendono da lui, analoga a quella di molti altri, ha spinto il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, a scrivere una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi, chiedendo un immediato intervento. «È una situazione assolutamente insostenibile e che anche dal punto di vista sociale potrebbe portare a conseguenze gravissime - racconta affranto l'imprenditore, titolare di un'azienda che si occupa della fusione di ghisa per l'industria elettromeccanica, automobilistica, meccanica ed edilizia -. Se a brevissimo termine non dovessero esserci provvedimenti pesanti, di guerra direi, rischiamo che la nostra industria manifatturiera chiuda i battenti e di non poter garantire più il lavoro alle persone».
Bollette incrementate del 230%
A giugno «la bolletta è stata di 333 mila euro a fronte dei 161 mila dello scorso anno; a luglio siamo passati a 504 mila euro, rispetto ai 152 mila dello stesso mese, un incremento del 230%». L'allarme, chiaro e forte, lo lancia anche la Camera di Commercio di Varese. «Se non facciamo qualcosa, in tre o quattro settimane rischiamo la chiusura del 30% delle aziende manifatturiere italiane - dice all'ANSA il presidente Fabio Lunghi -, un'emergenza nazionale, con aziende che nel nostro territorio sono passate da bollette da 255 mila euro al milione e mezzo di euro, e la cosa che non mi spiego è per quale ragione non se ne parli in questi termini, al fine di agire immediatamente e perché l'Europa non ha fatto niente». Secondo il Presidente di Confindustria Varese «sono 350mila in Italia le aziende a rischio chiusura, con tre milioni di potenziali disoccupati e dieci milioni di possibili indigenti».
Le bollette del manifatturiero italiano «sono salite da 8 miliardi del 2019 a 57 quest'anno, con una previsione per 75 il prossimo anno». «Numeri chiari», di fronte ai quali «il Governo che si formerà avrà pochi giorni per agire», ma «non si può dire a un'azienda energivora 'o paghi entro il giorno x o ti stacco i contatori, perché la si condanna alla chiusura».
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