Boiocchi, stop al tifo in curva per l'Inter. «Striscioni e tamburi vietati». Quattro Daspo

Boiocchi, stop al tifo in curva per l'Inter: «Striscioni e tamburi vietati». Quattro Daspo
di Claudia Guasco
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Venerdì 4 Novembre 2022, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 15:54

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla curva dell'Inter. Al centro, i fatti del 29 ottobre su quanto accaduto il 29 ottobre quando alcuni supporter nerazzurri - dopo aver appreso dell'agguato mortale allo storico capo ultras della Nord Vittorio Boiocchi - avrebbero costretto parte degli spettatori a lasciare il secondo anello dello stadio San Siro. Il fascicolo, per ora senza ipotesi di reato, è nelle mani del procuratore capo Marcello Viola, che coordina temporaneamente anche il pool antiterrorismo, il quale dovrà valutare tutte le attività d'indagine che la Digos sta svolgendo e che stanno portando ai primi Daspo.

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LE MISURE

Stamane il questore di Milano ha emesso quattro misure di divieto di accedere alle manifestazioni sportive nei confronti di altrettanti ultrà dell'Inter che sabato, alla notizia dell'omicidio dello storico capo della curva Nord nerazzurra Vittorio Boiocchi, hanno costretto parte degli spettatori a lasciare il secondo anello dello stadio mentre era in corso la partita Inter-Sampdoria.

I quattro sono stati identificati e segnalati all'autorità giudiziaria. Tutto comincia a partita da poco iniziata. In Curva Nord si diffonde la notizia della morte di Boiocchi, pluripregiudicato, storico leader ultrà tornato capo a tutti gli effetti dopo 26 anni di prigione e la sua scarcerazione nel 2019. I tifosi cominciano ad arrotolare gli striscioni in segno di lutto, poi alla fine del primo tempo la Curva si svuota. Anche con la forza: genitori con bambini hanno raccontato di essere stati spintonati, altri di di essere stati costretti con la forza ad abbandonare il secondo anello. Una evacuazione forzata che ha suscitato la reazione indignata dei tifosi nerazzuri e la presa di posizione del club.

STRISCIONI VIETATI

Gli agenti della Digos della questura di Milano hanno ora identificato alcuni ultrà ritenuti responsabili del deflusso e hanno anche isolato la posizione di un altro tifoso accusato di aver usato violenza verso una persona che esitava a lasciare lo stadio. Punto di partenza delle indagini, due telefonate arrivate al 112 un'ora circa dopo i fatti, in cui dei tifosi dell'Inter lamentavano di essere stati allontanati dagli spalti, e i numerosi racconti sui social. Elementi che, insieme all’analisi delle telecamere, ha permesso di circostanziare gli episodi. I Daspo sono stati emessi nei confronti di un cinquantaduenne della provincia di Varese, pregiudicato e già destinatario di un precedente dievieto, per il quale è stata disposta un’ulteriore misura della durata di cinque anni. Daspo due anni per un trentunenne milanese già indagato dalla questura di Napoli per il possesso di oggetti pirotecnici utilizzati durante l'incontro Napoli-Inter e per un diciottenne che, mentre "esortava in modo deciso i tifosi a lasciare il settore, ne ha strattonato e spinto uno fino a farlo cadere a terra". Infine per un ventiduenne incensurato è stato disposto un Daspo di un anno. Inoltre, alla luce di ciò che è accaduto sabato, la questura - anche su indicazione del Comitato ordine e sicurezza pubblica presieduto dal prefetto - ha imposto il "divieto di accesso ed esposizione di striscioni, bandiere, megafoni e tamburi nella Curva Nord, per la partita "Inter-Bologna" prevista per mercoledì 9 novembre.

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