Quindicenne ucciso a Napoli, il Coronavirus ferma il funerale di Ugo Russo: a Napoli esplode la tensione

Coronavirus, stop al corteo funebre per Ugo Russo: a Napoli esplode la tensione
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Lunedì 9 Marzo 2020, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 19:07

Momenti di tensione stamattina a Napoli, durante il corteo organizzato per i funerali di Ugo Russo, il ragazzo di 15 anni ucciso mentre, armato di una pistola poi rivelatasi una replica di quelle vere, tentava di rapinare l'orologio a un carabiniere 23enne che ha reagito sparando con la sua pistola d'ordinanza. La polizia ha fermato il corteo appena qualche centinaio di metri dopo la partenza, per far rispettare le disposizioni del decreto emesso per arginare l'epidemia di coronavirus. Anche l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, seguendo le disposizioni ecclestastiche nazionali disposte ieri, ha sospeso tutte le cerimonie religiose, quelle funebri comprese.

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Parenti e amici del giovane intendevano far sfilare la bara per le strade del centro, malgrado i divieti. La salma del 15enne è tornata sabato mattina nella sua abitazione dei Quartieri Spagnoli, dopo l'autopsia eseguita venerdì. Da allora il feretro - peraltro scoperchiato - è stato vegliato da amici e parenti, fino a stamattina, quando il corteo, con la bara bianca in testa, si è diretto verso via Roma. Appena un passo dietro i genitori e, poco distante, uno striscione per chiedere 'Verità e giustizia​per Ugò. Poi palloncini bianchi e magliette raffiguranti il volto del ragazzo. Lo stop è stato imposto appena il corteo è giunto sulla centralissima via Toledo. Dopo qualche momento di tensione, gestito da forze dell'ordine e parenti, la bara è stata sistemata sul carro funebre che, seguito dai genitori del ragazzo in sella a uno scooter, si è diretto verso il cimitero. Nella cappella Ugo ha ricevuto la benedizione, prima della sepoltura.
 

​La tentata rapina costata la vita a Ugo Russo è avvenuta nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica primo marzo, nella zona di Santa Lucia a Napoli. L'indomani ignoti esplosero colpi di pistola all'esterno della caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dell'Arma: episodio dal quale ha preso le distanze Vincenzo Russo, papà di Ugo, che insiste invece nel chiedere la verità sulla morte del figlio. Sul fronte delle indagini gli inquirenti attendono ora le relazioni dei consulenti inerenti l'esame autoptico e i rilievi balistici anche se, da qualche giorno, a questi elementi probatori si è aggiunto anche un audio, mandato in onda dalla trasmissione «Quarto Grado». Il file è stato acquisito e l'obiettivo della Procura è ascoltare «dal vivo» le parole del presunto testimone oculare di quella tentata rapina sfociata in tragedia. La versione dei fatti resa da questo presunto testimone avvalorerebbe pienamente quella fornita dal militare ai magistrati titolari dell'indagine (il pm Simone De Roxas e il procuratore aggiunto Rosa Volpe) a cui il carabiniere ha detto di avere reagito perché si era sentito minacciato di morte. Ugo e il suo complice 17enne, poi fermato, stavano cercando di mettere a segno la rapina per racimolare soldi per andare in discoteca.

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