L’Ucraina? Sta nell’Unione sovietica. Il giallo del manuale (in uso nelle scuole italiane) che riscrive la storia

In un libro delle medie usato a Milano il Donbass e i Paesi baltici congelati al 1989

L Ucraina? Sta nell Unione sovietica. Il giallo del manuale (in uso nelle scuole italiane) che riscrive la storia
di Marina Valensise
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Sabato 5 Marzo 2022, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 08:22

Non è solo Putin a falsificare la storia dell’Ucraina, ma anche certi libri di testo in uso nelle scuole italiane. La denuncia viene da una ucraina russofona del Donbass, sposata da vent’anni con un ingegnere italiano, e madre di due figlie, una delle quali, oggi dodicenne, frequenta a Milano la seconda media dalle Marcelline di Piazza Tommaseo, e studia la geografia su un manuale Garzanti DEA pubblicato nel 2019, ma stranamente poco aggiornato alla realtà politica.

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«Non parlerei di mancato aggiornamento, ma di una versione singolare della realtà politica recente che sembra riprodurre la propaganda del Cremlino», dice Tetyana Bezruchenko Ceppici, che ha particolarmente a cuore la questione e da quando l’Ucraina è stata invasa dall’esercito russo, si mobilita per denunciare le storture che rischiano di deformare il giudizio delle giovani generazioni. «L’autore di questo manuale di geografia” (Alberto Fré. Namaskar, Europa volume 2, DeaScuola Garzanti Scuola) descrive i fatti recenti trascurando completamente l’obiettività» insiste Tetyana Bezruchenko Ceppici. Difficile darle torto. A pagina 246, in effetti, il paragrafo su “la Regione russa” è pieno di inesattezze, a cominciare dalla cartina geografica: «Quando abbiamo ricevuto i libri di testo, ho scoperto con mia figlia questa piantina e ho letto che la Regione russa include gli stati baltici, Estonia, Lituania, Lettonia, la Bielorussia, l’Ucraina e la Moldova, come se fossimo ancora al 1989, e che la popolazione della Repubblica federale russa è di 146 milioni e 544 mila abitanti, e include la Repubblica di Crimea e di Sebastopoli». Quanto all’Ucraina, un’ucraina russofona vissuta nel Donbass come lei non riesce quasi a credere quello che si legge in questo manuale e cioè che «le regioni orientali del Paese a forte minoranza russa hanno seguito l’esempio della Crimea, iniziando a reclamare la propria autonomia, sostenute dalla Russia». 
Nata nel 1972 a Mariupol, importante porto siderurgico sul Mar di Azov, oggi bersagliato dalle bombe di Putin, dove sua madre settantenne sopravvive nella cantina di casa con scorte di pane e acqua, telefonando due volte al giorno al figlio che abita a Irpin per dirgli che è ancora viva, Tetyana Bezruchenko Ceppici ha vissuto sulla sua pelle la disinformazione sovietica e la liberazione mentale dall’ideologia dopo il crollo dell’Urss. «Mi sembra di venire defraudata di una parte di me, come quando arrivata in Italia ho scoperto che molte delle verità che ci venivano conculcate non erano altro che propaganda, pura propaganda in nome dell’ideologia». 
GLI ANEDDOTI
E comincia a raccontare almeno tre episodi che lasciano esterrefatti e aiutano a capire la nube di intossicazione ideologica che ancora avvolge il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, e quanti come lui non hanno ancora preso coscienza del cambio di passo imposto dalla storia: «Da bambina, sognavo di adottare un piccolo bambino americano per sottrarlo alle ingiustizie del capitalismo e offrirgli quello che avevamo noi in Urss. Più tardi, quando sono arrivata a Milano, e ho cominciato a studiare l’italiano, a chi mi domandava chi ha inventato la radio, rispondevo Popov. Non avevo mai sentito parlare di Marconi, e mi sembrava un insulto vedermi defraudare del nostro eroe nazionale, a vantaggio di uno sconosciuto scienziato italiano. Più tardi, ho capito che l’insulto vero era un altro, era quello della falsificazione sovietica. E infine solo in anni recenti ho scoperto l’altra impostura sovietica ai danni del Pinocchio di Collodi. In Russia la favola italiana circola sotto mentite spoglie, grazie al plagio di Alexiei Tolstoi, che cinquant’anni dopo, nel 1936, pubblicò Buratino, riscrivendo le avventure di Pinocchio a uso e consumo dei bambini sovietici, a costo di amputarne l’umanità, il valore dell’amicizia, della riconoscenza, e l’importanza di questi valori nella crescita di un individuo».
Quanto al manuale di geografia, la lettera di protesta da parte dell’Ambasciatore dell’Ucraina in Italia sembra non essere mai pervenuta alla casa editrice D Scuola, che assicura però di aver intrapreso la modifica nella versione digitale, e promette una ristampa corretta.

Mentre dalle Marcelline di Piazza Tommaseo, in attesa di una nuova edizione o di un altro libro di testo, il prof di Geografia, Simone de Rose, ha risposto al reclamo di Tetyana Berzuchenco assicurando di correggere nelle lezioni le molte imprecisioni del manuale di Alberto Fré sulla Regione russa.

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