Ucraina, l'accoglienza in Italia: in un giorno 4mila arrivi, i profughi nei Covid hotel

Per ora bastano le strutture del Viminale ma ci si aspetta un esodo di lungo periodo. Il governo nomina commissari i presidenti di Regione

Ucraina, l'accoglienza in Italia: in un giorno 4mila arrivi, i profughi nei Covid hotel
di Alberto Gentili
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 16:31

«Non abbiamo di fronte un'emergenza di breve periodo, questo esodo avrà dimensioni imponenti». Così la ministra Maria Stella Gelmini, a nome del governo, ha illustrato a presidenti regionali e sindaci riuniti nella Conferenza Stato-Regioni la diaspora degli ucraini dalla loro terra invasa dai russi. Per fronteggiare l'emergenza, l'esecutivo di Mario Draghi ha deciso di autorizzare gli Enti locali a utilizzare i Covid hotel e di «superare lo spontaneismo», affidando alle Prefetture un piano per identificare, censire, sottoporre allo screening anti-Covid i profughi ucraini.

Alle frontiere italiane il flusso di chi scappa dalla guerra aumenta di giorno in giorno: nelle ultime ventiquattr'ore sono stati circa quattromila i rifugiati, mille in più del giorno prima, che portano il totale nel nostro Paese a 21mila, nella stragrande maggioranza donne e bambini. La gran parte è stata finora assorbita da parenti e conoscenti già residenti - soprattutto a Roma, Milano, Napoli e Bologna - e solo 420 sono stati presi in carico dalle strutture di accoglienza del Viminale, come Cas e Sai, a fronte di ottomila posti del sistema di accoglienza deliberati dall'ultimo decreto. «I numeri, al momento, sono gestibili ma lavoriamo ogni ora per farci trovare pronti se e quando cresceranno», ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

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E' dato per certo che il flusso di rifugiati salirà ancora. Così il governo si sta organizzando per affrontare la vera ondata di rifugiati: la Protezione civile è in pre-allerta per quando finiranno i posti nelle strutture del Viminale, i governatori regionali (che chiedono già fondi statali per coprire le nuove spese) sono stati nominati commissari per l'emergenza. E la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, ha cercato di mettere un po' d'ordine durante la Conferenza: «Servono regole e chi fa cosa deve essere molto chiaro. Altrimenti si rischia di fare confusione. Ben venga lo spontaneismo dei privati e del Terzo settore, ma questo deve essere regolamentato».
Sulla stessa linea la ministra Gelmini: «Non vogliamo lasciare niente di intentato e di improvvisato», ha spiegato ai governatori, «lo spontaneismo, se non instradato nei giusti canali, rischia di farci perdere di vista il complesso di soluzioni che dobbiamo approntare per tutti, a cominciare dalla verifica dello stato di salute, anche attraverso lo screening per il Covid, che già si sta praticando.

E' dunque di fondamentale importanza che tutti i rifugiati siano identificati, proprio per assicurare loro la massima assistenza possibile a ogni donna, uomo, bambino».

Il vertice con le Regioni era stato preceduto da un incontro a palazzo Chigi del Nisp (Nucleo interministeriale situazione e pianificazione), coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, con i tecnici di Interno, Difesa, Economia, Sviluppo economico, Esteri, Salute, e i responsabili della Protezione Civile Curcio, del Dis Elisabetta Belloni, dell'Agenzia Cyber Roberto Baldoni e della Polizia Lamberto Giannini. Da questa riunione erano uscite le linee guida, poi sviluppate nella Conferenza Stato-Regioni dove è stato osservato che «in questi giorni difficili l'Italia ha dimostrato la sua generosità, con una molteplicità di iniziative di solidarietà e di accoglienza spontanea».

Le linee guida

«Le Regioni e le Province autonome», ha spiegato la Gelmini, «possono utilizzare le strutture già allestite per l'emergenza pandemica, nonché adottare soluzioni di accoglienza temporanea presso strutture alberghiere o ricettive. L'obiettivo è assicurare l'accoglienza a tutti i profughi in arrivo in Italia dall'Ucraina. Le Prefetture, in raccordo con i commissari, provvedono a fronteggiare le esigenze di accoglienza sul territorio dei cittadini ucraini, a partire dalle operazioni di identificazione, servendosi della rete dei centri di accoglienza già in essere».


Elena Bonetti, ministra della Famiglia, ha annunciato una «rete di coordinamento operativo» con la Protezione civile cui parteciperanno tutti i ministeri competenti, per coinvolgere la rete del terzo settore e delle associazioni, «per dare strumenti ai territori per la gestione dell'accoglienza». «A supporto dei minori e dei loro nuclei familiari», ha puntualizzato la Bonetti, «è necessario anche l'affiancamento della rete del servizio educativo, con una attenzione e un coordinamento specifici per l'accoglienza dei minori non accompagnati». Da rilevare infine che per chi arriva dall'Ucraina sarà sufficiente per poter lavorare la richiesta di permesso di soggiorno presentata in Questura.

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