Crisi Ucraina-Russia: americani, canadesi, inglesi, giapponesi e coreani pronti a lasciare Kiev

Crisi Ucraina-Russia: americani, canadesi, inglesi, giapponesi e coreani pronti a lasciare Kiev
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Sabato 12 Febbraio 2022, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 14:02

Soffiano sempre di più venti di guerra nell'Europa dell'Est per le tensioni Kiev-Mosca.  E sono sempre di più gli Stati che esortano i propri cittadini a lasciare l'Ucraina il prima possibile per il rischio di una guerra. Dopo l'appello del Presidente Usa Biden lanciato agli americani presenti in Ucraina, anche Canada, Gran Bretagna, il Giappone e la Corea del Sud hanno invitato i connazionali ad abbandonare il Paese. Inoltre anche i dipendenti della missione diplomatica russa a Kiev hanno iniziato a lasciare il Paese. Lo riporta Ria Novosti, citando una "fonte informata". "I diplomatici e i funzionari consolari in Ucraina stanno rimpatriando", scrive l'agenzia russa, secondo la quale sullo sfondo degli allarmi lanciati dai Paesi occidentali ai propri cittadini, "Mosca ha deciso d'intraprendere la stessa strada".

Un attacco da parte degli oltre 100.000 soldati russi, attualmente sistemati al confine est dell' Ucraina, "potrebbe verificarsi da un giorno all'altro", ha detto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca a Washington. Respingendo la speculazione secondo cui il Cremlino non avrebbe mai innescato la crisi mentre le Olimpiadi di Pechino sono ancora in corso, Sullivan ha affermato che un simile attacco "potrebbe verificarsi" prima della fine dei Giochi, prevista per il 20 febbraio e ha chiarito che gli Stati Uniti si stanno preparando al peggio, compreso un "rapido assalto" alla capitale Kiev. 

Ma perché Mosca vuole invadere l'Ucraina?  Dalla fine della guerra fredda, la Nato si è espansa verso Est, accogliendo 14 nuovi Paesi, inclusi quelli dell’ex Patto di Varsavia e le tre nazioni baltiche, che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica.

In ottica russa, questo spostamento verso Est ha messo a rischio la propria sicurezza nazionale, poiché, appunto, l’Alleanza è “giunta alle porte della Federazione Russa”. Sebbene l’Ucraina non sia membro della Nato ha sempre reso espliciti i suoi sentimenti euro-atlantici, che hanno trovato risposta nella promessa compiuta dall’Alleanza il 2 aprile 2008. In tale occasione si era svolto il Vertice di Bucarest e i Paesi membri avevano annunciato l’avvio della politica della “porta aperta” per Georgia e Ucraina, promettendo l’integrazione nell’organizzazione militare occidentale nel futuro.  Uno dei principali punti di rottura che ha portato al drastico calo dell’influenza russa nel Paese risale al 2014, quando il popolo ucraino aveva rovesciato il governo presidente filo-russo, Viktor Janukovič, sostituendolo con un governo di stampo Occidentale.

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