Ucraina, l'esodo di donne e bambini: già 100mila sono fuggiti all'estero. Quanti rifugiati può accogliere l'Italia. La mappa dell'accoglienza

Si attendono da uno a 5 milioni di profughi

Ucraina, l'esodo di donne e bambini: già 100mila sono fuggiti all'estero. Quanti rifugiati può accogliere l'Italia La mappa dell'accoglienza
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 26 Febbraio 2022, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 12:27

Ne sono attesi fino a 5 milioni, per adesso sono 100mila gli abitanti dell'Ucraina che sono fuggiti oltrefrontiera per scampare all'invasione delle truppe della Russia. Tutti donne e bambini, perché gli uomini dai 18 ai 60 anni non possono lasciare il paese: una "leva" obbligatoria che non risulta avere sollevato proteste, con i civili che si sono dimostrati pronti a imbracciare le armi per difendere le loro città. Terribili le scene di separazione delle famiglie, con donne e bambini che salgono su treni e bus lasciandosi alle spalle gli uomini e le loro case. I minorenni in Ucraina sono oltre 7 milioni su 44 milioni di abitanti.

Al momento la Polonia ha accolto più di 30mila ucraini, altri 17.500 risultano arrivati in Moldavia, almeno 10mila in Romania, 3.500 in Ungheria. Varsavia si è detta pronta ad accoglierne mezzo milione, un bel salto - come fa notare Vox - rispetto alle cifre "in tempo di pace": l'anno scorso la Polonia ha ospitato poco meno di 6mila rifugiati.

La questione è anche legata al tempo di rimanenza, ovvero alla durata della guerra e alle sue conseguenze. Difficilmente, ad esempio, gli ucraini non filorussi torneranno nelle loro abitazioni nel Donbass dove già la vita non era facile per loro dal 2014, anno dell'autoproclamazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.

 

Polonia e Romania hanno i confini più estesi con l'Ucraina e quindi in questa fase di assoluta emergenza saranno i paesi più esposti all'arrivo dei profughi: i passaggi di frontiera per le auto sono otto, e quattro per i treni. Le code delle auto alle frontiere romene sono lunghissime, fino a 15 chilometri, secondo le testimonianze l'attesa per l'ingresso nel paese può durare anche 10 - 12 ore. Ogni cittadino ucraino viene trattato come rifugiato di guerra. Chi ne ha bisogno viene assistito nei centri organizzati all'ingresso nel Paese. Come accade nelle sale della stazione di Przemysl, dove si può ricevere un pasto caldo, le necessarie informazioni, e dove è possibile aspettare il treno o eventuali familiari. Tanti profughi trovano ad accoglierli parenti, che li aspettano, spesso per tante ore, vicino alla frontiera, per poi ospitarli nelle località in cui vivono. Secondo le stime in Polonia vive oltre un milione di ucraini, anche se i dati ufficiali sono assai inferiori. Solo una piccola percentuale dei profughi che non torneranno in Patria lascerà l'Europa: gli Stati Uniti hanno il tetto di 10mila accoglienze l'anno, posti che richiedono lunghe procedure. Già un terzo delle "applicazioni" tuttavia - un altro segnale degli effetti del conflitto - risultano al momento firmate da Ucraini 

Il ruolo dell'Italia

In Italia gli Ucraini al momento censiti sono quasi 230mila, le donne rappresentano l'80%. Quasi tutti gli ucraini hanno ottenuto il permesso di soggiorno lungo e il 45% aveva già avviato pratiche per il ricongiungimento familiare. E' logico pensare che in questi giorni drammatici queste pratiche aumenteranno in maniera esponenziale. E chi non può contare sul sostegno di familiari già in Italia?  

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La mappa dei centri di accoglienza

La mappa interattiva dei centri di accoglienza in Italia, provincia per provincia,  per rifugiati e richiedenti asilo in Italia. E' stata realizzata da Openpolis e ActionAid. Un lavoro imponente, una piattaforma in cui trovare i dati sulle tutte le strutture di accoglienza, i posti disponibili, i costi.

I rifugiati o i richiedenti asilo in Italia possono contare principalmente sui Sai, i Cas e i centri di prima accoglienza.

Nei centri di prima accoglienza le persone vengono identificate e indirizzate verso i passaggi successivi. Il Sai è il sistema ordinario di accoglienza. I Cas invece dovrebbero essere attivati solo in via straordinaria, a causa della mancanza di posti negli altri centri.

I centri operativi fino al 2020 (ultimi dati disponibili) sono complessivamente 9.138 e accolgono 76.236 persone sui 101.302 posti disponibili. Un crollo delle presenze visto che nel 2018 gli ospiti erano 169.471.

I bambini

Sos Villaggi dei Bambini, fra le poche Organizzazioni internazionali attive in Ucraina lancia inoltre l’allarme sul rischio che oltre 2,5 milioni di ucraini si trovino nella necessità di essere evacuati e aiutati.

Nel Paese sono oltre 64.000 i bambini in condizione di affidamento e di accoglienza, mentre 16.000 sono ancora in attesa di ricevere supporto: 98.000 sono i bambini accolti nelle strutture di accoglienza. Le famiglie in situazione di vulnerabilità sono oltre 600.000.

La Caritas

«In Ucraina  si temono sempre più vittime civili e il rischio di una catastrofe umanitaria. Sono già centinaia di migliaia sfollati e rifugiati nei Paesi limitrofi», sottolinea la Caritas. In questo quadro è sempre più difficile l'opera di soccorso della Caritas in Ucraina che moltiplica gli sforzi per far fronte ai bisogni immediati, ma anche per dare ascolto e sostegno psicologico alla popolazione sconvolta dalla follia della guerra. Gli operatori stanno cercando di mantenere in attività tutta la rete dei centri polivalenti che sono stati attrezzati per aiutare i tanti sfollati di questa lunga crisi che ha coinvolto il paese.  Attraverso questi centri e altre strutture che man mano si rendono disponibili, si stanno distribuendo generi alimentari, prodotti per l'igiene, acqua potabile, e prodotti per il riscaldamento, si sta fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, assistenza alle persone anziane rimaste sole ed accoglienza. Operatori e volontari sono mobilitati per trasportare le persone più vulnerabili in zone più sicure. Da segnalare anche la presenza di personale sanitario che negli anni si è specializzato nell'assistenza delle persone traumatizzate dalla guerra che risulta quanto mai preziosa in questo frangente. Particolare attenzione è rivolta ai minori, in parte alloggiati presso 22 case famiglia, ma soprattutto ai tanti bambini ospitati negli orfanotrofi pubblici. La Caritas ha messo a disposizione nella parte più occidentale del paese cinque strutture di accoglienza dove assistere questi bambini. La solidarietà si è estesa anche nei paesi limitrofi dove si stanno riversando i profughi. 

Le Caritas Polonia, Moldova e Romania sono in prima fila nell'organizzazione dell'accoglienza e chiedono un aiuto per far fronte a tale emergenza. In Moldavia la Caritas ha aperto tre centri (Chisinau, Palanca e Ocnita) per 500 posti letto, mentre in Polonia la rete delle Caritas diocesane ha messo a disposizione altri 2500 posti letto. Stanno inoltre mobilitando volontari per stare vicino alle famiglie che saranno accolte nei centri predisposti dalle autorità locali. Vicinanza e solidarietà sono state espresse anche a quanti sono dovuti scappare in Russia, nella regione di Rostov, che negli anni hanno ricevuto il sostegno della Caritas diocesana locale e di Caritas Italiana.

Paolo Ricci Bitti

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