Turista romano disperso a Cortina d'Ampezzo: una vasca per fermare la furia della cascata

I vigili del fuoco durante il sopralluogo alla cascata di Fanes, dove è disperso un turista romano
di Marco Dibona
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Giovedì 20 Agosto 2020, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 07:07
CORTINA  - Le ricerche del 38enne turista romano  Alfonso Maria Lostia nel rio di Fanes saranno agevolate collocando una grande vasca d’acciaio alla base della cascata, per assorbire parte della forza dell’acqua, per ridurre la turbolenza nella pozza sottostante. La decisione è stata presa ieri, dopo una giornata di sopralluoghi, a terra e dal cielo, con un elicottero, da parte del gruppo di lavoro, coordinato dall’ingegner Fabio Calore del comando di Belluno dei Vigili del fuoco. Hanno partecipato tutte le istituzioni coinvolte nel recupero del disperso, Genio civile, Vigili del fuoco, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, oltre ad alcuni professionisti, esperti di idraulica, con ditte specializzate del settore, operatori del Consorzio triveneto rocciatori di Fonzaso, che hanno fornito una consulenza tecnica. 

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«La ricognizione è iniziata alle 10.30 – spiega l’ingegner Calore – anche con il sorvolo dell’elicottero dei Vigili del fuoco per valutare l’ipotesi di spostare il corso dell’acqua. Ma questa soluzione si è rivelata non fattibile, troppo impattante e anche onerosa. Per valutare questo intervento abbiamo consultato anche il professor Luigi D’Alpaos, un luminare dell’idrogeologia». Si è quindi deciso di realizzare un dissipatore semisommerso, da porre ai piedi della cascata; una vasca della capienza di sei metri cubi, che dovrà disperdere l’energia dell’acqua, per rilasciarla nell’alveo, oltre la pozza in cui si ritiene ci possa essere il corpo dell’uomo scomparso. Così ci saranno meno turbolenze e si consentirà ai sommozzatori di lavorare senza dover lottare contro le forti correnti e la torbidità, in condizioni di maggiore sicurezza ed efficacia. 

SARÀ CHIUSO L’ACCESSO
Sarà chiuso l’accesso pedonale all’area della cascata, per tenere lontani i curiosi che in questi giorni hanno continuato a recarsi sul posto, per osservare le ricerche e scattare fotografie. «Ci vorranno un paio di giorni per preparare la sede dove collocare la vasca e quindi un altro giorno per posizionarla e ancorarla – continua Calore – noi crediamo di poter ultimare l’opera per il fine settimana. Si comincerà a lavorare già giovedì». 

DEVIAZIONE IMPATTANTE
Una delle ipotesi iniziali, la deviazione del rio Fanes, sopra la cascata, è stata subito scartata. L’ipotesi si è rivelata troppo impegnativa, sia sotto il profilo ambientale che economico, oltreché di tempistiche lunghe, come conferma Flavio Lancedelli, presidente delle Regole e del Parco d’Ampezzo: «Si è capito subito che sarebbe stata impraticabile. Sarebbe stato necessario un intervento complesso, da eseguire molto a monte della cascata, incerto nei risultati e oneroso nell’esecuzione, con la necessità di impiegare grossi escavatori o esplosivo. E’ stata quindi scartata, per oggettive difficoltà». 

Si spera così di dare soluzione a una vicenda drammatica, che si trascina da una settimana. Venerdì 14, vigilia di Ferragosto, il turista romano, di 38 anni, in vacanza a Cortina con la moglie, è stato visto precipitare dalla ferrata Giovanni Barbara, per inabissarsi nella pozza d’acqua alla base. Le ricerche hanno portato, il primo giorno, soltanto al rinvenimento di una scarpa e un gilet. 
 
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