Trivulzio, il rapporto della commissione: «Meno morti rispetto ad altre Rsa e più assenteismo»

Trivulzio, il rapporto della commissione: «Meno morti rispetto ad altre Rsa e più assenteismo»
di Claudia Guasco
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Giovedì 9 Luglio 2020, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 17:30
MILANO Dopo tre mesi di lavoro l’Unità di coordinamento multidisciplinare di Regione Lombardia, Comune di Milano e Ats conclude la verifica sui decessi al Pio Albergo Tirvulzio, la struttura milanese nella quale sono morti 300 degenti e finita nel fascicolo della Procura che indaga per epidemia composa e omicidio colposo nelle Rsa.
«DECESSI NELLA NORMA»
La sintesi: mancavano mascherine e dispositivi di protezione individuale, «la presenza di casi sospetti fin dai primi giorni dell’epidemia è coerente con l’ipotesi di un’introduzione precoce dell’infezione (attraverso personale, visitatori e pazienti ambulatoriali) e di una successiva propagazione interna tra ospiti e pazienti che le procedure di isolamento adottate non sono riuscite ad arginare in modo efficace».  Ma alla fine, afferma il direttore sanitario dell’Ats metropolitana Vittorio Demicheli, «non è successo niente che non sia accaduto anche in strutture simili, anzi l’impatto dei contagi sul Trivulzio in termini di mortalità è stato inferiore». La relazione conclusiva, insomma, salva la gestione della Baggina nella bufera del Covid-19, che secondo i commissari - tra cui i magistrati Gherardo Colombo (incaricato dal Comune) e Giovanni Canzio (numero uno dell'anticorruzione regionale scelto dal Pirellone) - non ha avuto esiti diversi o peggiori rispetto a quelli delle altre case di riposo. «Il rapporto tra decessi osservati e decessi attesi nel primo quatrimestre al Trivulzio è stato pari a 1.7 mentre quello corrispondente nelle Rsa di Ats MIlano è stato di 2.2 - si legge nel rapporto - Un eccesso di mortalità durante l’emergenza Covid (marzo-aprile 2020) è molto inferiore a quello medio delle altre Rsa (2.9 contro 3.7) e di poco superiore a quello verificatosi nella popolazione over 70 (2.3)». Per la commissione, «particolare criticità alla gestione dell’emergenza è stata apportata dal marcato assenteismo del personale di assistenza che ha assunto dimensioni molto superiori all’atteso: in alcuni reparti e per alcune figure le assenze hanno interessato il 65% della forza lavoro. Un livello così elevato di difficilmente trova spiegazione nella diffusione del contagio tra gli operatori, come rivelano gli indici di infortunio specifico segnalati dalla struttura».
RESPONSABILITA’
Stando ai dati raccolti dai commissari, il numero di chi non si è presentato al lavoro durante l’epidemia oscilla tra il 37 e il 65% nelle Rsa lombarde a fronte del 65-67% degli operatori sanitari della Baggina e «solo una piccolissima parte è riconducibile al virus»,  afferma Demicheli.
Che aggiunge: «Può darsi che l’assenteismo sia stato causato dalla mancanza di mascherine e camici, ma tutti in quel periodo avevamo paura». Gli operatori sanitari del Trivulzio hanno denunciato che la direzione sanitaria li ha obbligati a non indossare mascherine per non spaventare i degenti. «Abbiamo analizzato bollettini e ordini di servizio, non è emerso nulla». Quanto alle eventuali responsailità dei vertici della struttura, ribadisce il direttore generale della Sanità lombarda Marco Trivelli, «noi abbiamo semplicemente cercato riscontro alle affermazioni che ci venivano proposte, come il divieto di indossare mascherine e il divieto di trasferimento dei pazienti in pronto soccorso. Non abbiamo trovato alcun riscontro documentale. Ma questo non è compito della commissione, bensì della Procura della Repubblica».
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