Trivelle, arriva lo sblocco. Gas scontato alle imprese: non potrà essere ceduto a un prezzo superiore a 100 euro

Alle compagnie permessi decennali per estrarre 15 miliardi di metri cubi

Trivelle, arriva lo sblocco gas scontato alle imprese: non potrà essere ceduto a un prezzo superiore a 100 euro
di Andrea Bassi
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Sabato 5 Novembre 2022, 00:45

Non più un decreto, ma un emendamento che sarà presentato in Parlamento. Sullo sblocca-trivelle il governo cambia strada e sceglie una via più veloce per riattivare la produzione nazionale di gas. Un modo anche di blindare il provvedimento che farà ripartire le perforazioni in Adriatico, sottraendolo al lungo percorso di conversione che un decreto avrebbe dovuto avere, tra l’altro, in concomitanza con l’arrivo in Parlamento della legge di Bilancio. Il provvedimento cosiddetto «gas release» è stato in parte lasciato in eredità dal precedente governo. Prevede la cessione a prezzi calmierati alle imprese cosiddette “gasivore”, di 2 miliardi di metri cubi di metano l’anno per i prossimi dieci anni. A fronte del gas ceduto, gli operatori otterranno concessioni, sempre decennali, per esplorazioni nell’Adriatico. 

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A REGIME

Il gas nazionale sarà assegnato ai cementifici, alle acciaierie e a tutte le altre imprese grandi consumatrici di metano.

Le compagnie firmeranno in contratto con il Gse che acquisirà il gas e lo girerà alle imprese. Dunque il provvedimento voluto dal neo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, va oltre quanto previsto dalle bozze di Cingolani. L’intenzione del governo è di dare nuove concessioni di estrazione nella fascia tra le nove e le dodici miglia marine. Il provvedimento derogherà alle disposizioni vigenti consentendo la coltivazione, per la durata di vita del giacimento, delle concessioni poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia e con un potenziale di gas superiore a 500 milioni di metri cubi. Sarà dunque escluso l’altissimo Adriatico (per salvaguardare Venezia). Inoltre, come detto, viene dato il via libera al rilascio di nuove concessioni in zone di mare poste fra le nove e le dodici miglia. Questa doppia operazione, secondo gli esperti, rimetterebbe in gioco riserve che alcune stime indicano in 15 miliardi di metri cubi. Le concessioni avranno una durata di dieci anni. Le compagnie che chiederanno di poter esplorare e perforare, però, dovranno “anticipare” immediatamente delle quote di gas a prezzo calmierato che saranno cedute alle aziende energivore. L’emendamento prevede che questo anticipo riguardi il 75 per cento del gas che le compagnie prevedono di estrarre nei primi due anni, e del 50 per cento per i successivi anni. Il prezzo di queste partite di metano è stato indicato in una forbice tra i 50 e i 100 euro al Megawattora. Se il prezzo sui mercati nazionali e internazionali resterà oltre i 100 euro, scatterà quindi il tetto. Ieri c’è stato un nuovo tonfo per il prezzo del metano ad Amsterdam: i future sul Ttf con scadenza a dicembre hanno chiuso la seduta in ribasso dell’8,5% a 114,79 euro al Megawattora, ritoccando i minimi da metà giugno. 

Alla progressiva discesa del prezzo del gas stanno contribuendo le temperature sopra la media nel Vecchio Continente, che preservano le scorte accumulate durante l’anno, con gli stoccaggi della Ue ormai prossimi, in media, al 95% di riempimento. 

IL CONTRIBUTO

La soluzione studiata dal ministro Pichetto, va nella direzione che altri paesi hanno già preso da tempo: il Regno Unito, la Croazia e la Grecia. Sulla Croazia, che con l’Italia condivide lo stesso mare, era intervenuto nei giorni scorsi anche il ministro dell’industria Adolfo Urso, ricordando come proprio i croati stessero estraendo gas da un giacimento “comune” che da solo avrebbe riserve per 70 miliardi di metri cubi. Le nuove trivellazioni riguarderanno anche il canale di Sicilia. Si tatta di misure che hanno anche un altro effetto. 
Contribuiscono tutte ad aumentare la “spare capacity” – ovvero la capacità inutilizzata – e quindi i volumi chesi possono potenzialmente mettere in produzione. E la spare capacity è il totem a cui ci si rivolge quando si discute di cicli rialzisti o ribassisti del prezzo del gas.

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