Milano, uomo precipita dentro al cortile del Tribunale e muore: in un biglietto l'annuncio del suicidio per «motivi economici»

A dare l'allarme sono stati alcuni dipendenti

Milano, un uomo è morto dentro al Tribunale: è precipitato dentro al cortile
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Un uomo di 49 anni è morto dentro al Tribunale di Milano. Non si conosce ancora l'identità. È precipitato dai piani alti del Palazzo di Giustizia di Milano. A dare l'allarme sono stati alcuni dipendenti al lavoro negli uffici giudiziari. Sul posto il 118 e i carabinieri, che indagano sull'accaduto. Sarebbe un avvocato e si sarebbe suicidato per motivi personali ed economici. La vittima aveva uno studio legale nel Milanese, ma non esercitava più la professione da otto anni. L'uomo era stato sospeso a tempo indeterminato dall'Albo per il mancato pagamento delle quote.

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Si è lanciato da un bagno del sesto piano ed è precipitato nel cortile interno del Palazzo di Giustizia.

L'area è stata transennata.

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Aveva un biglietto in tasca, nel quale annunciava il suicidio e parlava di "grande disagio". Le indagini sono coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda. Dai primi accertamenti sembra che oggi l'uomo non avesse udienze.

Nel biglietto trovato addosso all'avvocato l'uomo manifestava «grande disagio, rammarico e dispiacere» nel parlare dei suoi problemi economici e personali. Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica, Marcello Viola, precisando che «l'ipotesi che stiamo privilegiando è un atto volontario». Viola ha aggiunto che si faranno comunque accertamenti a 360 gradi, anche se al momento «mi sento di escludere la responsabilità di terzi o la caduta accidentale».

Il sistema di videosorveglianza interno ha inquadrato l'uomo entrare nel bagno, da dove poco dopo si è lanciato nel vuoto. In quel momento nella toilette non c'era nessun altro. Dalle riprese risulta inoltre che, prima di togliersi la vita, l'uomo si è aggirato per i corridoi del sesto piano, dove hanno sede varie sezioni civili del Tribunale, e «sembrava essere tranquillo». Alcuni cancellieri che lo conoscevano hanno riferito di averlo visto anche nei giorni scorsi e sembra che si occupasse di locazioni.

Gli inquirenti stanno verificando la posizione del suicida all'interno dell'Ordine degli Avvocati, dal momento che aveva avuto una sospensione amministrativa e un procedimento disciplinare, perché pare continuasse ad esercitare la professione. Informata la famiglia, sul cadavere è stata disposta l'autopsia.

Da alcuni atti emerge che il 49enne nel settembre 2021 era stato assolto «perché il fatto non costituisce reato», assieme ad un'altra persona (anche lui un legale), dall'accusa di falsa testimonianza. Presunte false dichiarazioni rese in un processo che vedeva imputato un uomo che sarebbe stato calunniato. L'ex avvocato e l'altro imputato erano stati, comunque, prosciolti anche dalla contestazione di calunnia per prescrizione. In particolare, il 49enne e l'amico nel processo avevano raccontato che l'imputato era entrato in uno studio legale scardinando «la serratura» e urlando frasi minatorie.

Le denunce per violazione di domicilio erano state presentate dai due nel 2012 e avevano originato il processo a carico dell'uomo (poi assolto), il procedimento per calunnia per gli altri due (prescritto) e infine quello per falsa testimonianza (assolti entrambi). Il 49enne e il suo amico, ha scritto il gup nel motivare l'assenza, rendendo quelle dichiarazioni nel processo si sono trovati di fronte all'alternativa di «smentire i contenuti delle loro originarie denunce» o «ribadirne i contenuti» per «salvaguardare sé stessi». Hanno scelto la seconda strada e rientrava in uno dei casi di «non punibilità».

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