Uccide figlia e presunto amante della moglie a Torremaggiore, il fratello di Massimo De Santis: «Tra i due nessuna relazione, lui lavorava sempre»

L'uomo era convinto che la moglie lo tradisse con Massimo, vicino di casa e proprietario di due bar del paese. Ma la smentita arriva dal fratello del barista ucciso, Gianluca De Santis.

Uccide figlia e presunto amante della moglie, il fratello di Massimo De Santis: «Tra i due nessuna relazione, lui lavorava sempre»
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Lunedì 8 Maggio 2023, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Nessuna relazione tra Tefta, la donna albanese di 39 anni ferita a Torremaggiore dopo il tentato omicidio da parte del marito Taulant Malaj, e Massimo De Santis, il vicino di casa ucciso dall'uomo, secondo il fratello di quest'ultim Malaj, nella notte tra sabato 7 e domenica 8 maggio ha ucciso anche la figlia sedicenne, Gessica, che aveva tentato di proteggere la madre. L'uomo era convinto che la moglie lo tradisse con Massimo, vicino di casa e proprietario di due bar del paese. Ma la smentita arriva dal fratello del barista ucciso, Gianluca De Santis. 

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Il fratello di Massimo De Santis: «Tra i due non c'era niente di niente»

«Non c'era niente di niente, mio fratello non aveva neanche modo di incontrarsi con la signora, neppure al bar dove lei veniva con le amiche a fare colazione dopo aver portato i figli a scuola: a quell'ora Massimo dormiva ancora perché lui, che nel bar faceva di tutto, dal pasticcere al banconista, chiudeva il locale la sera tardi», spiega all'ANSA il fratello del 51enne ucciso con 21 coltellate.

Il 45enne Malaj ha poi ha filmato i corpi spiegando di avere ucciso tutti perché veniva tradito, e chiedendo a sua moglie dove fosse l'altro figlio, un bimbo di cinque anni, che si è salvato nascondendosi dietro il divano. 

 

Gianluca però esclude ogni tipo di relazione tra suo fratello e la 39enne Tefta: «Massimo viveva in quel condominio da 43 anni con nostra madre ormai 80enne e vedova. I rapporti con quella famiglia - sottolinea - erano ottimi, normali rapporti tra condomini, si salutavano e si rispettavano». Anche con Taulant: «Ti vedeva e ti salutava, mai un litigio, nulla», ricorda Gianluca, spiegando che a volte lo vedeva anche lui quando andava a prendere sua madre per portarla al bar «dove lavorava con noi per svago».

Nessuna relazione, ribadisce, ma neanche «qualche sospetto: anche perché se avessimo pensato a qualcosa del genere saremmo intervenuti». «Mio fratello - aggiunge - era una persona riservata e disponibile, e anche se non conosceva qualcuno era pronto ad aiutarlo. Lavorava sempre: la mattina faceva il pasticcere, la sera chiudeva il bar all'una o alle due di notte, e in estate ancora più tardi. Non aveva tempo di fare queste cose qui». «La sera dell'omicidio - ricorda - ha chiuso il bar all'1.27, ha accompagnato le ragazze, e poi ha trovato nell'androne di casa quella persona che ha fatto tutto quello che ha fatto».

Massimo De Santis, la vita tra bar e casa

«Mio fratello - aggiunge - non aveva motivo di aspettarsi una cosa del genere, lo si capisce da dove è stato trovato il suo corpo: per prendere l'ascensore doveva andare a destra ma il cadavere era accasciato a sinistra, ai piedi della scalinata. Quindi Taulant «si era appostato e lo ha chiamato. Mio fratello, che non aveva motivo di temere nulla, si è avvicinato ed è stato colpito. È stato massacrato con 21 coltellate, una alla gola e altre venti all'addome. Non aveva segni sulle braccia quindi non pensava di doversi difendere». «Ora - evidenzia - mia madre è distrutta e pensa sempre, oltre che a suo figlio, a quella povera ragazza, a Gessica. Solo pensare che una bestia l'ha accoltellata la fa stare male. Ma cosa ti ha fatto, è tua figlia - si domanda Gianluca - sangue del tuo sangue». 

La confessione di Taulant Malaj

«Mia moglie ha ammesso che aveva una relazione con Massimo. Mi aveva chiesto scusa per questa relazione, ma io volevo separarmi», ha detto Malaj al pm. Stando al racconto del panettiere, nei giorni scorsi c'era stata una discussione in famiglia, sempre per il presunto tradimento, al termine della quale l'uomo aveva detto di volersi separare. La moglie, però, lo avrebbe convinto a restare a casa. Pare che Malaj - stando sempre al suo racconto - avesse scoperto più volte nel corso del tempo la moglie al terzo piano dell'edificio, dove abitava il presunto amante. Ieri, però, sarebbe successo dell'altro, stando sempre al racconto che il presunto assassino ha fatto al pubblico ministero. Mentre marito e moglie erano a letto, la donna avrebbe cominciato a chattare con qualcuno. L'uomo, insospettitosi, avrebbe visto il telefono della donna scoprendo che stava chattando con il vicino di casa, Massimo. Dopo un po' è uscito di casa ed ha aspettato che Massimo rincasasse dal bar. Appena l'uomo è entrato nel portone lo ha accoltellato a morte. Malaj ha infatti detto al pm - riferiscono gli avvocati - di aver «ucciso prima Massimo», poi di essere salito in casa dove ha cominciato ad accoltellare la moglie e, poi, la figlia, che cercava di fare da scudo alla mamma. «In quel momento, accecato dall'ira - riferiscono i difensori - non si è reso conto che aveva di fronte la figlia ed ha iniziato a colpirla». I due avvocati parlano di «un forte legame tra il reo confesso e i suoi stessi figli», la 16enne e un bimbo di 5 anni.

Il figlio di cinque anni salvo perché si è nascosto dietro il divano

Il figlio si è salvato nascondendosi dietro il divano Si è salvato nascondendosi dietro il divano del soggiorno di casa, il figlio di 5 anni di Taulant Malaj. A quanto si apprende l'assassino era molto legato al figlioletto: lo testimoniano le numerose foto pubblicate con il bambino sul suo profilo Facebook. Sabato notte, dopo la strage, i primi ad arrivare in casa - a quanto si apprende - sarebbero stati il fratello dell'assassino reo confesso e la cognata. Sarebbero stati loro due a trovare il bambino nascosto dietro al divano. Quest'ultimo, quando sono arrivati i carabinieri, era in braccio agli zii in evidente stato di choc. Il piccolo è stato affidato alla coppia. Inoltre, per accertare l'esistenza della presunta relazione extraconiugale e dello scambio di messaggi su una chat tra la moglie dell'assassino e la vittima, gli investigatori dell'Arma hanno sequestrato i telefoni cellulari della donna, del marito e della figlia.

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