Spari contro casa discografica di Tony Colombo: forse una vendetta per la love story proibita

Spari contro casa discografica di Tony Colombo: forse una vendetta per la love story proibita
di Giuseppe Crimaldi
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Novembre 2018, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 15:21

La pioggia di fuoco e di piombo arriva al tramonto. Nella penombra sonnacchiosa di un giorno di festa Secondigliano torna a sprofondare nel baratro della paura. Ha tutto il sapore di una spedizione punitiva il raid armato contro a sede della «House Colombo Dreams», casa discografica del cantante neomelodico Tony Colombo - al secolo Antonino Colombo - palermitano di nascita ma napoletano d’adozione.
 


Succede a soli otto giorni dall’omicidio di Francesco Climeni, il pregiudicato legato al clan Licciardi freddato mentre saliva a bordo della sua Smart in via Altair, nel cuore del Rione Berlingieri. E dietro quest’ultimo agguato - questa è la sensazione degli investigatori - potrebbe celarsi un sinistro avvertimento riconducibile ad un legame sentimentale a dir poco pericoloso.
  Il raid si consuma poco dopo le sei del pomeriggio di giovedì. La zona è quella dell’ex Macello, siamo in via Tagliamonte. Oltre dieci colpi di pistola calibro 9 vengono esplosi in rapidissima successione, diretti verso la vetrata blindata che dà accesso ai locali che ospitano sia la casa discografica, sia la radio ma anche l’abitazione del cantante. Sul posto accorrono alcune Volanti della polizia, ma prima del loro arrivo c’è qualcuno che si dà da fare per far sparire i bossoli dall’asfalto e - soprattutto - la vetrata centrata dai colpi di pistola. Soltanto più tardi saranno i carabinieri ad eseguire un secondo sopralluogo, scoprendo che dietro quei fogli sistemati con il nastro adesivo sulla vetrata che rischia di polverizzarsi si nasconde la prova di un agguato di chiara matrice camorristica.

Un raid intimidatorio, su questo ci sono ormai pochi dubbi. Scattano le indagini: e gli investigatori non possono non tener conto di ciò che è noto a tutto il quartiere. Perché dal Rione Monterosa a Secondigliano, dalla Masseria Cardone a Scampia tutti sanno che il neomelodico è da tempo legato sentimentalmente a Tina Rispoli, la vedova di Gaetano Marino, fratello di Gennaro Marino, l’ex boss delle Case Celesti massacrato nell’estate di sei anni fa all’esterno di uno stabilimento balneare sul lungomare di Terracina.

La relazione tra Tina Rispoli e Colombo - mai tenuta segreta, ed anzi consumatasi sin dall’inizio alla luce del sole - potrebbe essere una delle chiavi di lettura dell’agguato. Qualcuno, negli ambienti di una camorra che non dimentica e non perdona, potrebbe aver sfogato tutta la propria rabbia nei confronti di un legame che certi codici delinquenziali non approvano, quasi si trattasse di un affronto alla memoria del defunto consorte della donna. Tina rimase vedova il 23 agosto 2012. Donna di grande fascino, elegante, abituata a comparire sempre in prima fila: e di certo a far scoccare la scintilla di una passione che dura ormai da tempo tra i due non ha contato nemmeno la differenza di età. I due abitano ormai sotto lo stesso tetto, vicinissimo peraltro al luogo in cui si trova la casa discografica. 

E gli stessi investigatori danno molto credito alla pista di una vendetta rabbiosa di qualcuno che oggi resta ancora fedele alla famiglia Marino. Gaetano era il fratello di Gennaro Marino, soprannominato Mc Kay per via di una impressionante rassomiglianza con Zeb Mc Kay, il protagonista della serie televisiva «Una casa nella prateria».

Gennaro Marino fu tra i protagonisti della prima faida di Secondigliano. Insieme con gli Amato e i Pagano si fece promotore della scissione dal clan Di Lauro. I pentiti che di lui hanno parlato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli lo descrivono come un boss carismatico e spietato con vecchi e nuovi nemici. E ai carabinieri del comando provinciale di Napoli - che adesso indagano sul raid - non deve essere sfuggito anche un particolare: di recente l’ex moglie di Gaetano Marino si è fatta vedere ad un concerto-manifestazione organizzato proprio nella periferia nord cittadina. E quest’ultimo episodio sarebbe stato interpretato come l’ultimo affronto alla memoria dell’uomo assassinato a Terracina.

Se tutte queste premesse sono vere, c’è da comprendere anche il silenzio della coppia.
Ed anche la loro irritazione per le illazioni che sarebbero alla base dell’agguato a colpi di pistola. Un sinistro messaggio, senza alcun dubbio. Nessun commento, dunque, da parte del cantante che solo poco tempo fa ha sfornato il suo diciannovesimo album (si intitola «Il principe e il povero).

© RIPRODUZIONE RISERVATA