Da Amatrice a Ussita, tornano le tasse nelle zone del sisma: schiaffo ai terremotati

Da Amatrice a Ussita, tornano le tasse nelle zone del sisma: schiaffo ai terremotati
di Michele Di Branco
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Sabato 28 Novembre 2020, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 07:50

Una pioggia di tasse e balzelli rischia di cadere, a partire dal primo gennaio 2021, sulla testa delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che negli anni scorsi hanno interessato Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Con il decreto Agosto, infatti, il governo ha prorogato, fino alla fine di quest'anno, le esenzioni fiscali, tributarie e tariffarie che, dal 2016, riguardano i 133 comuni dei crateri. Ma fra meno di un mese quei benefici cesseranno perché, almeno fino a questo momento, la legge di Bilancio non ha previsto alcuna norma che estenda queste esenzioni. Probabilmente una dimenticanza del governo, una distrazione. Anche perché la proroga degli aiuti alle zone colpite dal terremoto non costerebbe più di cinquanta milioni di euro. Una cifra piccolissima considerando che lo scostamento di bilancio appena autorizzato dal Parlamento è di 8 miliardi. Con il risultato, ad esempio, che circa 80 mila proprietari di immobili dovranno ricominciare a pagare le imposte su case danneggiate, se non addirittura distrutte. La lista delle tasse che, in mancanza di un intervento normativo lo Stato ricomincerà a riscuotere è lunga. Attualmente, infatti, viene esentato da Irpef e Ires il reddito dei fabbricati delle zone colpite, distrutti od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero. E, ovviamente, non si versa l'Imu sulle seconde case. Non sono dovute, inoltre, l'imposta per le insegne commerciali e la tassa di occupazione di suolo.

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L'ELENCO
E, ancora solo per un mese, è sospeso il pagamento del canone Rai.

Fino al 31 dicembre c'è lo stop al pagamento dei mutui e dei finanziamenti delle attività economiche e produttive e dei mutui prima casa, inagibile o distrutta. Non solo, senza un intervento del governo, tutti i residenti dei Comuni dei crateri dovranno ricominciare a pagare le fatture relative ai servizi energetici e idrici, assicurazioni e telefonia. Il che vuol dire, tra l'altro, dover versare anche gli arretrati delle ultime quattro annualità legate ai costi variabili di luce, gas e acqua. Una mazzata da svariate centinaia di euro. Il 1° gennaio riparte anche il pagamento delle imposte di registro e di bollo per le istanze, i contratti ed i documenti presentati alla Pa da parte delle persone fisiche residenti o domiciliate, e delle persone giuridiche che hanno sede legale nei comuni colpiti. In ballo (ma in questo caso il beneficio è scaduto nel 2019) c'è anche esclusione dall'indicatore della situazione patrimoniale (Isee), di immobili e i fabbricati di proprietà distrutti o dichiarati non agibili in seguito a calamità naturali. Addio, infine, anche alla riduzione dell'aliquota dal 15 al 10% della cedolare secca sugli affitti. Proprio in queste ore, il commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, ha consegnato nelle mani di governo e forze parlamentari un pacchetto di proposte per riattivare le esenzioni. E, a quanto risulta, Palazzo Chigi potrebbe rimediare alla dimenticanza attraverso alcuni emendamenti alla manovra. Ma la questione potrebbe essere risolta anche attraverso il decreto Milleproroghe che farà seguito alla legge di Bilancio.

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