Tav, a che punto siamo? Il calendario e il rischio stop di un cantiere lungo 30 anni

La storia della Tav comincia all'inizio degli anni '90, e prosegue fino ad oggi, tra progetti, dibattiti, contestazioni di massa, scontri violenti, arresti e condanne

Tav, una storia lunga 30 anni (e di cui non si vede la fine): a che punto siamo
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Giovedì 11 Maggio 2023, 19:14 - Ultimo aggiornamento: 19:40

«Il governo francese non ha deciso nessun rinvio nel calendario relativo alla Tav Lione-Torino», ha detto oggi all'Ansa il ministro dei Trasporti, Clément Beaune, aggiungendo che le notizie di rinvii nella costruzione di determinate strutture fanno riferimento non a decisioni prese «ma ad un rapporto indipendente consegnato al governo» e che «Non si tratta di una decisione del governo e il nostro calendario resta immutato».

L'allarme su possibili ritardi nella costruzione di una parte della sezione francese della Torino-Lione era scattato un mese fa, con l'appello lanciato al presidente Emmanuel Macron da 60 parlamentari francesi di diversi partiti politici. A preoccupare i parlamentari d'Oltralpe - tra cui diversi membri del gruppo di amicizia Italia-Francia - c'è un recente e contestato rapporto del Consiglio d'Orientamento delle Infrastrutture (Coi) di Parigi che raccomanda di rinviare "almeno al 2045" la costruzione della sezione francese del progetto Torino-Lione.

«Il Coi mette seriamente a rischio il successo della più grande infrastruttura europea di mobilità a basse emissioni di carbonio per viaggiatori e merci - si leggeva nell'appello dei parlamentari - Il governo non prenderà decisioni su questo rapporto, che è soltanto una consulenza di un gruppo indipendente, prima del prossimo luglio». 

Sul possibile rinvio della tratta francese della Torino-Lione«Il rapporto del Coi non dà priorità agli investimenti transfrontalieri, cosa che solleva le nostre preoccupazioni- ha spiegato un funzionario della Commissione Ue - Ci aspettiamo che il governo francese prenda una decisione su una sequenza di studi/investimenti relativi alle linee di accesso entro l'estate del 2023.

La Commissione europea continuerà a sostenere il progetto ed è in stretto contatto con Francia e Italia su questo tema».

La storia infinita

La storia della Tav comincia all'inizio degli anni '90, e prosegue fino ad oggi, tra progetti, dibattiti, contestazioni di massa, scontri violenti, arresti e condanne.  

L'accordo intergovernativo per la realizzazione della ferrovia viene firmato il 29 gennaio 2001 a Torino. Nel capoluogo piemontese sfila un corteo di protesta di sindaci e attivisti No Tav.

Nel 2003 si effettuano i primi scavi a scopo geognostico, a partire con le tre discenderie in Francia, realizzate per studiare l'interno della montagna e raggiungere il livello del cosiddetto 'tunnel di basè, la maxi galleria da 57,5 chilometri (di cui 45 in territorio francese), parte fondamentale della ferrovia. 

Il progetto iniziale viene via via modificato, dopo l'intensificarsi degli scontri in Val di Susa tra i militanti del movimento No Tav e le forze dell'ordine, tra il 2004 e il 2005. Disordini a cui spesso prendono parte, ieri come oggi, gruppi anarchici e insurrezionisti. 

L'8 dicembre 2005 si svolge una manifestazione di protesta contro lo sgombero del presidio di Venaus, avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, in cui una ventina di manifestanti erano stati feriti. Lo sgombero era stato deciso perché il presidio occupava terreni destinati al cantiere. 

Alla marcia di protesta prendono quindi parte circa 30mila persone, partite da Susa e dirette al cantiere di Venaus, ancora in fase di allestimento. Giunta a destinazione, la popolazione ha rimosso le reti di recinzione cantiere e ha invaso i prati, bloccando così l'inizio dei lavori: viene costruito un nuovo presidio permanente. 

Due giorni dopo la "riconquista di Venaus", nasce l'Osservatorio tecnico, guidato dal commissario di Governo Mario Virano. Un accordo siglata tra governo ed enti locali per cercare di rafforzare l'intesa sui futuri progetti. 

Nel novembre 2007 l'Unione Europea assegna a Francia e Italia un contributo di 671,8 milioni per la parte comune della Torino-Lione. Negli anni successivi il cofinanziamento europeo dell'opera, 8,6 miliardi di euro, sale al 55% per la parte internazionale.

Il 2011 è un anno caldissimo. A seguito degli scontri occorsi nella manifestazione del 3 luglio, al termine di una settimana di disordini, finiscono in manette 5 manifestanti appartenenti all'area antagonista, con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, detenzione e lancio di oggetti e detenzione di materiale esplosivo. Il 7 luglio viene convalidato il fermo per 4 di essi dal Gip di Torino, il quinto viene denunciato a piede libero. 

Il 18 agosto 2011 50 attivisti del movimento No TAV vengono denunciati dalla Procura di Torino per interruzione di pubblico servizio, a seguito della protesta di circa 300 militanti che si sono ritrovati sulle banchine della stazione di Avigliana, bloccando il treno in arrivo per due ore e sventolando le bandiere del movimento. A fine 2011 è stato avviato lo scavo della quarta e ultima discenderia, l'unica in Italia, nel territorio di Chiomonte, sede del secondo cantiere italiano. 

Il 26 gennaio 2012 la magistratura di Torino invia 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 15 obblighi di dimora, e una condanna agli arresti domiciliari a 42 persone accusate di aver compiuto i reati di resistenza a pubblico ufficiale, violenza, lesioni, manifestazione illecita e danneggiamento aggravato, per i fatti manifestazione del 3 luglio 2011. Fra gli arrestati spicca anche un ex appartenente alle Brigate Rosse.

I No Tav reagiscono raccogliendo video e testimonianze su episodi riguardanti abusi e violenza ingiustificata da parte della polizia antisommossa. Il "maxiprocesso" ai No Tav si concluderà solo dieci anni più tardi, nel 2021, con la sentenza del processo appello-bis a a Torino: 32 condanne tra comprese fra i 2 anni e i sei mesi di reclusione, il verdetto finale dei giudici.

 

Con la firma del trattato di Parigi, il 24 febbraio 2015, e la nascita di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin) la Tav si avvia verso la fase della costruzione. Lo scrittore Erri De Luca viene processato, e assolto, dall'accusa di istigazione a delinquere per aver sostenuto che fosse giusto sabotare la Tav. ll 20 dicembre 2016 successivo arriva il via libera definitivo alla ratifica del trattato Italia-Francia. L'iter approvativo si conclude il 21 marzo 2018 con il sì del Cipe a far partire i lavori principali. 

Attualmente sono in tutto 10 i cantieri attivi della Tav, realizzati dall'appaltatore pubblico TELT(Tunnel Euroalpin Lyon Turin), che si occuperà anche della loro futura gestione. Ma le proteste e i sabotaggi in Val Susa non si fermano.

La progettazione del tratto "italiano" della Torino-Lione è stata avviata un anno fa, nel maggio 2022, sotto l'occhio del commissario di governo Calogero Mauceri. Ad oggi sono stati scavati 32,3 chilometri e aggiudicati lavori per 4,9 miliardi di euro. Lo scavo del tunnel di base vero e proprio è stato avviato soltanto a dicembre 2022. Alla fine dei lavori è prevista l'installazione di 140 chilometri di binari.

Lega e Movimento 5 Stelle, nuova maggioranza dopo le elezioni del 4 marzo 2018, si accordano per "ridiscutere integralmente il progetto". Il Ministero dei Trasporti avvia una valutazione costi-benefici e il 29 ottobre il Comune di Torino chiede lo stop ai lavori. La società civile si mobilita ancora: il 10 novembre oltre 30mila persone scendono in piazza i favorevoli dell'opera. Manifestano però anche i No Tav, che l'8 dicembre sfilano in 60mila a Torino. 

Telt dà via libera ai bandi per i lavori della Tav e, il 24 luglio 2019, il premier del governo giallo-verde, Luigi Di Maio, dà via libera all'opera: fermarla costerebbe più di realizzarla. Il 7 agosto 2019 il Senato boccia la mozione No Tav M5S e approva le altre a favore dell'opera.

Salvo altri ritardi, i lavori nei cantieri dovrebbero partire nel 2025, con una durata stimata in 5 anni. L'entrata in servizio della Tav è prevista nel 2033. Ma ad oggi la Tav è ancora parcheggiata su un binario morto, in attesa del triplice fischio di una partita, giocata tra le istituzioni e gli attivisti della Val di Susa, che si gioca ormai da 30 anni. E ancora non è finita. 

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