Tap, blitz in cantieri e sedi societarie: tre indagati

Tap, blitz in centieri e sedi societarie: sequestrati documenti in tutta Italia. Si indaga sull'inquinamento della falda
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Venerdì 16 Novembre 2018, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 11:57
Perquisizioni nelle sedi della Tap Spa. Una corposa documentazione riguardante la realizzazione del gasdotto Tap è stata sequestrata nelle sedi legali e operative di Melendugno, Lecce, Roma, dai Carabinieri del Noe e tre persone risultano indagate.

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I nomi che sono stati iscritti sul registro degli indagati sono quelli di Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. L'ipotesi di reato é scarico abusivo contenente elementi inquinanti.

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, insieme ai colleghi dello stesso nucleo di Roma e Milano e del comando provinciale della città pugliese, hanno perquisito ieri sedi legali, operative, uffici e cantieri della società Trans Adriatic Pipeline Spa (Tap) a Melendugno, sulla cui costa è previsto l'approdo del gasdotto proveniente dall'Azerbaigian, a Roma e Lecce mentre a Villafranca padovana, in provincia di Padova, è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi 'Sgs Italia Spa' che è il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali su vari cantieri dell'opera.

I militari hanno eseguito il decreto di perquisizione locale e di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce a firma del procuratore capo Leonardo Leone De Castris e del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori nell'ambito del procedimento penale sulla realizzazione del gasdotto per il quale risultano indagate tre persone: R.C., 58 anni, E.M.M., 72, L.G.P., 55.

Le perquisizioni hanno portato al sequestro di una corposa documentazione, anche su supporto informatico ed in particolare tutti i rapporti di prova, analisi e altri documenti dal novembre 2017 a oggi collegati ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap in località 'San Basiliò di Melendugno dove, secondo le indagini condotte dal Noe e dall'Arpa Puglia, è stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione (Csc) di alcuni parametri tra cui il cromo esavalente. Tutti gli atti sequestrati, già dalle prossime ore, saranno messi a disposizione dei magistrati leccesi che, insieme al Noe, dovranno adesso passarli al setaccio.

Fonti dell'azienda Tap che sta costruendo il gasdotto che approderà nel Salento, interpellate dall'Ansa, affermano che «Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità» nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce che oggi ha portato a sequestri di documentazione da parte dei militari del Noe e nella quale risultano indagati per scarico abusivo contenente elementi inquinanti Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. Le stesse fonti Tap affermano che «continueranno su questa strada nel proseguimento delle indagini nella convinzione che esse non potranno che dimostrare l'assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato».

Sul gasdotto Tap «c'è un'inchiesta della Procura di Lecce che io mi auguro faccia chiarezza.
Noi il Tap non l'abbiamo voluto né imposto, ce la siamo trovato, ma sicuramente non daremo agevolazioni» dice il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, commentando l'operazione dei Noe negli uffici Tap. «Quando abbiamo incontrato il sindaco di Melendugno abbiamo promesso, anche grazie e attraverso il premier Conte, che non ci sarebbero stati decreti salva Tap».
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