Milano, tamponate mentre pagano il casello: l'automobilista che ha ucciso Laura e Claudia positivo alla cannabis

È al vaglio degli investigatori della Polizia Stradale di Novara anche l'aspetto psichiatrico dell'uomo

Milano, tamponate mentre pagano il casello: l'automobilista che ha ucciso Laura e Claudia positivo alla cannabis
di Claudia Guasco
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:17

Una corsa folle, con l'auto lanciata a 150 chilometri all'ora e la mente obnubilata. Il trentanovenne italiano di origine marocchina che venerdì notte si è schiantato contro la macchina di Laura Amato e Claudia Turconi ferma al casello della Ghisolfa, uccidendole sul colpo, era positivo alla cannabis e alle benzodiazepine. I primi esami disposti dal pm Paolo Filippini hanno dato esito positivo e dunque si parte da qui per ricostruire le dinamiche di un incidente causato da un automobilista che, alle due di notte all'imbocco della Milano-Torino, non avrebbe dovuto mai trovarsi.

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IL RICOVERO
 

A bordo della sua Lancia Musa i vigili del fuoco e gli agenti della polizia stradale di Novara hanno trovato il braccialetto identificativo che viene messo al polso dei pazienti al momento del ricovero in pronto soccorso.

Era strappato. E infatti il marocchino proprio il giorno prima dell'incidente si è presentato all'ospedale, accompagnato dalla moglie: aveva dato in escandescenze, non si sa per un attacco di nervi o una crisi epilettica. Viene visitato e trattenuto, gli investigatori hanno acquisito le cartelle cliniche per chiarire due punti importanti. Se l'uomo è stato dimesso dai sanitari oppure è scappato e se le benzodiazepine - farmaci sedativi e anti convulsione - gli siano state somministrate dai medici per calmarlo. La moglie è stata ascoltata dagli investigatori e un pezzo alla volta viene ricostruito il passato dell'indagato, «in particolare il suo vissuto psicosociale». Non risulta sia mai stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, anche perché è in possesso di una doppia patente italiana e marocchina che in caso di problemi conclamati viene revocata. Ma nel 2015 risulta un suo ricovero all'ospedale di Piacenza, il più vicino a casa sua, Pontenure. Di certo venerdì notte, nelle condizioni in cui era, mettersi alla guida di un'auto equivaleva a impugnare un'arma carica. Le immagini delle telecamere hanno ripreso l'auto killer che sfreccia come impazzita tra le corsie della A4, per due chilometri viaggia a zig zag e sfiora gli altri viaggiatori, alcuni terrorizzati si fermano. Poi all'orizzonte si profila il casello, ma il guidatore non accenna a frenare, tira dritto come se non lo avesse nemmeno visto o «guidasse bendato». Per questo gli inquirenti vogliono accertare se fosse stordito dalla miscela di farmaci e stupefacenti, se a causa del mix fosse semi addormentato o se già nelle sue condizioni precarie si sia distratto guardando il telefono, che gli è stato sequestrato per analizzare chiamate e messaggi. La Lancia Ypsilon sulla quale viaggiavano le due amiche procedeva lentamente per immettersi nella corsia riservata al ritiro del biglietto quando la Musa le è piombata addosso, «a velocità sostenuta e senza rallentare, colpendola violentemente da dietro» e proiettandola in avanti «per diversi metri». L'uomo se l'è cavata con poco, è ricoverato al San Carlo nel reparto psichiatria ed è indagato per omicidio stradale plurimo, con pene previste fino a 18 anni.
 

VITE SPEZZATE
 

Laura Amato, 54 anni e una figlia, aveva appena festeggiato il compleanno e stava tornado a casa con l'amica Claudia Turconi, 59 anni. Entrambe erano operatrici socio sanitarie, Laura alla clinica Macedonio Melloni e Claudia alla Fondazione Colleoni di Castano Primo. «Due raggi di sole», le descrivono gli amici sui social. «Claudia ha avuto sempre una vita complicata, era costretta a dare sempre tutta se stessa, in particolare per i suoi quattro figli - scrive un compagno del liceo artistico - Forse per questa sua situazione era sempre disponibile ad ascoltare i problemi degli altri e a esserti accanto». E l'amica Silvia saluta Laura: «Ci hai lasciato un vuoto enorme, incolmabile. Con le tue battute, la tua lingua pungente e la tua voglia di vivere mi hai conquistata sin dal primo momento. Grazie per quello che hai fatto per papà e per noi, non ti dimenticherò mai».

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