Latina, rapita e stuprata sulla sua minicar: sedicenne si era appartata con il fidanzato, che è stato picchiato

È caccia all’uomo: si cerca un senza fissa dimora che frequenta quella zona industriale abbandonata

Latina, rapita e stuprata sulla sua minicar: sedicenne si era appartata con il fidanzato, che è stato picchiato
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 5 Maggio 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 13:15

Una notte di terrore per una ragazzina di Latina, per il suo fidanzatino, per le loro famiglie. Ore e ore di angoscia e un epilogo che non mette fine agli incubi, a ricordi che ti vorresti strappare di dosso. Ma non puoi. E’ una storia che ricorda purtroppo quella del Parco della Caffarella. Sono passati 14 anni ma è rimasta impressa nella memoria di tutti a Roma. Stavolta è accaduto a Latina, per la precisione a Latina Scalo, il quartiere dove passa la ferrovia. E’ cominciato tutto lì, mercoledì nel tardo pomeriggio. 


Una minicar.

Due ragazzini, lui e lei hanno sedici anni. Si avventurano in uno di quei siti industriali abbandonati da cui è meglio tenersi alla larga. Covo di disperati e spacciatori. Per un motivo che ancora non è chiaro, invece, i due minorenni parcheggiano la macchinetta e ci si infilano dentro. Una bravata? La ricerca di un posto dove starsene un po’ da soli? Altri motivi? Non è chiaro, gli agenti della squadra mobile della questura di Latina che lavorano al caso stanno cercando di capirlo. 


Fatto sta che i ragazzini è lì che entrano. Solo che le cose non vanno come pensavano. Vengono affrontati da uno sconosciuto. Probabilmente una persona senza fissa dimora. Non è neppure chiaro se sia italiano o straniero. E’ aggressivo. La situazione precipita immediatamente. 


Le informazioni di quanto è accaduto sono ancora sommarie, gli investigatori guidati dal capo della Squadra Mobile pontina, Mattia Falso, sono molto cauti. Si sa però che i due sedicenni cercano di fuggire. Sono terrorizzati. Riescono ad uscire dall’edificio abbandonato, raggiungono la minicar, salgono. Ma non sono salvi. Il tizio li ha inseguiti. Apre lo sportello. Tira fuori il ragazzino. Lui si ribella, reagisce. Gli urla di lasciarli stare. Per tutta risposta si prende un violentissimo pugno in faccia che lo mette al tappeto. Perde i sensi.


LA DINAMICA
Quando riapre gli occhi la minicar non c’è più. Gli sanguina il naso. Per fortuna ha ancora il telefono. Lo prende con le mani tremanti e dà l’allarme. Chiama il numero unico per l’emergenza. Viene raggiunto prima da una pattuglia della Squadra Volante della Questura guidata da Raffaele Gargiulo. Poi dagli investigatori della Mobile perché nel frattempo è scattato l’allarme rosso. Racconta cosa è accaduto. E’ terrorizzato. Racconta che la ragazza è stata portata via da quell’uomo. Scattano subito le ricerche. Si teme il peggio.


Si saprà solo alla fine che la macchinetta ha percorso strade secondarie. Lo sconosciuto minaccia la ragazza. Stai zitta e non fare nulla, le dice, se no ti faccio male. 
Le famiglie nel frattempo sono state avvisate. Sono ore di angoscia infinita. Non si sa dove sono, non si sa chi sia l’uomo. La Questura mette in campo tutte le pattuglie disponibili, si cerca per tutta la notte. Poi, ieri mattina, arriva una telefonata. La ragazza è stata ritrovata. Anche su questo i particolari sono pochissimi.

La giovane viene vista vagare lungo una strada di campagna sporca e infangata. In lacrime. Viene soccorsa e immediatamente raggiunta dalla polizia. Fa fatica a raccontare agli agenti cosa sia successo, ha la voce rotta dal pianto. E’ difficile capire le sue parole. L’uomo l’ha portata in un luogo che evidentemente ritiene un rifugio sicuro. Abusa di lei.
Nel frattempo la caccia all’uomo prosegue. C’è una descrizione sommaria dello sconosciuto ma non si sa dove sia andato a nascondersi. La polizia batte i siti dove si rifugiano i senza fissa dimora. Ma fino a ieri sera del sequestratore non c’è traccia.


La sedicenne nel frattempo viene portata al Santa Maria Goretti per accertamenti. Si segue il protocollo previsto per i casi di violenza sessuale. E’ sotto choc. Scatta un percorso di aiuto. La sua famiglia gli si è stretta attorno a lei. In ospedale è finito anche il ragazzino. Ha ricevuto un brutto pugno in faccia, ma pesa di più l’angoscia per quanto è accaduto. 
 

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