Stupro Catania, «Non voglio, aiutami»: i 5 audio della ragazza all'amico mentre la violentavano

Stupro Catania, «Non voglio, aiutami»: i 5 audio della ragazza all'amico mentre la violentavano
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 17:59

Il video dell'abuso con lei «che si lamenta mentre loro ridono e sghignazzano». Ma anche le 11 telefonate al 112 senza mai poter parlare con l'operatore e una perfino al 911, il numero unico di pronto intervento negli Usa. Lei, ragazza statunitense da pochi mesi a Catania per un lavoro come baby sitter alla pari, aveva anche un video con quei suoi amici che l'hanno poi violentata. C'è tutto questo agli atti dell'inchiesta che ha portato al fermo di Roberto Mirabella e Agatino Spampinato, entrambi di 19 anni, e di Salvatore Castrogiovanni, di 20. Per il Gip di Catania Simonetta Ragazzi i tre al momento della violenza sessuale erano «lucidi e consapevoli».

La violentano in tre e riprendono con il cellulare, poi le mandano un video: «Lo rifacciamo?»
 

 


IL DRAMMA
Il dramma la sera del 15 marzo dopo che la ragazza era uscita per un giro nel centro della città. Lì ha incontrato i giovani che non conosceva. L'hanno invitata a bere in un bar, poi in altri locali e alla fine l'hanno costretta con la forza a salire sulla loro auto e l'hanno portata in un luogo appartato del lungomare Ognina.
Secondo il racconto della vittima, i giovani avrebbero fumato della marijuana. Poi, nella sua ricostruzione, la brutale e bestiale aggressione: chiusa in auto abusata dai tre. «Mentre mi violentavano - ha raccontato la 19enne ai carabinieri - io piangevo e ho chiesto loro di fermarsi in italiano, quindi erano in grado di capirmi. Hanno finito dopo un'ora».

Gli investigatori identificano subito i primi due aggressori . Il terzo nome arriva da controlli su Instagram. Uno di loro l'indomani le ha scritto per potersi rivedere. La ragazza ha accettato, ma per farsi consegnare il video della violenza: «lo voglio distruggere prima che lo mettiate in rete, datemelo o vi denuncio», ha minacciato. Dei tre fermati da carabinieri solo Castrogiovanni si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. Gli altri, davanti al Gip, hanno sostenuto che lei «ci stava», sì «era un poco brilla» ma era «tranquilla».
«Affermazioni a discolpa» che per il Gip, però sono «ampiamente smentite». Così come, aggiunge, appare «risibile e inverosimile» il non avere colto «le richieste di aiuto della ragazza». Contro di loro, oltre al video, la testimonianza di un barista con il quale i due si vantano e quella di un'altra barista che racconta di avere visto la ragazza scortata in bagno da uno di loro. Ma anche le loro voci in sottofondo in uno dei 5 audio che la ragazza disperatamente ha inviato a un amico chiedendo soccorso e al quale ha mandato il Gps della sua localizzazione («non posso muovermi, sono senza l'auto», si è giustificato lui) e le 11 telefonate al 112 . Il Gip per i tre ha disposto il carcere.
 

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