Ragazza stuprata dal branco: «Io, drogata e violentata». Il racconto della 13enne incastra i tre aggressori

Foggia, si erano conosciuti su Instagram. Attirata in un box in periferia, poi gli abusi. Gli arrestati sono 20enni

Ragazza stuprata dal branco: «Io, drogata e violentata». Il racconto della 13enne incastra i tre aggressori
di Antonio Calitri
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 21:40 - Ultimo aggiornamento: 21:43

Dal contatto social alla violenza di gruppo, arrestati a Cerignola tre ventenni per lo stupro di una tredicenne conosciuta su Instagram e attirata in un appuntamento. È iniziato così per una tredicenne di Cerignola, popoloso comune del foggiano, un incubo durato 51 minuti, nei quali la ragazzina è stata drogata, minacciata e violentata a turno da tre uomini.

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«Io, drogata e stuprata»

E dopo meno di tre mesi di indagini partite il giorno dopo quella domenica sera del 23 ottobre scorso, ieri sono stati arrestati con le accuse di violenza sessuale di gruppo e detenzione ai fini di spaccio di droga, i tre presunti autori dei fatti, i cugini ventenni Domenico Tricarico e Domenico Longo e il ventunenne Pasquale Pepe, mentre una quarta persona è indagata per false informazioni al pm.


L’ORDINANZA
Nell’ordinanza del gip Margherita Grippo che ha disposto l’arresto, viene definito l’accaduto «degradante e umiliante». La tredicenne, era stata contattata su Instagram da Tricarico che dopo un po’ di frequentazione virtuale l’avrebbe invitata a un incontro. Appuntamento sotto casa di lei, dove il ragazzo è andato a prenderla con l’automobile e insieme si sono recati in un box della periferia cittadina, una zona dove i tanti garage vuoti vengono solitamente affittati da gruppi di giovani che si riuniscono per trascorrere le serate in compagnia, tra musica, cibo, partite in tv. Quindi fin qui la ragazza non poteva insospettirsi più di tanto per quello che gli sarebbe potuto accadere. Una volta entrata nel box, esattamente alle 21.07 come ha ripreso una telecamera della zona, oltre a Tricarico ha trovato altri due maggiorenni. I tre hanno preparato uno spinello a base di hashish e lo hanno passato alla ragazzina spingendola a fumarlo per intero. Dopo un po’, ha denunciato la vittima, «mi sono sentita stordita, mi girava la testa e mi sono seduta sul divano».


Quando i tre capiscono che la ragazza non è più lucida, comincia la violenza, mentre gli altri riprendono con i telefonini. Lei prova a resistere, «ma minacciavano di mettermi le manette» ha raccontato, «Io urlavo e avevo paura». Non bastassero le violenze, a un certo punto nel locale sono entrati altri ragazzi probabilmente invitati da qualcuno dei tre, erano almeno cinque o forse di più, «per partecipare al compimento di atti sessuali o semplicemente per assistervi» così come viene annotato dal gip. Alle 21.58 come rileva la telecamera, la ragazzina e i tre maggiorenni escono dal box.


LA VITTIMA
La vittima è stata, poi, avvicinata da uno dei ragazzi entrati successivamente nel locale, che le avrebbe detto di «stare tranquilla perché non è la prima volta che una cosa simile accade». Circostanza che se rispondesse al vero e altre ragazze denunciassero, farebbe aprire nuove inchieste sulle notti di alcuni ragazzi cerignolani. Intanto la ragazzina è stata riportata a casa in macchina dallo stesso Tricarico che l’aveva condotta al box. Appena rientrata, avendo il suo telefonino scarico, ha preso quello della madre e ha raccontato l’accaduto a un’amica. La mattina dopo lo ha ripetuto ai genitori e insieme sono andati a sporgere denuncia al commissariato cittadino. 


I tre ragazzi probabilmente capiscono che qualcosa si sta muovendo e cercano di inquinare le prove. Prima contattano uno zio della vittima e gli fanno vedere uno dei video registrati per convincerlo che la nipote era consenziente. Poi in qualche modo persuadono anche la madre che scrive alla dirigente del commissariato di voler ritirare la denuncia perché è stata la figlia «a provocare ragazzi più grandi». Lo stesso Tricarico cerca di convincere la ragazzina dicendo in un messaggio audio, pur ammettendo l’accaduto, che «pure tu hai provocato» e che se non volevi starci, «aprivi la porta e te ne uscivi». Ma l’inchiesta non si ferma e i tre vengono arrestati.

 

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