Pronti a fare una strage per rapire l'ex fidanzata del capo: banda arrestata in tempo a Imola grazie a controllo anti Covid

Pronti a fare una strage per rapire l'ex fidanzata del capo: banda arrestata in tempo a Imola
di Giuseppe Scarpa
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Venerdì 4 Dicembre 2020, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 10:00

Un piano folle. L’epilogo sarebbe culminato ad Imola con una strage. Sventata per caso, grazie ai controlli per il rispetto delle norme che impongono limiti orari e sugli spostamenti per il Covid-19. Questo il piano, raccontato dai tre arrestati ai carabinieri (lunedì scorso) dopo un breve interrogatorio: prima di tutto ammazzare i genitori dell’ex fidanzata e il nuovo compagno. Poi sequestrare la donna e convincerla a rimettersi con il capo del gruppo. Non si capisce bene come l’assassinio del padre, della madre e del fidanzato della rapita l’avrebbe poi spinta tra le braccia dell’uomo. 
Tuttavia questa era l’idea concepita dal 45enne a cui avevano aderito un 37enne e un 25enne. L’avrebbero fatto a titolo d’amicizia, disposti ad aiutare l’amico di mezza età.


IL BLITZ
È lunedì primo dicembre.

Sono passate le 22. Orario limite da non superare per il rispetto delle norme relative al Covid-19. I carabinieri del nucleo radiomobile sono impegnati nei giri di perlustrazione per far rispettare il “coprifuoco”. In zona Pedagna, periferia di Imola, città romagnola in provincia di Bologna, in via Antonio Vivaldi, parcheggiata di fronte a un condominio c’è una panda rossa con il motore acceso e tre persone a bordo che discutono animatamente. 


Niente di strano in un giorno qualsiasi. Non in tempo di coronavirus e di rispetto delle norme imposte dal governo.
I militari allora si avvicinano. Sono tranquilli. Bussano al finestrino. I tre non si accorgono degli uomini dell’Arma. Al volante c’è un 37enne di Pianoro, accanto a lui un 45enne bolognese e sul sedile posteriore il più giovane del gruppo un 25enne di Casalecchio di Reno. Si girano di colpo e impallidiscono. Una reazione eccessiva. In fin dei conti i carabinieri si rivolgono in modo tranquillo. Può capitare, in certi casi, di stare fuori oltre il limite consentito. Nessuna eccessiva severità da parte delle forze dell’ordine, ma l’invito a rientrare a casa.
I tre invece vanno in confusione.

Ognuno offre la sua risposta sul motivo per il quale si trova dentro una Fiat panda con il motore avviato a discorrere oltre il coprifuoco. Alla fine sostengono di essere tre operai. 
La cortesia dei militari si trasforma in sospetto. Il dubbio impone allora una perquisizione. Ciò che gli investigatori trovano nell’automobile non fa che alimentare altre perplessità: un passamontagna, due paia di guanti, uno straccio con avvolto all’interno un coltello da macellaio, un paio di forbici, una scatola con un laccio emostatico, un paio di manette e un bastone di metallo con una punta di plastica fabbricata artigianalmente. Nuove domande, questa volta con un tono severo e risposte contraddittorie. Arriva, perciò, in appoggio un’altra auto del nucleo radiomobile e i tre vengono portati in caserma. 


L’INTERROGATORIO 
A questo punto il tono degli investigatori diventa risoluto. I tre allora raccontano il progetto: sequestrare e addormentare la 23enne ex fidanzata del più grande del gruppo, ucciderle i genitori e il suo nuovo compagno.
I carabinieri stentano a credere alla versione fornita. Ma devono ricredersi. Contattano la 23enne menzionata. La ragazza conferma di essersi lasciata con il 45enne a gennaio e di aver scoperto tramite un conoscente che il suo ex non aveva accettato di buon grado la fine del rapporto.

 
Perciò - ha raccontato sempre la ragazza - aveva saputo che l’uomo stava escogitando un “piano militare” per rapirla, costringerla a riprendere la relazione e trasferirsi in qualche altro Paese con lui. Per la ragazza si trattava solo di chiacchiere e nulla di più. Niente per cui preoccuparsi insomma.


I tre adesso sono in carcere con l’accusa di atti persecutori e tentato sequestro di persona. Nei prossimi giorni il magistrato li interrogherà di nuovo. Molto probabilmente i carabinieri hanno evitato una strage. 
 

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