Stato d'emergenza, cosa è che comporta: dallo smart working agli ospedali e alle mascherine

Stato d'emergenza, cosa è che comporta: dallo smart working agli ospedali e alle mascherine
di Raffaele Alliegro
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 10:48

La possibile proroga limitata dello stato d'emergenza riapre il dibattito sulle caratteristiche di questo strumento normativo che ha permesso finora di risolvere con efficacia molti problemi legati alla pandemia. L'ipotesi prevalente è ora quella di estendere le norme fino a marzo o aprile, così da non farsi trovare impreparati di fronte all'attacco della variante Omicron. Sul prolungamento dello stato di emergenza, ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, «ci si deve ragionare sicuramente, ma tutto dipende da quella che sarà l'evoluzione della pandemia. Ne siamo quasi fuori, la variante Omicron rimescola un po' le carte, vediamo come si procede con le prime e con le terze dosi. Se necessario dovrà essere prolungato, ma comunque per poco tempo». Appunto fino ad aprile, si pensa, anche per organizzare in modo efficace la “fase 2”, il periodo cioè in cui lo stato d'emergenza non ci sarà più e bisognerà cominciare a combattere il virus con gli strumenti legislativi ordinari.

Stato emergenza, proroga sino ad aprile: il piano per frenare la variante Omicron

Stato d'emergenza verso la proroga

La decisione sul se e come prorogare sarà presa la prossima settimana, resta comunque il fatto che le norme sullo stato d'emergenza scadranno il 31 dicembre e potranno essere estese al massimo fino al 31 gennaio del 2022. La legge, infatti, concede questa possibilità soltanto per dodici mesi prorogabili per altri dodici. Se si volesse arrivare ad aprile si dovrebbe quindi, con ogni probabilità, chiudere l'attuale stato d'emergenza e aprirne un altro con motivazioni diverse e adeguate alla nuova fase, in modo da poter traghettare senza scossoni fino alla primavera le strutture ministeriali e sanitarie che si occupano della pandemia. Con lo stato d'emergenza sono stati assegnati finora alcuni poteri straordinari e speciali al governo e alla Protezione civile.

 

Cosa comporta

Poteri che hanno permesso, nell'attività di contrasto alla pandemia, di derogare ad alcune norme vigenti, pur nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. È stato così possibile snellire le procedure di approvazione delle leggi e ricorrere ai decreti del presidente del consiglio dei ministri, i famosi dpcm. I tempi di diffusione del virus, infatti, hanno richiesto procedure accelerate per tutta una serie di materie. E lo stato di emergenza ha permesso il varo tempestivo e l'adeguamento in tempo reale di tutte le misure che da quasi due anni regolano la nostra vita e permettono il corretto funzionamento delle strutture sanitarie. L'obbligo di mascherine e il distanziamento, ad esempio, ma anche gli approvvigionamenti di materiale sanitario, i protocolli sul lavoro e lo smart working, l'uso del super green pass e le stesse ordinanze emanate dalla struttura commissariale: si tratta spesso di regole introdotte con norme collegate allo stato d'emergenza che decadrebbero nel momento in cui questo dovesse finire.

E alla stessa struttura normativa sono collegate anche le regole sull'Italia a colori, le zone rosse, la didattica a distanza nelle scuole, alcune disposizioni per le classi scolastiche in quarantena.

Le ipotesi

Come verrà dunque gestita l'attività di contrasto alla pandemia nel momento in cui lo stato di emergenza non ci sarà più e bisognerà utilizzare le norme ordinarie? Le ipotesi a cui si sta lavorando sono quelle di affidare i compiti della struttura commissariale alla Protezione civile, oppure creare a Palazzo Chigi una struttura di missione per la lotta al virus. Sarà comunque necessario un po' di tempo per riorganizzare tutto e passare alla “fase 2”. Anche per questo si pensa a una proroga dell'emergenza limitata nel tempo, al massimo fino ad aprile.

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