Una spigolatrice di Sapri parecchio seducente: la statua è stata inaugurata ieri nel paese del salernitano, alla presenza dell'ex premier Giuseppe Conte, che si trovava in zona per un tour elettorale. Ma quell'abito così aderente, smosso dalla brezza marina, ha scatenato mille polemiche. «È un'offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare - ha scritto su twitter l'ex presidente della Camera ed esponente del Pd, Laura Boldrini - Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia». E ancora: «A Sapri uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati - ha incalzato la collega di partito, Monica Cirinnà - questa statua della Spigolatrice nulla dice dell'autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore borbonico. Sia rimossa!».
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Seducente, lo è di sicuro. Che sia anche appropriata, la nuova statua dedicata alla spigolatrice di Sapri, è faccenda contestata. Da quando ieri sono circolate le foto dell’inaugurazione, con tanto disguardo perplesso/ammirato di alcuni politicihttps://t.co/o0TjuvG4F8 pic.twitter.com/T8UYTD1zTf
— cilentano.it (@cilentano_it) September 27, 2021
Spigolatrice, cosa è successo
È faccenda contestata, dunque, quella della opportunità o meno di una statua dedicata alla lavoratrice nei campi celebrata in una poesia di Luigi Mercantini, ispirata alla fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane per innescare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie. Non per il simbolo, anzi. Ma per la rappresentazione che è stata considerata fortemente sessista.
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«Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Me ne andavo un mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare», recitano i versi di Mercantini. La storia è quella di una lavoratrice dei campi, che si trova per caso ad assistere allo sbarco, incontra Pisacane e se ne invaghisce. La donna parteggia per i trecento e li segue in combattimento, ma finisce per assistere impotente al loro massacro da parte delle truppe borboniche. Nel corso degli anni la sua figura è diventata simbolo e ispirazione, ed è probabilmente per questo che la statua appena inaugurata, che la mostra con un abito trasparente che mostra forme morbide e sinuose, dove nulla si deve immaginare, ha scatenato polemiche e perplessità. Chi mai avrebbe immaginato il simbolo di quel territorio, con fattezze simili? Per le donne del Pd di Palermo prevale «il dovere di schierarci in modo netto e categorico per l’abbattimento di questa statua diseducativa e fuorviante che banalizza le donne e vanifica ogni comizio in favore della parità di genere urlato dalle poltrone politiche di ogni istituzione».
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Il sindaco di Sapri, Antonello Gentile, assicura che «al momento a Sapri nessuna parte sociale o politica ha criticato l’opera o distorto il concetto di opera realizzata dall’artista». Mentre lo scultore cilentano Emanuele Stifano prova a chiarire: «Se fosse stato per me - ha scritto su Facebook - avrei fatto una figura completamente nuda, lo stesso vale per il Palinuro di qualche anno fa e per le statue che farò in futuro, semplicemente perché sono amante del corpo umano in generale e mi piace lavorarci. Penso comunque che sia inutile dare spiegazioni a chi vuole assolutamente vederci depravazioni o cose varie. Quando realizzo una scultura - ha aggiunto - tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho “approfittato” della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo. Questo per sottolineare una anatomia che non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos. Aggiungo che il bozzetto preparatorio è stato visionato e approvato dalla committenza. A chi non mi conosce personalmente dico che metto in discussione continuamente il mio operato, lavorando con umiltà e provando sempre a migliorarmi, lungi da me accostarmi ai grandi Maestri del passato che rappresentano un faro che mi guida e mi ispira».
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Poco più in là un'altra statua della spigolatrice è posta sullo scoglio dello Scialandro: stesso vestito aderente, stessa figura morbida. E' sdraiata, più appartata. Guarda il mare, e gli sguardi dei passanti sembrano più lontani.
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