Spiagge libere, l'assalto con ombrelloni e lettini. Con l'aumento delle tariffe negli stabilimenti salgono i casi in tutti i litorali

La Guardia costiera: «In queste aree c’è anche chi affitta gli spazi abusivamente»

Spiagge libere, l'assalto con ombrelloni e lettini. Con l'aumento delle tariffe negli stabilimenti salgono i casi in tutti i litorali
di Graziella Melina
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Mercoledì 17 Agosto 2022, 22:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 13:00

Scelgono in genere le spiagge libere più belle, si assicurano i posti più vicini alla battigia e poi lasciano ombrellone, sdraio e lettini. Sì, li lasciano lì per diversi giorni. È l’estate dell’assalto alle spiagge libere. Casi che si verificano da anni ma che in queste settimane si ripetono con più frequenza. Scenario simile un po’ ovunque, dove i vacanzieri si appropriano di una porzione di spiaggia come se fosse un’area riservata. Fino a quando però non arriva la sorpresa: il controllo improvviso e il sequestro dell’attrezzatura. Da nord a sud Italia, la Guardia Costiera fino al 16 agosto ha restituito alla collettività 119.500 metri quadrati di spiagge libera grazie a 31.500 controlli. Non esiste una località più virtuosa, gli illeciti si ripetono ogni anno con le stesse modalità. 

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LA MAPPA DEGLI ABUSI

A Vasto, in Abruzzo, il 14 agosto più di 50 ombrelloni e 50 sdraio erano state posizionate in modo abusivo. E così sono stati sequestrati dalla Capitaneri più di 400 metri quadri di area e il responsabile dovrà rispondere del reato di occupazione abusiva di demanio marittimo. Stesse modalità anche in Sicilia. A fine luglio, i militari della guardia costiera di Giardini Naxos, insieme alla polizia municipale di Letojanni e all’associazione di volontariato Rangers international, hanno liberato una spiaggia totalmente assediata dagli abusivi: non solo sedie, lettini, ma anche ombrelloni e persino basamenti di cemento piazzati a un passo dal mare. A Terracina, sul litorale laziale, il 9 agosto invece sono stati portati via più di 600 oggetti tra lettini, ombrelloni, sdraio, posizionati da vacanzieri finora ignoti su circa 4mila metri quadrati di arenile. I risultati dei controlli confermano la tendenza ad appropriarsi del demanio pubblico: si passa dai 376.924 metri quadrati liberati nel 2019 ai 227.134 dell’anno successivo. Nel 2021 si arriva a 293mila metri quadrati e quest’estate la tendenza è il boom di casi. Ma nonostante l’attività della Guardia Costiera, i furbetti delle spiagge continuano imperterriti.

E molto incide l’aumento delle tariffe negli stabilimenti balneari Chi non può più pagare tenta di assicurarsi lo spazio abusivamente. «Purtroppo è un fenomeno endemico - spiega il capitano di vascello Cosimo Nicastro, portavoce della Guardia Costiera – Alcune spiagge libere spesso vengono occupate da attrezzature private per la maggior parte dei casi da parte di soggetti che lo fanno per uso personale, ma capita anche che ci siano operatori commerciali che chiedono un compenso, dando l’illusione che si tratti di uno stabilimento a tutti gli effetti». La presenza delle occupazioni abusive è ovviamente minore nelle regioni dove è prevalente la presenza dei lidi balneari regolari. 

IL BUSINESS

Più difficoltoso quindi riuscire ad occupare le prime file nelle spiagge libere in regioni come Liguria, Emilia-Romagna e Campania, visto che - stando al rapporto di Legambiente “Spiagge 2022” - il 70 per cento delle spiagge è occupato da stabilimenti. «Le spiagge libere non sono aree di serie b - precisa Antonio Capacchione presidente del Sindacato italiano balneari di Confcommercio – Ecco perché noi chiediamo che i tributi del demanio vengano assegnati ai Comuni affinché abbiano risorse per gestirle e attrezzarle». La paura della concorrenza negli stabilimenti neanche viene percepita. E nemmeno la questione delle tariffe, sempre più alte, che spinge molti vacanzieri a scegliere le spiagge a costo zero. «Dipende dall’offerta di uno stabilimento. Bisogna scegliere quello che ci si può permettere. Per esempio, un ombrellone per un’intera giornata in Puglia o in Toscana si può trovare anche a 15 euro – assicura Capacchione – Quello che manca è piuttosto la trasparenza dell’offerta, dovuta alla mancata classificazione balneare, in base ai servizi offerti e quindi ai prezzi». Daniela Di Renzoni responsabile Fiba (Federazione italiana imprese balneari) Confesercenti del Lazio, la vede diversamente: «L’abusivismo c’è e ci sarà sempre nonostante i controlli della Guardia costiera – denuncia Di Renzoni - Si tratta di situazioni che restano coperte. Senza contare il danno economico che ne deriva per tutti, non dimentichiamo che spesso non essendoci il bagnino deve intervenire quello delle spiagge limitrofe. Le spiagge libere, poi, non hanno servizi igienici, e spesso le famiglie sono costrette a utilizzare quelli dei nostri stabilimenti». 

 

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