Spatuzza torna in libertà dopo 26 anni di carcere: chi è il pentito di mafia

Nell’aprile scorso l'ex affiliato alla famiglia Brancaccio aveva chiesto di uscire dal carcere

Nell’aprile scorso il killer aveva chiesto di uscire dal carcere
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Venerdì 10 Marzo 2023, 09:44

Il pentito di mafia Gaspare Spatuzza, 59 anni, dei quali 26 anni trascorsi tra carcere e domiciliari, ha ottenuto la liberazione condizionale. Lo scrive il Corriere della Sera, spiegando che da due settimane non ha più i vincoli della detenzione domiciliare a cui era sottoposto dal 2014.

Diventato collaboratore di giustizia, Spatuzza ha contribuito a riscrivere la storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Soprannominato ‘u Tignusu per la sua calvizie o l’imbianchino per il suo mestiere, era affiliato alla famiglia di Brancaccio, all’epoca guidata da Filippo e Giuseppe Graviano

Per cinque anni dovrà osservare alcune prescrizioni, come non frequentare «abitualmente» pregiudicati, o non uscire dalla provincia in cui abita senza autorizzazione.
 

I crimini di Gaspare Spatuzza

Si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. È tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993. Ha rapito il 13 enne Giuseppe Di Matteo per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento.

Spatuzza ha ricevuto condanne per oltre 40 omicidi. L’Antimafia lo ha catturato nel 1997 all’ospedale Cervello di Palermo. Durante la detenzione si è iscritto alla facoltà di teologia.

Da due settimane ha ottenuto la liberazione condizionale. Senza avere più i vincoli della detenzione domiciliare a cui era sottoposto dal 2014. Ora, per cinque anni, dovrà rispettare le prescrizioni del tribunale. Tra cui quella di non frequentare pregiudicati o non uscire dalla provincia in cui prenderà la residenza senza un’autorizzazione della Questura. Il suo pentimento risale all’estate del 2008. 

 

 

La presunta catarsi

Spatuzza è stato arresto nel 1997. Condannato all'ergastolo per le stragi, dopo 11 anni di carcere ha deciso di parlare con i magistrati. Le sue dichiarazioni sono servite, per altro, a mandare a processo per le stragi di Capaci e via D'Amelio anche Matteo Messina Denaro, procedimento ancora in corso davanti alla corte d'assise d'appello di Caltanissetta. Durante la detenzione Spatuzza, ha iniziato un percorso di conversione religiosa, ha chiesto il perdono alle vittime.

La decisione sulla liberazione condizionale è arrivata dopo che la Cassazione, nell'aprile scorso, aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che in precedenza aveva negato la liberazione condizionale. Ora la nuova pronuncia della stessa Sorveglianza, su parere favorevole delle procure antimafia interpellate.

 

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