Il pentito di mafia Gaspare Spatuzza, 59 anni, dei quali 26 anni trascorsi tra carcere e domiciliari, ha ottenuto la liberazione condizionale. Lo scrive il Corriere della Sera, spiegando che da due settimane non ha più i vincoli della detenzione domiciliare a cui era sottoposto dal 2014.
Diventato collaboratore di giustizia, Spatuzza ha contribuito a riscrivere la storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Soprannominato ‘u Tignusu per la sua calvizie o l’imbianchino per il suo mestiere, era affiliato alla famiglia di Brancaccio, all’epoca guidata da Filippo e Giuseppe Graviano.
Per cinque anni dovrà osservare alcune prescrizioni, come non frequentare «abitualmente» pregiudicati, o non uscire dalla provincia in cui abita senza autorizzazione.
I crimini di Gaspare Spatuzza
Si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. È tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993. Ha rapito il 13 enne Giuseppe Di Matteo per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento.
Spatuzza ha ricevuto condanne per oltre 40 omicidi. L’Antimafia lo ha catturato nel 1997 all’ospedale Cervello di Palermo. Durante la detenzione si è iscritto alla facoltà di teologia.
La presunta catarsi
Spatuzza è stato arresto nel 1997. Condannato all'ergastolo per le stragi, dopo 11 anni di carcere ha deciso di parlare con i magistrati. Le sue dichiarazioni sono servite, per altro, a mandare a processo per le stragi di Capaci e via D'Amelio anche Matteo Messina Denaro, procedimento ancora in corso davanti alla corte d'assise d'appello di Caltanissetta. Durante la detenzione Spatuzza, ha iniziato un percorso di conversione religiosa, ha chiesto il perdono alle vittime.
Febbraio 2019. Al processo per i depistaggi sulla strage di via D'Amelio il collaboratore di giustizia Giuseppe Spatuzza riferisce cosa gli avrebbe detto l'allora boss Giuseppe Graviano su Silvio Berlusconi
La trattativa Stato-mafia a #Report, lunedì alle 21.20 su @Raitre pic.twitter.com/QnwOwqaUI4— Report (@reportrai3) December 30, 2020
La decisione sulla liberazione condizionale è arrivata dopo che la Cassazione, nell'aprile scorso, aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che in precedenza aveva negato la liberazione condizionale. Ora la nuova pronuncia della stessa Sorveglianza, su parere favorevole delle procure antimafia interpellate.