Gambizzato per una lite nel traffico, assolti i tre imputati. La delusione della vittima: «Amputato una seconda volta»

Gaetano fu prima colpito alla testa con il calcio di una pistola, poi ferito alle gambe: contrasse quindi una grave infezione a causa della quale ha dovuto subire l'amputazione degli arti inferiori

Sparato alle gambe per una lite nel traffico, assolti i tre imputati. La delusione della vittima: «Amputato una seconda volta»
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Giovedì 23 Marzo 2023, 19:32 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 09:53

Assolti per non «aver commesso il fatto»: è il verdetto del giudice per l'udienza preliminare di Napoli Nord Daniele Grunieri per i tre imputati del ferimento del 23enne Gaetano Barbuto Ferraiuolo, il ragazzo di Sant'Antimo (Napoli) colpito alle gambe dopo una lite avvenuta nel settembre 2020, che ha perduto gli arti inferiori in seguito alle lesioni riportate.

I tre, Antonio Sgamato, 26enne di Sant'Antimo, Raffaele Chiacchio, 19enne di Grumo Nevano e Antimo Belardo, 28enne di Sant'Antimo, furono arrestati un mese dopo il fatto per tentato omicidio, quindi rimessi in libertà e rinviati a giudizio solo per il reato di lesioni gravissime.

 

La delusione di Gaetano Barbuto Ferraiuolo: «Amputato una seconda volta»

Grande delusione per Gaetano, che oggi con la mamma e le zie ha atteso la sentenza ad Aversa, sede del tribunale di Napoli Nord. «Mi hanno amputato le gambe una seconda volta - ha dichiarato dopo il verdetto la giovane vittima - alla fine nessuno pagherà per quello che ho subito.

Non ci sono colpevoli. Sono sconvolto». Per il legale del giovane, Carlo De Stavola, ci sarebbero tutti gli elementi perché la Procura faccia appello.

Nell'udienza del 10 marzo scorso c'era stato all'esterno del tribunale aversano un flash mob per chiedere giustizia per Gaetano. La lite, è emerso dalle indagini, scoppiò per motivi di viabilità la sera del 20 settembre 2020, su Corso Europa a Sant' Antimo. Gaetano fu prima colpito alla testa con il calcio di una pistola, poi ferito alle gambe; contrasse quindi una grave infezione a causa della quale ha dovuto subire l'amputazione delle gambe e diversi altri interventi chirurgici tra Napoli e Bologna.

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