All'asta, che si è tenuta a Roma presso Minerva Auctions (Gruppo Finarte), è stato battuto anche il raffinato disegno preparatorio dei costumi di scena del film, a china colorato con pennarelli, acquistato sempre dal Museo torinese per 6.250 euro. Una chicca, visto che la vestaglia in cotone fu disegnata dallo stesso Scola per il costumista Enrico Sabbatini, che poi la realizzò. Entrambi i cimeli provengono dall'Archivio Ettore Scola della famiglia del cineasta. E i parenti del regista oggi erano presenti a Palazzo Odescalchi, in piazza Santi Apostoli a Roma.
Il film, osannato nel 1977 al festival di Cannes, e candidato all'Oscar (compresa la candidatura di Marcello Mastroianni), è tutto retto sulla bellezza e bravura degli attori protagonisti assoluti. Il piano sequenza iniziale ritrae la Loren all'interno della cucina e da subito la vestaglia che indossa incarna e rappresenta a pieno il modello di donna che Scola voleva: una donna sottomessa al marito, madre sotto un regime che attribuiva loro ben poche virtù al di fuori degli obblighi domestici e coniugali. Dal bozzetto si evince come Scola pensasse ad una vestaglia particolare: tradizionale nella forma, ma con i risvolti anteriori che ondeggiano seguendo i movimenti del corpo della Loren. Un gioco delle parti tra i due divi: da una parte l'austero gilet bordeaux di Marcello e la sua giacca tortora, dall'altra la vestaglia dallo sfondo anch'esso grigiastro, ma su cui spiccano fiori colorati che segnano la vitalità indomita della Loren.
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