Ventisei banconote da 50 euro. Erano sparse a terra, dalla strada fin sotto il bancomat, come le bricioline di pane che Hänsel e Gretel avevano sparso nel bosco per ritrovare la strada. Milletrecento euro, tutti su un colpo. Praticamente uno stipendio, che di questi tempi farebbe “gola” a chiunque. A scoprire, il giorno della Vigilia di Natale, questo “sentiero” di denaro, mentre andava a prelevare allo sportello esterno della banca Unicredit di Sarmeola (Padova), è stato Yassine Ballouki, 28enne marocchino, in Italia da 12 anni e in possesso di regolare permesso di soggiorno.
A terra ventisei banconote
Quando ha visto la prima banconota sull’asfalto l’ha raccolta.
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Le ricerche
Sono scattate così subito le ricerche degli sbadati proprietari del gruzzoletto, seminato per mezza Sarmeola. Per fortuna, ormai, tutti gli istituti di credito sono dotati di telecamere puntate sugli sportelli. E proprio le riprese della videosorveglianza del bancomat dell’Unicredit sono state fondamentali per risalire a chi aveva smarrito le banconote. In brevissimo tempo i militari della stazione dell’Arma sono riusciti a contattare i proprietari, titolari di una ditta con sede a Rubano, molto noti nel paese e subito riconosciuti grazie alle immagini.
Potete immaginare il sollievo della coppia quando dall’altro capo del telefono ha sentito: «Pronto, carabinieri. Abbiamo trovato il denaro che avete perso». Con il cuore gonfio di gioia, marito e moglie di Rubano sono arrivati alla caserma di via Rismondo, dove oltre al comando provinciale e alla Legione Veneto, ha sede anche la stazione guidata dal luogotenente Giovanni Soldano.
E qui i due “sbadati” hanno incontrato il giovane marocchino che aveva trovato e portato ai carabinieri la mazzetta da 26 banconote da cinquanta euro.
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La restituzione
Nell’ufficio del comando, ecco la seconda sorpresa. Quando hanno incontrato Yassine, e i carabinieri hanno restituito loro il denaro, i due coniugi hanno allungato la mano verso di lui per dargli la sua ricompensa. Ma il giovane marocchino ha rifiutato. «Non ho fatto niente di speciale, solo quello che dovevo. Quei soldi non erano miei e i carabinieri potevano trovare il loro vero proprietario. Quindi, grazie, grazie mille, ma non voglio nulla».
Un’onestà e una dolcezza in quelle parole che hanno lasciato a bocca aperta i due imprenditori che non hanno potuto fare altro che ringraziarlo e ascoltare la sua storia.
Yassine ha spiegato loro di essere in Italia da 12 anni e di aver sempre lavorato fin dal primo giorno in cui aveva messo piede nel nostro Paese. Regolare, con il suo permesso di soggiorno, in realtà cova da tempo un grande desiderio: «Voglio ottenere la cittadinanza, qui mi sento a casa».
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