Caso M5S. Venezuela, soldi ai partiti anti Usa. Ma dubbi sul verbale chiave

Caso M5S. Venezuela, soldi agli anti Usa. Ma dubbi sul verbale chiave
di Cristiana Mangani
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Martedì 16 Giugno 2020, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 01:08
Un grande fronte antiamericano e antioccidentale: l'idea dell'ex presidente del Venezuela Hugo Chàvez, con l'allora ministro degli Esteri Nicolas Maduro, è stata perseguita con finanziamenti ai partiti di mezzo mondo, con petroldollari che il governo bolivariano è stato accusato di distribuire dal nord al sud del pianeta. Molte le operazioni gestite dagli uomini del leader, tante quelle non trasparenti e chiare. E allora, a prescindere da come andarono realmente i fatti dieci anni fa, e se il Movimento 5 stelle abbia ricevuto o meno denaro da Caracas, a leggere il verbale che attesterebbe il passaggio di 3,5 milioni di dollari a Gianroberto Casaleggio, emergono parecchi dubbi sull'autenticità: dal cavallo nel timbro che corre nel verso sbagliato, alla dicitura non corretta del ministero, fino al sospetto di un possibile ritocco della data.

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LE OMBRE
Il documento presentato ieri dal quotidiano spagnolo Abc, più che un atto riservato e uscito fuori da chissà quali archivi, sembra un atto falso, o comunque adattato alle esigenze del momento. L'intestazione ufficiale è quella della direzione generale dell'intelligence militare del Ministero de la Defensa. Dicitura cui però manca l'espressione del potere popolare (del Podel Popular), imposta a tutti i ministeri dal decreto 5.836 pubblicato sull'edizione straordinaria della Gazzetta ufficiale di Caracas l'8 gennaio del 2007, tre anni prima della firma del presunto rapporto.



Qualche dubbio viene anche a guardare il timbro che copre l'intestazione: l'immagine sembra quella dello Escudo de armas adottato nel 1954. In quello entrato in vigore dal 9 marzo del 2006, in base a un decreto dell'Assemblea nazionale, il cavallo bianco posto nella metà inferiore corre indomito verso sinistra, in un gesto descritto come emblema dell'indipendenza e della libertà. Quello sul rapporto segreto, invece, va verso destra, con la testa girata all'indietro.
 


MESE E FIRMA
E se due indizi fanno quasi una prova, ecco il terzo, perché anche la data non appare precisa. L'immagine d quella impressa in calce è confusa, e sono evidenti i segni di un doppio passaggio: un timbro in blu, con l'abbreviazione del mese di luglio (jul) e la specifica della ricezione da parte dell'Archivio generale. C'è poi un secondo intervento in nero, quello della firma, che completa la data con il giorno 5 e l'anno 2010, ma con piccoli segni che potrebbero denunciare cancellature posticce.

Nei report diffusi da Wikileaks, finanziamenti di questo genere vengono citati di continuo, a evidenziare una prassi consolidata dal governo di Chàvez e ora di Maduro. Dei fondi distribuiti nell'area dei Caraibi, in Siria, in Bielorussia, in Corea del Nord, in Iran, il passaggio è rimasto opaco. Mentre su due casi, la notizia è trapelata: il 4 agosto del 2007, l'imprenditore venezuelano-statunitense Guido Antonini Wilson, poco dopo essere arrivato su un volo privato all'Aeroparque Jorge Newbery di Buenos Aires proveniente dall'Aeropuerto Simón Bolívar, è stato fermato con una valigia piena di dollari non dichiarati: 790.550, destinati a finanziare la campagna elettorale dell'argentina Cristina Kirchner. In un documento ufficiale del 2008 firmato dall'allora ministro delle Finanze, Rafael Isea, è citato il secondo caso: i circa 7 milioni di dollari che Chàvez avrebbe pagato ai futuri fondatori della spagnola Podemos, Pablo Iglesias, Juan Carlos Monedero e Joge Verstrynge.

IL RICERCATO
Ora, secondo la ricostruzione di Abc il console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino, avrebbe agito come intermediario con Casaleggio, destinatario finale del denaro in contanti. E a occuparsi del passaggio dei soldi - in base a quanto emergerebbe dal dossier dell'intelligence militare di Hugo Carvajal, un generale che Maduro ha espulso dalle forze armate e proclamato traditore per il suo sostegno all'oppositore Juan Guaido, ora ricercato dagli Usa per narcotraffico - la somma per finanziare l'M5s proveniva dai fondi riservati amministrati dall'allora ministro dell'Interno e oggi titolare del dicastero dell'Economia, Tareck el Aissami, figlio di un emigrante siriano druso e di una libanese, considerato molto vicino a Hezbollah. 
 
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