Siti per vedere le partite oscurati dalla Guardia di Finanza

Siti per vedere le partite oscurati dalla Guardia di Finanza
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Sabato 7 Novembre 2020, 21:46 - Ultimo aggiornamento: 22:05

Hanno interrotto la visione di una partita del campionato di calcio vista tramite siti pirata con un cartello apparso direttamente sui televisori smart o sugli schermi dei personal computer accesi dagli utenti illegalì che ora rischiano, a loro volta, anche di ricevere una multa salata. In una vasta inchiesta, infatti, oltre settecento siti web e 300 piattaforme Iptv pirata per la trasmissione di contenuti a pagamento sono stati oscurati dalla Guardia di Finanza.

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Secondo quanto si apprende da fonti inquirenti, l'attività è rientrato nell'ambito di una maxi indagine del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle coordinata dalla procura di Napoli. L'attività, iniziata nel corso della giornata, è poi proseguita per ore, con sviluppi che ancora devono terminare. In pratica, su centinaia di pagine on line, alcune delle quali stavano già trasmettendo la partita di serie A Cagliari-Sampdoria, è comparso un cartello che avvisava gli utenti che stavano utilizzando un servizio illegale. Su televisori e computer, ma anche sui telefonini e altri device degli utenti connessi ai servizi streaming pirata è comparsa la scritta nella quale era riportato che i siti e le piattaforme in quel momento visualizzate erano state «sottoposte a sequestro per violazione sulle norme di proprietà intellettuale su ordine della Procura della Repubblica di Napoli».

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L'avviso ha spiegato inoltre agli utenti che «la sottoscrizione o l'utilizzo di servizi di streaming illegale comporta la pena da sei mesi a tre anni e la multa da euro 2.582 a euro 25.822», in base alla legge sul diritto d'autore e ha avvertito gli utilizzatori dei servizi pirata che i loro «dati di accesso costituiscono materiale probatorio a disposizione dell'Autorità Giudiziaria». L'operazione, che non si è ancora conclusa e proseguirà nelle prossime ore con l'obiettivo di inibire l'accesso illegale a ulteriori piattaforme e bloccare la fruizione di contenuti piratati, riguarda in particolare anche centinaia di canali Telegram. Dalle indagini, sempre secondo quanto è stato possibile ricostruire dalle fonti inquirenti, sarebbero emersi collegamenti tra la vendita dei contenuti a pagamento e la gestione degli abbonamenti illeciti da parte della criminalità organizzata.

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