Lucano, domani l'interrogatorio. Il pm: «Se modello fallisce non è colpa nostra»

Lucano, il sindaco di Riace: «Io, arrestato per reato di umanità»
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Ottobre 2018, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 19:10

«Mi hanno messo agli arresti per un reato di umanità». È sorpreso e anche un pò arrabbiato Domenico Lucano, il sindaco di Riace - sospeso dall'incarico dal Prefetto di Reggio Calabria - il giorno dopo gli arresti domiciliari cui si trova da ieri mattina nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Locri. Non se l'aspettava, dopo 20 anni di impegno totale all'accoglienza dei migranti, di finire agli arresti proprio per la sua attività in favore degli ultimi del mondo.

Arrestato il sindaco di Riace, l'alibi buonista per assolvere il reato
«La sposo con un'altra donna». Così Lucano concedeva i permessi di soggiorno

 



E nello sfogo al fratello c'è tutta l'amarezza per una situazione che non si sarebbe mai aspettato di vivere e che adesso, a detta di molti, mette a rischio la stessa esperienza che ha fatto di Riace un esempio da imitare in tutto il mondo. Una eventualità, quest'ultima, della quale non intende assolutamente avere la responsabilità l'accusatore di Lucano, il procuratore della Repubblica di Locri Luigi D'Alessio. «La nostra inchiesta - tiene a precisare - non ha rappresentato un attacco al modello Riace». E se questo modello dovesse fallire, aggiunge, «non sarà colpa certo della Procura di Locri». I magistrati, dice, avendo «ravvisato delle ipotesi di reato» hanno proceduto e «abbiamo fatto il nostro dovere». «Bisogna scindere la persona Lucano - spiega il magistrato - dall'idea che Lucano ha posto in essere a Riace. Il problema è la realizzazione di quell'idea. Non possiamo consentire che qualcuno persegua un'idea passando bellamente sopra i principi e sopra le norme. Altrimenti consentiremmo a chiunque di praticare i propri convincimenti infischiandosene delle leggi». Per domani, è atteso il primo faccia a faccia tra Lucano ed i suoi accusatori, davanti al gip di Locri dove è fissato l'interrogatorio di garanzia. I pm stanno inoltre preparando il ricorso al Tribunale del Riesame per contestare la lettura data dal gip alla loro richiesta di arresto che ha fatto cadere buona parte delle accuse contestate a Lucano. E in attesa degli sviluppi giudiziari, per tentare di stemperare le polemiche Md, la corrente di sinistra delle toghe, ha pubblicato sulla propria rivista on line 'Questione Giustizià l'ordinanza d'arresto. Come «antitodo - dice Md - alla grancassa della speculazione, con il ministro dell'Interno a chiedere 'cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l'Italia di immigratì e con il blog ufficiale di una delle due forze di Governo a decretare 'finita l'era del business dell'immigrazionè». Polemiche che però vanno avanti, così come l'ondata di solidarietà nei confronti del sindaco. Salvini è tornato sulla vicenda per dire che «chi parla di Stato autoritario come Saviano che ha dei problemi», mentre al fianco di Lucano - che riceve un applauso dalla platea di un convegno sull'immigrazione e l'accoglienza a Montecitorio a cui partecipava il presidente della Camera Roberto Fico - si schiera l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) augurandosi che sia fatta piena luce sui fatti ed esprimendo «preoccupazione e rammarico per la condizione di coloro che, migranti e rifugiati, temono ora di aver perso una guida che in questi anni li ha costantemente supportati». Perché in questi anni, come ricorda il fratello Giuseppe, Lucano - definito «coraggioso e tenace» dall'arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri dal 1994 al 2007 - è diventato un simbolo. «Ha dato l'anima per questo progetto - dice Giuseppe - ha dato anche lavoro alle persone del paese, ha fatto accoglienza e contemporaneamente ha creato sviluppo dell'economia locale. E alla fine, dice, 'vengo ripagato in questo modò. Lui capisce benissimo che è come colpire un simbolo nel contesto di quello che avviene adesso in Italia, il vento che spira impetuoso».
Un vento a cui intendono opporsi gli organizzatori del corteo che, all'insegna dello slogan «Riace non si arresta», sabato percorrerà le strade del piccolo paese della Locride per concludersi sotto casa di Lucano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA