Silvia Romano, insulti e veleni sui social: scatta l'inchiesta. Il consigliere choc: «Impiccatela». Chiuso il profilo Facebook della cooperante

Silvia Romano, inchiesta per gli insulti e i veleni sui social. Salvini: era meglio evitare un ritorno-show
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Martedì 12 Maggio 2020, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 19:07

Per gli insulti e le frasi minacciose rivolte sui social a Silvia Romano, il responsabile dell'antiterrorismo milanese, Albero Nobili ha aperto una indagine. L'ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate. La Prefettura di Milano, città in cui lei vive con la famiglia e dove ieri è rientrata, sta valutando misure di protezione e il palazzo del Casoretto in cui abita è già sorvegliato dalle forze dell'ordine. Ora dopo gli insulti e le minacce anche di morte (vicino a casa della ragazza è stato trovato anche un volantino) legate in particolare alla conversione all'Islam, maturata dalla ragazza durante la prigionia, il pm Nobili ha aperto un'inchiesta. E dall'ora di pranzo il suo profilo Facebook non è più visibile: sarebbe stato chiuso.
Intanto il leader della Lega Matteo Salvini attacca: 
«Sarebbe stato meglio evitare un ritorno-show, è chiaro anche ai sassi che è stato pagato un riscatto». 

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CONSIGLIERE CHOC. Ha postato una foto di Silvia Romano e sotto ha scritto «impiccatela» un consigliere comunale di Asolo (Treviso), Nico Basso, un venetista capogruppo della civica «Verso il futuro», ex assessore della giunta comunale leghista del comune trevigiano. Un post su Facebook che ha subito cancellato, ma che era accompagnato da altri messaggi di odio e offese volgari alla giovane cooperante italiana liberata in Somalia dopo 18 mesi di prigionia.

LA MAMMA  E LA SALUTE. «Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro». È quanto ha detto Francesca Fumagalli, la madre di Silvia Romano, intervistata telefonicamente dal Tg3 della Rai. «Sta bene, come l'avete vista quando è arrivata, anche psicologicamente», ha spiegato il medico di famiglia, il dottor Matteo Danza, dopo aver visitato la cooperante milanese. «Un controllo va sempre fatto dopo tanti mesi che si manca dall'Italia, è doveroso», ha aggiunto il medico lasciando il palazzo di via Casoretto dove la giovane abita con la madre, confermando che per Silvia Romano è cominciato l'isolamento di 14 giorni previsto per il contrasto al coronavirus per chi rientra dall'estero. 
«Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito». Lo ha detto la mamma, uscendo con il cane dalla sua casa in via Casoretto, a Milano. «Usate il cervello», ha aggiunto la signora rientrando e ribadendo di non voler rilasciare altre dichiarazioni. «Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace».

JIHAD. I soldi del riscatto di Silvia Romano servono per finanziare la jihad. Così ha detto Ali Dehere, portavoce di Al Shabaab (l'organizzazione terroristica che ha sequestrato la cooperante italiana): «Perché mai avremmo dovuto maltrattarla? Silvia Romano rappresentava per noi una preziosa merce di scambio. E poi è una donna, e noi di Al Shabaab nutriamo un grande rispetto per le donne. Abbiamo fatto di tutto per non farla soffrire, anche perché Silvia Romano era un ostaggio, non una prigioniera di guerra».

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CASA BLINDATA. C'è un frequente passaggio di auto delle forze dell'ordine lungo la via del quartiere Casoretto di Milano, dove da ieri Silvia Romano è tornata a casa dopo essere stata sequestrata per un anno e mezzo fra Kenya e Somalia. A differenza di ieri non c'è il presidio fisso di auto di polizia e carabinieri, ma le pattuglie rallentano passando davanti al palazzo. Sul portone del condominio sono ancora incollati i cartelli con i messaggi di bentornato per la giovane cooperante. È alzata la tapparella della finestra al secondo piano da cui Silvia Romano si è affacciata ieri per ringraziare la folla di persone che la attendeva.

ASSEMBRAMENTI. «Ieri a proposito dell'arrivo di Silvia Romano» a Milano «la regola» di non creare assembramenti e di mantenere la distanza dalle altre persone «non non è stata rispettata, l'assembramento era impressionante. Non ci sono assembramenti di serie A e assembramenti di serie B». Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato la folla di fotografi, giornalisti e operatori delle tv che hanno accolto l'arrivo della cooperante rapita in Kenya rientrata nella sua abitazione.

PSICOLOGI. L'Ordine degli Psicologi della Lombardia esprime sostegno e solidarietà a Silvia Romano e alla sua famiglia. Silvia, affermano gli psicologi, «è la vittima di un rapimento, un evento traumatico estremo. La nostra comunità professionale sottolinea l'importanza di rispettare, anche con un opportuno silenzio, il momento che Silvia sta attraversando: gli attacchi di questi giorni rappresentano un pericolo grave per il suo benessere e la concreta possibilità di contribuire a un ulteriore trauma sul trauma».

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