Alluvione Emilia Romagna, la vita sulle brandine con l'incubo sciacalli. L'ospitalità di amici e parenti. «Così ne verremo fuori»

A Faenza frustrazione e orgoglio: «In qualche modo si riparte»

Alluvione Emilia Romagna, la vita sulle brandine con l'incubo sciacalli. L'ospitalità di amici e parenti
di Mirco Paganelli
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Venerdì 19 Maggio 2023, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 08:25

FAENZA È tornato il sereno nei cieli della Romagna, ma non nei cuori della gente che ha perso tutto. I ricordi di una vita, gli arredi, i vestiti, gli oggetti preziosi. Le strade di Faenza, Cesena, Forlì e altre città si sono trasformate in pattumiere a cielo aperto. Difficile conoscere il numero esatto degli sfollati, non inferiore a diecimila in tutta la regione. C'è chi ha trovato alloggio da amici o parenti. Oltre tremila sono stati invece accolti nei centri allestiti in palestre, scuole e palazzetti dello sport. Il loro letto al momento è una branda. Al PalaBubani di Faenza, che ospita 150 sfollati, c'è chi parla di cosa ha perso, automobili comprese. «Mi devo lavare i denti», dice una donna anziana al marito. «Non è importante adesso», sorride lui. «Avete ancora qualcosa?», domanda una signora al telefono a chi, come lei, non ha più un tetto sopra la testa.

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BRICIOLE DI NORMALITÀ

Attorno a loro le persone che hanno perso tutto sistemano ciò che sono riuscite a portarsi dietro per avere una parvenza di normalità. Tra vestiti e valigie appoggiate sugli spalti della struttura sportiva campeggia la scritta "Forza Faenza". Gli ospiti hanno dormito qui la scorsa notte e lo faranno anche nei prossimi giorni, non si sa fino a quando.
In tutto il territorio comunale sono 520 gli sfollati. Gli altri sono al Palacattani (250), nella scuola Don Milani (60) e in un padiglione della fiera (60) dove sono 300 i letti disponibili.
Tragica la situazione anche a Cesena, tra i primi comuni colpiti dal flagello venuto dal cielo.

Jonathan Rasponi, 25 anni, meccanico, vive in zona Ronta. «Abbiamo perso i piani interrati e i primi piani. Tutto da buttare dice sconsolato -. La situazione è tragica. Piano piano ripuliremo tutto e proveremo a ricominciare da qualche parte». Degli amici aiutano la sua famiglia a rialzarsi. Per ora restano a dormire a casa, anche se hanno perso mobili ed elettrodomestici. Sono sei in casa, tra cui una bambina di due anni. «Ne verremo fuori assicura -. Qui ci conosciamo tutti ed è pieno di gente vogliosa di donare».

 

IL RIFIUTO

Ma c'è anche chi non accetta di dormire altrove, come a Cesenatico, dove tutte e 20 le persone tratte in salvo a Sala hanno deciso di tornare a dormire nelle proprie abitazioni nonostante siano ancora allagate. «Alcuni di loro li abbiamo dovuti riportare a bordo di gommoni», spiegano dal Comune che aveva trovato alberghi disponibili ad accoglierli. La gente ha paura degli sciacalli, che non mancano. Il sindaco di Faenza Massimo Isola ha messo in guardia da chi suona ai campanelli chiedendo di entrare nelle abitazioni per verificare la potabilità dell'acqua o il funzionamento degli impianti elettrici. «Al momento nessun dipendente comunale o di altri enti è sul campo per svolgere attività di questo tipo». Anche a Cervia, duramente colpita dall'alluvione, gli sfollati non accettano di buon grado di rimanere lontani da casa. Attualmente sono due gli hotel che hanno aperto loro le porte gratuitamente.
 

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