Ma le scuole italiane non sono ancora pronte per le lezioni a distanza

Scuole, gli ostacoli delle lezioni a distanza. L'insegnante: «Seguire l'esperienza degli studenti in ospedale»
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 4 Marzo 2020, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 13:27

Se la scuola chiude, si farà didattica a distanza. É proprio così? Probabilmente non sarà semplice: le scuole italiane non sono pronte, almeno non tutte, per mettere in campo una vera didattica a distanza, utilizzando la rete e collegando tutti gli studenti online per una lezione di gruppo con il docente collegato. Innanzitutto non è detto che le famiglie possano contare sui dispositivi necessari: è vero che basta avere uno smartphone in casa ma serve anche una buona connessione, stabile. E ci sono aree del Paese in cui questo aspetto non è garantito. Non solo, ciò di cui si sente veramente la mancanza è una sperimentazione sul fronte delle lezioni online: quanti docenti sono veramente pronti a svolgere lezioni a distanza? Quanti hanno già avuto esperienze in questo senso? Pochi.

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Skype
Probabilmente l'unico vero approccio alla didattica online è rappresentato dalle lezioni che si svolgono con la scuola in ospedale. Ci sono infatti classi collegate via web con ragazzi ricoverati in ospedale. In questo caso, veramente, si può parlare di prassi consolidata. Come funziona? Lo studente deve collegarsi in video, tramite Skype o chat di gruppo, da casa così come faranno i suoi compagni e i docenti.

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Gli ospedali

«Per i ragazzi in ospedale – spiga Barbara Riccardi, docente di quinta elementare – ci colleghiamo dalla classe, anche per fargli sentire la nostra presenza. L'idea del gruppo deve farsi sentire perché è importante. Lo abbiamo già fatto in collaborazione con l'Ifo di Roma e siamo soddisfatti del risultato. Non è così complicato, in realtà, io utilizzo il mio smartphone: è chiaro che tutti devono poter contare su un dispositivo simile. Devono poter accedere ad una app di videochiamate, come Skype ma anche Whatsapp verificando la possibilità di inserire tutti i ragazzi. I più piccoli dovranno usare la app con il profilo dei genitori e quindi tutto sarà più sicuro. Consiglio di restare in una stanza silenziosa, visto che si deve far didattica. Chi vuole, sempre che le direttive della salute lo permettono, può anche collegarsi in gruppo: nel caso di famiglie con genitori assenti per lavoro, i ragazzi possono incontrarsi in gruppi di tre o quattro e collegarsi con gli altri. Si può lavorare in gruppo anche così, fermo restando le direttive ministeriali ovunque: qui ci troviamo in una situazione nuova».


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Le lezioni
Quanto durano le lezioni?
«Non più di un'ora – spiega la Riccardi - i ragazzi ricoverati non possono stancarsi troppo ma credo sia opportuno non esagerare anche nel caso della didattica a distanza per tutti: si tratta comunque di restare davanti ad uno schermo, come uno smartphone o un tablet, quindi meglio non esagerare. Un'ora al mattino e un'ora al pomeriggio». Il tempo di spiegare e poi i ragazzi potranno svolgere i compiti da casa. «Scopriremo – conclude la Riccardi – che tutto si può fare. Basta la buona volontà: la didattica a distanza può essere una risorsa in tante occasioni».

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