Scontri ultrà in A1, dal Daspo “rinforzato” alla tessera del tifoso: il Viminale prepara la stretta

Il primo test nel prossimo fine-settimana, con la partita a rischio disordini Napoli-Juventus

Scontri ultrà in A1, dal Daspo “rinforzato” alla tessera del tifoso: il Viminale prepara la stretta
di Cristiana Mangani
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 19:29

Severità massima nella valutazione dei prossimi eventi: l'ha chiesta il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi all'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive. E il giorno dopo gli scontri tra tifoserie ultrà che hanno bloccato la principale arteria autostradale italiana, si tenta di correre ai ripari per evitare che simili scene si ripetano. Il prossimo fine settimana sarà un nuovo test, visto che si svolgerà un'altra partita a grosso rischio disordini, quella Napoli-Juventus.

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Ed è per questo che la Direzione centrale della polizia di prevenzione, le Digos di tutta Italia e l'Osservatorio per lo sport stanno già lavorando sui dossier che riguardano le frange più violente. «La grande sfida resta sempre quella di sensibilizzare la parte buona del mondo ultrà - spiega Paolo Cortis, presidente dell'Osservatorio nazionale - Bisogna selezionare e colpire direttamente i responsabili.

L'apparato normativo è buono, anche se ha i suoi tempi di applicazione. Si troverà la giusta linea da seguire».

 

I PROVVEDIMENTI

Allora quali provvedimenti potrebbero essere presi per i prossimi appuntamenti a rischio? Difficile immaginare la chiusura degli stadi. L'ipotesi al vaglio è di consentire l'accesso alle partite - dove il rischio scontri è più elevato o dove ci siano segnali di possibili guerriglie - solo a chi è in possesso della tessera del tifoso, o in alcuni casi di vietare la trasferta alle tifoserie. Questo non eviterebbe di per sé la possibilità che si verifichino violenze o aggressioni, ma consentirebbe di monitorare gli ultrà presenti allo stadio con maggiore precisione. Inoltre si sta valutando la possibilità di prolungare anche all'infinito il Daspo, vietando a chi non è in regola la possibilità di seguire la proprio squadra per tempi molto lunghi. Gli addetti ai lavori tengono a ribadire che quanto successo ieri riguarda una piccola parte della tifoseria calcistica. Una parte che è certamente pericolosa e si fa sentire, ma che riguarda tutti quelli che amano andare allo stadio. Per questo bloccare le trasferte resta una ipotesi difficile da percorrere.  

PREVENZIONE

Quello che è certo è che si sta preparando un piano importante di prevenzione. Sebbene sia stato evitato il peggio, quanto è successo sull'autostrada nei pressi di Arezzo ha dimostrato che, probabilmente, c'è stata una sottovalutazione dei segnali che circolavano nei giorni precedenti.

Ora anche le società chiedono provvedimenti più severi. «Il Calcio Napoli condanna fermamente gli atti e i comportamenti di alcuni presunti tifosi, che purtroppo ancora frequentano gli stadi italiani, creando da sempre per i veri appassionati disagi e pericoli - ha dichiarato il club azzurro in in una nota, mostrando massima disponibilità a collaborare -, terrorizzando, come è successo ieri sull'autostrada A1, anche persone che tra l'altro erano completamente estranee a qualunque tifo calcistico. Auspichiamo che il ministro Piantedosi, voglia prendere una volta per tutte iniziative appropriate e radicali».

IL TAVOLO

Mercoledì si riunirà, come avviene ogni settimana, il tavolo al quale partecipano le Leghe e si valuteranno anche altri provvedimenti da prendere. Sono tante le partite da monitorare con particolare attenzione, e non solo nella serie A. Sempre ieri, infatti, prima e dopo il derby romagnolo di serie C fra Cesena e Rimini, sono stati registrati diversi scontri, mentre i tifosi della Lazio hanno urlato messaggi razzisti contro i giocatori del Lecce. I segnali di un nuovo fermento ci sono tutti. Ecco perché, oltre al Daspo e alla tessera del tifoso come condizione per partecipare alla partita, si sta pensando anche a come controllare l'emissione dei biglietti degli ultrà in trasferta. «Valuteremo come Governo se sarà necessario un ulteriore giro di vite, dopo quello contenuto nel decreto sicurezza dell'agosto 2019, per isolare i violenti e tutelare i veri tifosi», ha annunciato ieri il sottosegretario all'Intero Nicola Molteni. 

LE DISPOSIZIONI

Il riferimento è a quelle disposizioni di prevenzione applicate dal questore a tutela della sicurezza dei luoghi, le misure previste al capo III (articolo 13) che riguardano il divieto di accesso agli impianti sportivi e ai luoghi collegati di «coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza» ma anche «coloro che risultino avere tenuto, anche all'estero, sia singolarmente che in gruppo, una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione» e coloro che sono stati «denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti». Provvedimenti validi in Italia e all'estero. Per le società è inoltre vietato «corrispondere, in qualsiasi forma, diretta o indiretta, sovvenzioni, contributi e facilitazioni di qualsiasi natura, compresa l'erogazione di biglietti e abbonamenti o di titoli di viaggio a prezzo agevolato o gratuito» ai daspati, ai destinatari dei provvedimenti previsti dall'articolo 6 del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, ai condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive.

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