Sci, italiani in "fuga" in Svizzera: da St.Moritz a Crans piste prese d'assalto

Sci, italiani in "fuga" in Svizzera: da St.Moritz a Crans piste prese d'assalto
di Veronica Cursi
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Lunedì 15 Febbraio 2021, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 14:26

In Italia niente sci: gli impianti rimangono chiusi fino al 5 marzo. Ma chi l'ha detto che bisogna per forza rinunciare a sciare? I dati sulla pandemia e la diffusione sulle nuove varianti del Covid hanno portato il governo a dover adottare una soluzione in extremis scatenando i malumori di ristoratori e albergatori che si aspettavano una stagione sciistica ricca di prenotazioni. Ma se molti italiani, quest'anno, hanno dovuto dire addio alla montagna, ce ne sono altri che hanno scelto di non rinunciare alla settimana bianca "fuggendo" nelle seconde case all'estero. Meta preferita? La vicina Svizzera dove piste e impianti sono sempre rimaste aperte. 

Dalla lussuosa St.Moritz alla splendida Crans Montana, in questi giorni molti appassionati di sci si sono riversati su quelle montagne: boom di prenotazioni negli alberghi, case piene, così come le piste.

In Svizzera siamo al 100esimo giorno di sci consecutivo. Nonostante questo, non c'è stata alcuna impennata dei contagi. Anzi. Nel mese di gennaio, i casi giornalieri nel Paese sono addirittura crollati: se ad inizio novembre si assestavano intorno a quota 10.000, da inizio gennaio sono scesi a 4.000-3.000, per poi scendere ancora sotto soglia 2.000 entro la fine del mese. Ma com'è la situazione sulle piste? E soprattutto come sarà il bollettino dei contagi dopo l'invasione dei vacanzieri?

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Le regole sulle piste

Si scia ma con le dovute precauzioni. Per tutti gli sciatori le mascherine sono sempre obbligatorie, i rifugi aperti ma solo per l'asporto e per evitare assembramenti ad alta quota sono stati creati percorsi ad hoc negli impianti di risalita: lunghi serpentoni divisi da barriere dove la gente attende pazientemente in fila per le cabinovie. Regola numero 1: rispettare il distanziamento di un metro e mezzo. Sulle cabinovie sono consentiti solo gruppi familiari. «Le attese sono molto più lunghe - racconta Alessandra, proprietaria di una casa a Crans Montana - ma in questo modo si rispetta il distanziamento e non si creano assembramenti. Sulle piste la situazione è tranquilla. Anche per quanto riguarda le scuole sci c'è molto più rigore: numero di bambini limitato a 4-5 per gruppo e anche per loro ovviamente mascherina obbligatoria». E in paese negozi chiusi, aperti solo gli alimentari. 

Stessa situazione a St.Moritz, meta prediletta dei milanesi. «Chi ha la seconda casa è venuto come tutti gli anni - racconta Francesca, che nella località dell'Engadina è di casa - Ci sono parecchi italiani ma le piste non sono stracolme, si scia benissimo. Le regole da rispettare ci sono. Anche qui ristoranti chiusi, possibile solo il take away. Il pagamento  si effettua senza contanti e il numero di passeggeri nelle cabine chiuse è limitato a 2/3 della capacità massima». 

 

Quando è possibile entrare in Svizzera

Dall’8 febbraio 2021 per entrare in Svizzera è necessario compilare un’autodichiarazione con le proprie generalità, il luogo di partenza e di arrivo e l’indirizzo di soggiorno sul territorio svizzero.Chi possiede il passaporto svizzero o un permesso di dimora valido può entrare in Svizzera da qualsiasi Paese. Le persone che nei dieci giorni precedenti la loro entrata hanno soggiornato in un Paese considerata a rischio dll'Ufficio federale della sanità pubbica devono presentare un test Pcr ngativo (eseguito nelle ultime 72 ore) e mettersi in quarantena. In Italia sono tre le regioni considerate a rischio: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. 

Chi entra in Svizzera con mezzi di trasporto pubblico (aereo, treno, autobus, battello) ha l’obbligo di registrazione dei propri dati di contatto. L’obbligo non sussiste per chi entra in auto e moto e per chi arriva da regioni confinanti con la Svizzera (nel caso dell’Italia: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige).

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