Savoia, le lettere rubate nella confraternita finiscono su ebay: asta bloccata, valgono oltre due milioni di euro

Savoia, le lettere rubate nella confraternita finiscono su ebay: asta bloccata, valgono oltre due milioni di euro
di Valentina Errante
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Giovedì 1 Luglio 2021, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 07:25

Li aveva nascosti all'insaputa dei confratelli: 1812 documenti, testimonianze storiche dal valore complessivo di oltre due milioni di euro. Beni che aveva sottratto a enti, famiglie e archivi, sempre presentandosi come delegato dell'ordine religioso dei Battuti neri di Bra, in provincia di Cuneo. E una parte di quel tesoro aveva anche tentato di venderla sulle piattaforme online. I componenti della confraternita si erano affidati a lui e invece l'uomo aveva accumulato negli anni un'enorme mole di documenti, approfittando del fatto che non fossero catalogati. Li aveva occultati proprio nelle stanze sicure dell'Arciconfraternita della Misericordia e alcuni li aveva messi all'asta su ebay. Un vero e proprio tesoro che è stato recuperato, dopo sei anni di indagini, dai carabinieri del nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino, guidato dal comandante Cristian Lo Iacono, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d'Aosta.

L'archivio

Il confratello infedele dovrà ora rispondere delle accuse di ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali. Il materiale proviene dall'Archivio di Corte dei Savoia e comprende documenti storici di enorme valore ed era stato raccolto in un meticoloso lavoro che avrebbe garantito all'uomo anche di entrare in possesso di fondi per i beni storici.

Dai ritagli di giornale, bigliettini personali di varia natura, dalle patenti nobiliari, alle foto che ritraggono Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia, seduto a cavallo nel 1865, e sua figlia Maria Pia. Molte le carte, alcune ufficiali altre private, riportanti firme autografe di principi e sovrani europei, come ad esempio quella di Caterina, imperatrice di Russia, o del Duca Testa di ferro Emanuele Filiberto. Beni appartenenti alla Biblioteca reale e Archivio di Stato di Torino e all'archivio del castello di Racconigi.

I primi sospetti erano sorti proprio all'interno della confraternita dei Battuti neri. Nel 2012, la presidente di Roberta Comoglio si era accorta dell'anomalia, durante i lavori di catalogazione del materiale archivistico con verifiche dei beni di proprietà dell'ordine. Camoglio si è accorta che c'erano alcuni documenti che non avevano nulla a che vedere con la secolare attività della Confraternita. Così riscontrate, le anomalie, si era ricolta prima alla Soprintendenza e poi ai carabinieri.

L'indagine

«Il materiale dal punto di vista storico è importante - spiega il comandante Cristian Lo Iacono - materiale eterogeneo, di diversa natura, appartenenti ad enti pubblici o comunque ad enti ecclesiastici, per questo motivo non potevano essere venduti o ceduti». Il confratello, che non è un religioso e aveva una mansione di altissima fiducia all'interno degli archivi, in sostanza si era impossessato del materiale, ascrivendolo alla confraternita. «Non è stato semplice riuscire a ricostruire tutti questi ammanchi e venire a capo dei vari archivi», conclude Lo Iacono.

Ora i documenti sottratti torneranno alla Biblioteca Reale di Torino, all'Archivio di Stato di Torino e al Castello di Racconigi, nel Cuneese. Tutto alla vigilia della sepoltura a Superga del principe Amedeo di Savoia.
 

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