La Sardegna che non ti aspetti. Lontano dalle spiagge affollate quello che vi suggeriamo oggi è un itinerario coast to coast all’insegna delle curiosità per amanti di un turismo diverso, attento alle antiche tradizioni gastronomiche dell’isola e all’artigianato più stravagante. Partiamo da Bosa, sulla Costa occidentale, annoverata a pieno diritto fra i Borghi più Belli d’Italia. Qui, fra i silenziosi vicoli su cui affacciano le colorate case che distinguono questa cittadina sul fiume Temo, le anziane signore tramandano di madre in figlia l’arte del ricamo “filet”, con meravigliose creazioni che riproducono i simboli sardi per eccellenza, come le pavoncelle. Nell’antico Corso, il panificio Marongiu espone invece i tradizionali "pani della festa", le forme di pane artistiche realizzate per occasioni importanti, come i matrimoni, che sono di per sé una piccola opera d’arte e testimoniano una sapienza e una manualità unica. Il pane bosano per eccellenza sono le “Gallette”, piccoli rettangoli rigonfi e sottilissimi che l’usanza vuole debbano essere “rotti” con un pugno a tavola. Fra i dolci spiccano le tiricche, golosità farcite con la tipica marmellata di saba. Ma Bosa è anche sinonimo di pillole di street art: non aspettatevi i murales che caratterizzano, per esempio, Orgosolo, ma resterete stupiti da insolite installazioni contemporanee, spesso all’insegna dell’arte povera e del riciclo, che abbelliscono e rallegrano la parte vecchia del borgo, risalendo verso l’altura su cui domina il Castello Malaspina.
Sardegna coast to coast, l'altra faccia della terra
Lasciamo adesso Bosa per fare rotta invece sulla Costa orientale dell’isola, in particolare sulla Costa Smeralda. Qui, lontano dalle passerelle “vip”, dai mega yacht e dal lusso ostentato di Porto Cevo e Porto Rotondo, ogni giovedi mattina (fino a metà ottobre) si svolge il mercatino di San Pantaleo, nel borgo omonimo che sorge in una zona montuosa granitica non distante da Olbia, in uno scenario naturale così suggestivo da essere definito le “Dolomiti della Sardegna”.